Chi può pignorare il tuo stipendio? Ecco importi e regole 2025

Patrizia Del Pidio

10 Ottobre 2025 - 08:53

Il pignoramento dello stipendio di un debitore può essere richiesto da tutti i soggetti a cui si devono soldi, nella pratica, però, a poterlo pignorare sono 3 enti specifici.

Chi può pignorare il tuo stipendio? Ecco importi e regole 2025

Per chi ha debiti il rischio più grande è quello di incorrere nel pignoramento dello stipendio. Se a poter chiedere il pignoramento, però, possono essere tutti i creditori, a poterlo disporre realmente sono soltanto tre soggetti specifici.

Il pignoramento è un modo coattivo di rientrare dei propri crediti e quello che si può effettuare sulo stipendio del debitore prevede che sia versata parte dello stipendio a compensazione del debito contratto. Aggredire lo stipendio del debitore, infatti, è la forma più diffusa per recuperare soldi, ma va sottolineato che si tratta di una procedura coattiva che può essere attivata solo da chi è abilitato a farlo. Il pignoramento non può essere attivato, per esempio, da un creditore privato e neache da una pubblica amministrazione.

Si è portati a pensare che sia abilitata a rendere attivo il pignoramento dello stipendio soltanto l’Agenzia delle Entrate Riscossione, ma in realtà non è così.

Solo questi 3 soggetti possono chiedere il pignoramento

Nel momento in cui l’Agenzia delle Entrate Riscossione invia una cartella esattoriale, se quest’ultima non viene pagata entro 60 giorni può essere avviata la procedura coattiva di recupero dei crediti, e può essere disposto il pignoramento dello stipendio o del conto corrente. Quindi il primo soggetto in grado di pignorare lo stipendio è proprio l’Ader.

A disporre il pignoramento, però, possono essere anche concessionari della riscossione iscritti all’Albo ex articolo 53 del D-lgs 446 del 1997 (attività di recupero coatto): questi soggetti, come l’Agenzia delle Entrate Riscossione, sono dotati di una serie di poteri che gli consentono di avviare procedure esecutive come il pignoramento dei beni, del quinto dello stipendio o della pensione. Questi soggetti devono essere in possesso della licenza del Questore che li abilita a svolgere le suddette attività di recupero coatto dei crediti.

Il pignoramento dello stipendio, infine, può essere disposto dall’autorità giudiziaria. Qualsiasi creditore, infatti, può rivolgersi al presidente del Tribunale per chiedere l’autorizzazione al pignoramento dei beni (compreso lo stipendio) del debitore. Il Tribunale emette un decreto ingiuntivo che intima al debitore di pagare, ma se non lo fa viene disposto il pignoramento dello stipendio, che viene notificato anche al datore di lavoro.

Pignoramento stipendio, importi e regole

Per chi teme il pignoramento dello stipendio, va considerato che non tutta la retribuzione può essere aggredita dal creditore. Il pignoramento ha regole e limiti ben definiti che garantiscono al lavoratore di mantenere un reddito che gli permetta di vivere (il cosiddetto minimo vitale).

Il limite dell’importo pignorabile dello stipendio varia in base al fatto che l’azione esecutiva sia disposta presso il datore di lavoro, prima che la retribuzione venga corrisposta, o sul conto corrente dove lo stipendio è accreditato.

Anche se lo stipendio, quindi, può essere pignorato, esistono dei limiti alla sua pignorabilità. La retribuzione può essere pignorata solo per un quinto del suo importo, indipendentemente dal suo ammontare. A differenza di quello che accade alle pensioni (per le quali esiste anche un limite al di sotto del quale non è prevista neanche la pignorabilità del quinto), gli stipendi possono essere pignorati anche se di ammontare molto basso. Se, ad esempio, al lavoratore spetta uno stipendio di 1.500 euro, il creditore potrà procedere solo al pignoramento di 300 euro al mese (la quinta parte di 1.500 euro); se lo stipendio è di 750 euro la sua parte pignorabile è di 150 euro.

Quello appena descritto è il pignoramento che avviene quando la retribuzione è pignorata presso il datore di lavoro, prima del pagamento.

Se il pignoramento scatta, però, dopo che lo stipendio è stato versato sul conto corrente i limiti sono diversi: in questo caso tutte le somme presenti sul conto corrente possono essere pignorate per la parte che eccede di tre volte l’ammontare dell’assegno sociale. Nel 2025 l’importo dell’assegno sociale è di 538,69 euro e questo significa che dal conto corrente è possibile pignorare tutto quello che eccede i 1.616,07 euro.

Se il pignoramento è disposto dall’Agenzia delle Entrate i limiti cambiano

Se il pignoramento dello stipendio è disposto dall’Agenzia delle Entrate Riscossione i limiti di pignorabilità sono diversi e nello specifico:

  • se lo stipendio ha importo fino a 2.500 euro solo un decimo può essere pignorato;
  • se l’importo è compreso tra 2.500 e 5.000 la parte pignorabile è di un settimo;
  • se lo stipendio ha un importo maggiore di 5.000 euro la parte pignorabile è uguale a un quinto.

Anche quando il pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione è disposto sul conto corrente i limiti di pignorabilità sono diversi: l’ammontare dell’ultimo stipendio deve essere sempre lasciato a disposizione del lavoratore, tutta la parte che eccede, invece, può essere pignorata.

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