Nell’era dello smart working, la gestione delle spese aziendali è digitale. Intervista a Carlo Gualandri (Soldo)

Giulia Adonopoulos

13 Maggio 2021 - 12:24

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Gli strumenti che abilitano lo smart working sono tutti digitali e richiedono un modo diverso di gestire la spesa e i pagamenti. Ecco come le aziende possono rispondere alle sfide della pandemia e restare competitive, spiegato dal founder e Ceo di Soldo Carlo Gualandri, veterano della tecnologia.

Nell’era dello smart working, la gestione delle spese aziendali è digitale. Intervista a Carlo Gualandri (Soldo)

Un mondo del lavoro sempre più smart e da remoto, con meno uffici e trasferte e più teleconferenze, ha oggi più che mai bisogno di piattaforme per la gestione intelligente delle spese aziendali.

Ne è convinto Carlo Gualandri, pioniere della tecnologia e Ceo di Soldo, piattaforma per la gestione delle spese pensata per le aziende che permette di delegare, controllare e tracciare le spese dei dipendenti e dei dipartimenti aziendali e di gestire i budget grazie a conti multi-utente e carte prepagate Mastercard di plastica o virtuali.

Oggi Soldo, nata nel 2015 a Londra, ha uffici anche a Milano, Roma e Dublino e, grazie a un round di serie B da 61 milioni di dollari nel 2019 - il più grande rmai siglato nel mondo fintech - ha raggiunto quota 82 milioni di finanziamenti. Prima di fondare Soldo Gualandri ha partecipato alla fondazione di Virgilio, Gioco Digitale (venduta a Bwin) e Fineco. Un punto di riferimento per il mondo della tecnologia e delle startup.

Come Soldo ha risposto alle sfide della pandemia

La pandemia - ci spiega Gualandri - ha affossato alcune categorie di spesa delle aziende che erano parte del nostro core business come per esempio i viaggi e le trasferte, ma al contempo ha accelerato l’adozione del digitale e con esso lo spostamento di una quota importante della spesa verso acquisti online di beni e servizi.

Gli strumenti che abilitano lo smart working sono tutti digitali e richiedono un modo diverso di gestire la spesa e i pagamenti. (“Non posso pagare Zoom, i software as a service, l’ecommerce e la pubblicità online con fattura a 60 giorni fine mese”, fa notare Gualandri. “Ecco che la nostra proposta è diventata molto più centrale ed indispensabile per le aziende”.

Una delle grandi sfide emerse con la pandemia di Covid-19, poi, è come poter delegare le spese mantenendo il controllo, cosa di fondamentale importanza adesso che si lavora meno da ufficio e i dipendenti in remoto hanno bisogno di maggiore autonomia. Per questo Soldo sta lavorando a una nuova funzionalità, che sarà disponibile prima dell’estate, con cui si potrà automatizzare una spesa aziendale con contestuale messa a disposizione dei soldi, del mezzo di pagamento dedicato in via esclusiva a quella transazione e classificazione preventiva della spesa per la sua contabilizzazione.

L’anno scorso, in piena emergenza sanitaria, Soldo ha lanciato il progetto Soldo per il Coronavirus con cui ha messo a disposizione di istituzioni e Comuni le sue carte prepagate per l’accredito dei buoni spesa destinati alle famiglie in difficoltà.

Gestione spese aziendali, l’Italia spreca 30 miliardi l’anno

“Mentre la nostra vita è stata rivoluzionata dal digitale, in moltissimi aspetti la gestione del denaro è rimasta indietro di vent’anni”, commenta il founder di Soldo.

Secondo uno studio di Coleman Parkes condotto su 950 leader top manager finanziari e aziendali in UK, Francia, Germania e Italia dal titolo (tradotto in italiano) “Un futuro più luminoso: migliori controlli sulla spesa come chiave per la ripresa economica”, le aziende italiane perdono 30 miliardi all’anno a causa di una scarsa gestione della spesa aziendale. Ma il problema non riguarda solo l’Italia: in tutta Europa questa inadeguata gestione di cassa per le imprese significa una perdita di quasi 350 miliardi di euro, con Germania e Francia messe peggio di noi.

Il report evidenzia come la scarsa visibilità sulla spesa, gli eccessivi compiti amministrativi, le attività di libro paga, la gestione manuale o non adeguatamente ottimizzata di ricevute e fatture e dei dati nei sistemi contabili rallentano la crescita economica dell’azienda traducendosi in uno spreco immane di risorse. Per capirci: il 40% delle aziende britanniche afferma che le cattive pratiche finanziarie hanno portato a spese inutili e il 29% riferisce il problema di duplicazione dei costi.

L’automazione nella gestione delle spese aziendali, spiega Gualandri, “elimina i lavori ripetitivi e alienanti che sono una parte così importante dei processi di gestione, ma che possono essere fatti dai computer permettendo di recuperare il tempo delle persone per attività a maggiore valore, più interessanti e cruciali, e di eliminare tanti errori manuali. Un venditore può vendere invece di passare mezza giornata al mese a fare note spese. Un contabile può gestire le eccezioni invece di perdere tempo a copiare dati da un sistema all’altro e a classificare ogni mese le stesse transazioni”.

Il passaggio al digitale è un dovere

Nel prossimo futuro i modelli di business moderni legati all’economia digitale l’asset management e degli investimenti dovranno soddisfare le necessità dei millennials e della gen Z che quando cresceranno avranno esigenze molto diverse dalle generazioni precedenti. Un dettaglio tutt’altro che trascurabile.

Ecco perché la trasformazione digitale non è un’opzione, ma piuttosto un dovere per la sopravvivenza delle aziende. “Un’azienda che non fa uso delle moderne tecnologie digitali vive con un handicap e con un debito di efficienza che mette in pericolo la sua stessa esistenza, tanto più quanto il business nel quale opera è globale ed esposto alla competizione. Trovo davvero incredibile che si pensi che sia una cosa che è possibile procrastinare o addirittura ignorare. Chi lo fa si troverà a combattere con l’arco e le frecce contro i carri armati e questo succederà molto più velocemente di quanto si pensi”, conclude Gualandri.

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