Si presenta al lavoro in anticipo e viene licenziata. Anche il giudice è d’accordo

Ilena D’Errico

6 Dicembre 2025 - 18:50

Arrivare troppo presto al lavoro può costarti il posto, anche se pensi che sia vantaggioso.

Si presenta al lavoro in anticipo e viene licenziata. Anche il giudice è d’accordo

Essere puntuali è importante, soprattutto al lavoro. Chi arriva in ritardo rischia di essere licenziato, ma non sempre essere in anticipo è un’alternativa sicura. Anche il lavoratore che comincia a lavorare troppo presto può essere licenziato per questa condotta, anche se in apparenza innocua. Non è un’ipotesi astratta, sebbene rara, come ci insegna la vicenda di una lavoratrice spagnola. Quest’ultima ha perso il posto di lavoro proprio a causa dell’eccessivo zelo, per così dire, con cui affrontava l’inizio della giornata di lavoro.

Non si tratta soltanto di un provvedimento insolito del datore di lavoro, visto che il licenziamento è stato confermato anche dal tribunale di Alicante, che si è pronunciato sul ricorso dell’ex dipendente. Anche se questa vicenda è avvenuta in Spagna non manca di sollevare delle riflessioni per i lavoratori italiani, che potrebbero astrattamente trovarsi nella medesima situazione.

Ciò non significa che chi arriva in anticipo al lavoro sia licenziato automaticamente, né tanto meno che eventuali licenziamenti così motivati siano sempre legittimi, ma è un’eventualità da considerare per adottare un comportamento corretto (e conservare il posto di lavoro).

Licenziata perché si presenta al lavoro in anticipo

La protagonista di questa vicenda era solita arrivare al lavoro tra 30 e 40 minuti prima dell’orario prefissato. Un’abitudine sgradita dal datore di lavoro, che ha comunicato la necessità di rispettare l’orario di lavoro previsto dal contratto in più occasioni. La lavoratrice ha ricevuto diversi avvisi verbali, del tutto informali visto che non c’era ancora un’effettiva gravità tale da giustificare provvedimenti più incisivi. Quando la dipendente, nonostante fosse stata invitata alla puntualità, ha continuato a presentarsi al lavoro in largo anticipo l’azienda le ha quindi inviato un reclamo formale.

Si sono così susseguite diverse comunicazioni scritte nelle quali si chiedeva alla lavoratrice di cominciare a lavorare nell’orario pattuito, ma non hanno sortito alcun effetto. La donna ha continuato a ignorare le istruzioni dell’azienda, finendo così per essere licenziata e decidendo di ricorrere in tribunale. Con somma sorpresa della lavoratrice, però, anche il giudice si è detto d’accordo con il licenziamento disciplinare.

La continua e ingiustificata inadempienza alle direttive aziendali, peraltro corrispondenti agli obblighi contrattuali, è stata ritenuta troppo grave, anche nell’ottica del vincolo di fiducia e collaborazione che lega le parti del rapporto di lavoro. Il datore ha inoltre rilevato la mancanza di alcuna utilità nell’anticipo dell’orario di lavoro per l’azienda, soprattutto visto che le mansioni dell’ex dipendente erano legate alla supervisione del resto del personale (assente in quell’orario). La lavoratrice ha tentato di difendersi spiegando di avere troppo lavoro arretrato da smaltire, ma non è riuscita a dimostrare questo problema, pertanto il licenziamento è stato confermato.

Chi arriva prima al lavoro può essere licenziato?

Questa storia non dovrebbe stupire troppo, perché la violazione degli obblighi contrattuali e delle indicazioni dirette del datore di lavoro è un motivo di licenziamento comune, per quanto sia raro che riguardi l’essere troppo solerte. Se la condotta avviene in buona fede e non provoca un danno, neanche potenziale, può costare al massimo un richiamo, ma perseverare conduce fino alla più grave sanzione disciplinare. I

l datore di lavoro, peraltro, ha tutto l’interesse per evitare che i dipendenti comincino a lavorare prima di quanto previsto. Al di là delle ragioni organizzative e legate alla direzione aziendale, che richiedono il rispetto dell’orario di lavoro, potrebbero crearsi difficoltà rispetto alle responsabilità in campo, anche dal punto di vista assicurativo, e alla retribuzione. In linea generale, quindi, è necessario rispettare l’orario di lavoro previsto dal contratto e concordare eventuali previsioni differenti necessarie.

Allo stesso modo, tuttavia, il datore di lavoro non può pretendere che il personale svolga l’attività in momenti diversi da quelli pattuiti. Osservare le disposizioni del contratto è fondamentale per entrambe le parti, seppur con un minimo di tolleranza reciproca.

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