Esercito Italiano, via libera alla settimana corta. Sarà il Comandante a decidere valutate le esigenze del reparto o dell’indennità operativa.
Lo Stato Maggiore dell’Esercito, con la circolare appena emanata dal I Reparto Reclutamento, Affari Giuridici ed Economici del Personale, ha ufficializzato che il diritto alla settimana corta si applica anche nei confronti dei militari.
Una novità importante che segue a quanto già fatto nell’accordo per il rinnovo di contratto della Pubblica amministrazione, dove viene consentita la sperimentazione della settimana corta, ma solo nei piccoli enti in cui non c’è rapporto diretto con il pubblico al fine di garantire il mantenimento dei servizi. Una partecipazione su base volontaria, con i dipendenti che potranno scegliere se aderire o meno al nuovo modello organizzativo.
Un intervento al tavolo del rinnovo di contratto non è stato invece necessario per l’Esercito Italiano, dove la flessibilità dell’orario di lavoro è stata già riconosciuta dalla Direttiva 8002 “Sull’istituto dello straordinario e compensi connessi all’orario di lavoro”. Le nuove regole, come spiegato dal sindacato Aspmi (che da tempo sostiene di disporre già delle norme utili a consentire l’adozione della settimana corta) come pure dal Generale di Corpo d’Armata dell’Esercito Italiano Domenico Rossi, già Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito, nonché deputato alla Camera alla XVII legislatura e Sottosegretario di Stato al ministero della Difesa nei governi Renzi e Gentiloni, aprono di fatto alla possibilità di lavorare solamente 4 giorni a settimana, per quanto comunque va sottolineato che serve sempre l’autorizzazione da parte del Comandante che dovrà valere non per il singolo militare quanto per l’intero reparto o unità organizzativa.
Questa apertura conferma che il dibattito sulla settimana corta in Italia è sempre vivo: tanto nel privato quanto nel pubblico sono sempre di più le testimonianze di orario di lavoro articolato su 4 giornate a settimana piuttosto che 5, il tutto senza incidere negativamente sullo stipendio.
Come funziona la settimana corta nell’Esercito Italiano
Con la circolare in oggetto lo Stato Maggiore dell’Esercito punta a favorire la più ampia flessibilità di impiego del personale dipendente, fermo restando la compatibilità con le esigenze di servizio.
Pertanto, vengono pubblicate le nuove linee di indirizzo in materia di orario di lavoro e di servizio, in prosecuzione di quanto stabilito dalla Direttiva 8002 sull’istituto dello straordinario e compensi connessi all’orario di lavoro, in particolare per quanto previsto nel capitolo dedicato alla riarticolazione dell’orario di servizio.
Nel dettaglio, alla luce di queste regole il Comandante di Corpo ha la facoltà di riarticolare, ma non definitivamente, l’orario delle attività giornaliere. Come anticipato si tratta di una decisione collettiva, che deve riguardare l’intera unità o una parte di essa. Decisione che deve essere motivata tra l’altro da particolari condizioni:
- operative;
- addestrative;
- logistiche;
- ambientali.
Altra condizione essenziale è quella per cui venga comunque garantita la funzionalità del Reparto, mantenendo appunto un certo numero di militari in attività e consentendo ad altri di lavorare per meno giorni.
Questa articolazione può comportare anche la riduzione della settimana lavorativa a 4 giorni per il personale interessato dalla decisione del Comandante per quella che di fatto è una vera e propria settimana corta. Non cambia però l’orario di servizio, che resta sempre di 36 ore settimanali.
E per il singolo militare?
Lo SME fa chiarezza anche sulla flessibilità individuale, che tuttavia non comporta il diritto alla settimana corta quanto più alla possibilità che al singolo militare venga concessa, sempre dal proprio Comandante, la revisione del proprio orario di servizio in misura maggiormente flessibile. Ciò significa che può essere rivisto l’orario di entrata e di uscita, restando però entro certe fasce orarie, fermo restando il rispetto delle 36 ore settimanali:
- in entrata tra le 7:00 e le 9:00
- in uscita tra le 15:30 e le 17:30
Nel valutare se esistono i presupposti per la ridefinizione dell’orario di entrate e di uscita, il Comandante dovrà contemperare le esigenze familiari e personali del militare con le esigenze di servizio.
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