Servizio civile a rischio, migliaia di posti in meno dopo il taglio in manovra: “Ci sarà meno aiuto per fragili e poveri”

Giacomo Andreoli

7 Gennaio 2023 - 13:38

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La legge di Bilancio 2023 riduce i fondi per il servizio civile, in questo modo nel 2023 ci dovrebbero essere circa 16mila posti in meno messi a bando: tanti ragazzi e ragazze dovranno rinunciare.

Servizio civile a rischio, migliaia di posti in meno dopo il taglio in manovra: “Ci sarà meno aiuto per fragili e poveri”

Quest’anno tanti ragazzi e ragazze dovranno rinunciare al servizio civile universale. Con la legge di Bilancio 2023, infatti, si riducono i fondi a disposizione per questo tipo di attività di volontariato, spesso molto formativo, oltre che valutato in modo estremamente positivo dalle aziende per l’assunzione del personale.

Il governo Meloni, infatti, ha deciso di versare 111 milioni di euro contro i 311 dello scorso anno. A questi si sommano comunque 216 milioni che vengono dal Pnrr, ma sono in ogni caso meno di quelli stanziati nel 2022 con gli stessi fondi europei: erano infatti 217.

I fondi per il servizio civile nel 2023

Secondo Laura Milani, presidente della Conferenza nazionale enti per il servizio civile, questo taglio da 200 milioni di euro è qualcosa di molto negativo, che impatterà sulla vita dei ragazzi e delle ragazze e sull’intera società italiana.

La presidente fa infatti notare che si parla sempre di partecipazione civica dei giovani, ma uno strumento importante per realizzarla viene depotenziato, mentre “vengono fatte proposte come la reintroduzione della leva militare”.

Servizio civile 2023, quanti posti ci sono?

Secondo i suoi calcoli, quindi, quest’anno si passerà da circa 71mila posizioni messe a bando nel 2022 a 55mila. Nel 2024 e nel 2025, poi, si scenderà ancora, arrivando a circa 25mila posizioni (vengono stanziati infatti solo 150 milioni). Insomma, sempre più giovani vedranno la loro richiesta rigettata per mancanza di fondi statali.

Taglio al servizio civile: meno aiuto a chi ne ha bisogno

Secondo Milani, quindi, si potrebbe verificare un problema di medio-lungo termine sulla programmazione e sulla logistica: meno posti significa meno attività e meno aiuto per chi ne ha bisogno.

Il rischio, secondo la presidente dell’associazione, è che si instauri una competitività tra gli enti per avere i ragazzi e le ragazze del servizio civile. “Tutto il contrario rispetto allo spirito di cooperazione del servizio” attacca.

Le associazioni: il governo Meloni ci ripensi

La decisione stride con quanto detto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione della conferenza stampa di fine anno, dove ha spiegato che con la legge di Bilancio si è spostato “il grosso delle risorse sul futuro, sui giovani”. Il servizio civile, però, è spesso anche un primo aiuto economico e un’introduzione al mondo del lavoro.

Per evitare la contraddizione la Conferenza nazionale enti per il servizio civile è chiaro chiede assieme a CSVnet, la Rappresentanza nazionale dei giovani e il Forum servizio civile nazionale, di aumentare i fondi da 111 milioni a 285 milioni per il 2023 e a 500 milioni per 2024 e 2025.

Secondo le associazioni, a fronte di “spese militari che continuano a crescere”, il servizio civile rappresenterebbe “una forma di difesa del Paese: è un’armata non violenta” per affrontare le “vere minacce del nostro tempo: povertà, precarietà sociale, mafie, dissesto idrogeologico, terremoti, analfabetismo funzionale, razzismo”.

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