Arriva la 2° cedola dell’anno e in assoluto per l’unico dei 5 BTP del gruppo Valore che a scadenza non paga il premio fedeltà finale
L’avvento della cedola trimestrale ha reso più frizzante l’appuntamento con gli interessi di periodo per milioni di piccoli risparmiatori. Il riferimento è ovviamente a 4 delle 5 complessive serie dei BTP della famiglia dei Valore che si sono avute negli anni a noi più vicini.
La prima in assoluto, il BTP Valore 2027 con attuale matricola IT0005547408, prevede infatti lo stacco semestrale (13/06 e 13/12). Quelle che sono venute dopo, invece, pagano gli interessi ogni 91,25 giorni circa, incluso il BTP Più 2033. Bene, arriva in questi giorni la sua seconda cedola mentre i prezzi sono sopra cento per questo BTP della famiglia Valore nato nel 2025.
I dati chiave del BTP Più 2033
Malgrado l’obbligazione non contenga nel nome la dicitura “Valore”, anche il Più vi appartiene come ha precisato il MEF in emissione. Rispetto ai bond precedenti, qui c’è che il titolo non stacca il premio fedeltà finale mentre in compenso da modo di uscire alla pari a metà percorso della sua durata inizialmente prevista. Procediamo con ordine e vediamo tutti i dati chiave del titolo.
I due ISIN, uno per il periodo di collocamento e l’altro ordinario, sono nell’ordine IT0005634792 e IT0005634800. La durata in origine del prestito obbligazionario è di 8 anni (di cui i primi 6 mesi ormai andati via) divisi in due step quadriennali. Nello specifico delle date, il collocamento è avvenuto dal 17 al 21 febbraio, il regolamento il 25/02/2025 e la scadenza è fissata alla stessa data del 2033.
Ad ogni finestra temporale è associato uno tasso nominale annuo, come avviene per i buoni fruttiferi postali di media e lunga durata. Sul BTP Più sono pari al 2,85% per il 1°, 2°, 3° e 4° anno e al 3,70% per ognuno dei successivi quattro. Le date di stacco cedola, invece, sono il 25 maggio, 25 agosto, 25 novembre e 25 febbraio. A naturale scadenza, infine, l’emittente non pagherà nessun premio fedeltà finale.
La scorsa ottava ha chiuso a 100,7 per un effettivo lordo a scadenza ponderato del 3,2%, e del 2,8% sul solo 1° quadriennio.
L’esercizio della possibile call anticipata del BTP Più
Tuttavia, come anticipato la novità assoluta sta nel possibile esercizio della call rimessa nelle mani del creditore e non del debitore. Ai soli sottoscrittori iniziali che lo terranno fino al termine del 4° anno il MEF da infatti il diritto, e l’opzione, di chiedere rimborso anticipato di tutto o parte del capitale investito. Andrebbe sfruttato oppure no?
La risposta sarà soggettiva e alquanto personale. In emissione si conclusero 451.831 contratti per una raccolta di quasi 15 mld di € e un taglio medio di € 32.989,48. Ora, è probabile che una quota marginale di sottoscrittori iniziali lo abbia già liquidato, ma di sicuro il grosso degli investitori lo terrà almeno fino al 2029. A quella data se i corsi del bond e/o i tassi sul mercato o le necessità personali lo richiederanno, ci sarà il paracadute del rimborso MEF alla pari. Nel frattempo si saranno incassate 16 cedole complessive dello 0,7125% lordo l’una, 4 per ogni anno.
Se invece i tassi a quella data saranno crollati, è evidente che i futuri corsi saranno ben sopra cento. Primo perché la durata residua nel frattempo si sarà ridotta a soli 4 anni (a febbraio ‘29), secondo perché entrerà in scena la cedola più ricca delle serie. In simili scenari solo la sopraggiunta necessità di riavere il capitale o l’occasione di intraprendere un trade più redditizio porterebbe il detentore del titolo a liquidarlo, magari non passando per l’esercizio della call. Rivenderlo direttamente a mercato e non all’emittente, infatti, dovrebbe garantire una plusvalenza rispetto al valore 100 iniziale.
Seconda cedola e prezzi sopra cento per il BTP della famiglia Valore nato nel 2025
Sempre in tema di corsi di mercato, nel 1° trimestre sono stati più sotto che sopra cento, con il minimo storico e dell’anno a 99,03 segnato il 6 marzo. Poi da metà aprile si sono stabilizzati sopra la parità, con il massimo a 101,05 toccato il 23/07.
Il recupero delle quotazioni è la risultante dei tagli dei tassi BCE avutisi nel frattempo unito alla contrazione dello spread. Ora, i corsi saliranno ancora e, se sì, quando e di quanto? Sul primo punto la risposta dovrebbe essere affermativa sul medio termine e al netto delle possibili turbolenze attese più che altro nei primi anni di vita.
Forse è stato questo anche un timore dell’emittente al tempo del lancio del Più, ossia corsi iniziali sotto cento data la durata a 8 anni, la più lunga di tutte e 5 le serie Valore. In tal modo, ma è una nostra supposizione, il “paracadute” della call a 4 anni darebbe modo di uscire dal bond e liquidarlo senza perdite in caso di eventi avversi in corso d’opera. Del resto sappiamo bene come sono andate le cose con i BTP Futura (con durate iniziali a partire da 8 anni e tassi più bassi) ad oggi mai più riproposti.
Morale, chi punta alla ricca plusvalenza prima di disinvestire probabilmente dovrà attendere qualche annetto. Ossia che la durata si accorci, che la BCE tagli i tassi ancora, che l’inflazione se ne stia buona e che i Governi tutti abbiano al cuore il contenimento del debito pubblico. La duration modificata del titolo, infine, è oggi del 6,53.
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