Se usi l’AI, ecco la guida definitiva per non farti scoprire

Pasquale Conte

4 Novembre 2025 - 17:58

Sei solito utilizzare l’AI ma preferisci non farti scoprire da altre persone? Ecco la guida definitiva con tutti i trucchi e le soluzioni da provare.

Se usi l’AI, ecco la guida definitiva per non farti scoprire

L’intelligenza artificiale è oggi un potente strumento di supporto per qualsiasi mansione, lavorativa e non. I modelli più avanzati permettono di scrivere testi da zero, di migliorare quelli già esistenti, di creare contenuti multimediali, di aiutare nella generazione di presentazioni o fogli di calcolo, di scrivere stringhe di codice e molto altro.

Un tipo di operato che, in molti casi, può persino sostituire l’apporto dell’essere umano. Ancora oggi, tutto questo non viene ben visto soprattutto in ambito scolastico e lavorativo. Se dunque sei solito utilizzare l’intelligenza artificiale ma non vuoi farti scoprire, cosa puoi fare?

In questa guida, vediamo alcuni dei trucchi e delle soluzioni più efficaci per poter continuare ad utilizzare l’AI come supporto, senza che nessuno venga mai a scoprirlo. Bastano alcuni semplici accorgimenti e passerai completamente inosservato.

AI, come non farsi scoprire

Utilizzare l’intelligenza artificiale può essere molto comodo e far risparmiare parecchio tempo, oltre a fornire (spesso) risultati migliori. È importante però ricordarsi che i chatbot sono stati studiati per fornire supporto all’essere umano, non per sostituirlo.

Dunque affidarsi completamente all’AI per svolgere ricerche, lavori o progetti è eticamente sbagliato. Discorso diverso se invece ti avvali dell’intelligenza artificiale per avere un aiuto in più, per correggere un testo già scritto, per eseguire calcoli su un foglio Excel e tanto altro.

Ma puoi essere scoperto mentre usi ChatGPT, Google Gemini o qualsiasi altro strumento di intelligenza artificiale? Assolutamente sì, ecco perché è bene conoscere alcuni sistemi utili per camuffare l’operato dell’AI.

Per i testi

L’uso più maggiormente diffuso dell’AI è senza dubbio per la generazione di testi e contenuti da zero. Basta inserire un prompt di comandi e, in qualche istante, l’intelligenza artificiale propone fino a intere pagine attinenti a ciò che hai richiesto.

Soprattutto nelle prime fasi, il documento fornito segue degli standard fissi di ogni chatbot di AI, dunque è facilmente riconoscibile anche a “occhio nudo”. Proseguendo con i prompt, si può ottenere un testo più umano, ma non ancora del tutto esente da controlli.

Cosa fare, quindi, per non farsi scoprire? Tra gli strumenti più utili a disposizione della community ci sono i rilevatori di AI. Si tratta di siti web, anch’essi basati sull’intelligenza artificiale, che analizzano un file di testo per identificare se è stato generato da un umano o dall’AI.

Questi tool lavorano grazie ad algoritmi avanzati e all’apprendimento automatico, per poter scansionare e valutare i progetti che le persone caricano. Esistono alcune caratteristiche che sono lo standard, come l’utilizzo di frasi ripetitive, un tono troppo coerente e un flusso di frasi non naturale.

isgen.ai isgen.ai Cos'è e come funziona

Uno dei migliori in questo senso è isgen.ai, a cui puoi accedere da questo sito. Una volta dentro, ti basta incollare il testo nella barra dedicata e poi premere su “Rileva contenuto AI”. In alternativa, puoi anche caricare un file e poi attendere la scansione.

Molto diffuso anche ZeroGPT, a cui puoi accedere da qui. L’interfaccia è molto semplice, troverai una barra di testo in cui incollare ciò che ha prodotto l’AI oppure il tasto per caricare un file. Fatto ciò, premi su “Rileva testo” e attendi il risultato.

Sei stato scoperto? Allora un trucco efficace per modificare e rendere più umano il contenuto è sfruttare un parafrasatore AI. In questo caso, un sistema basato sull’AI modifica e rigenera il testo, rendendolo impercettibile e apparentemente scritto da un umano.

ZeroGPT ZeroGPT Cos'è e come funziona

Torna in campo ZeroGPT che, tra i suoi strumenti, ha anche quello per parafrasare. Puoi accedervi dal sito che ti abbiamo indicato poc’anzi, cliccando sull’icona “Parafrasatore AI” che trovi sopra la barra di testo. Incollalo e poi premi su “Parafrasa il testo”.

Se non vuoi passare per strumenti di questo tipo, allora ci sono alcune abitudini sicure e pratiche che ti possono dare una grossa mano. Per prima cosa, ricordati che l’intelligenza artificiale non deve essere l’unica “mano” a scrivere un testo. Aiutalo per darti un’idea e per seguire un filo logico, ma poi produci tu il contenuto vero e proprio.

È sempre bene non fidarsi di quanto indicato inizialmente, perché potrebbe essere soggetto a plagio da parte dell’AI. Infine, può tornare utile farsi scrivere inizialmente tutto il testo dall’intelligenza artificiale, chiedergli di convertirlo in un file di testo e poi procedere con le tue modifiche. Anche solo cambiare articoli e ordini delle parole, eliminando il superfluo, può essere sufficiente per rendere il progetto esente da rilevatori.

Per le immagini

Se invece utilizzi l’intelligenza artificiale per generare le immagini, il discorso è leggermente diverso. A differenza di quanto visto nel capitolo precedente per i testi, infatti, in questo caso non esistono rilevatori o strumenti in grado di identificare quando una foto è reale e quando ha un bot alle sue spalle.

I modelli disponibili oggi sono molto avanzati, basti pensare a Nano Banana di Google Gemini, ma forse non ancora del tutto impercettibili. Se non vuoi farti scoprire, puoi seguire alcuni semplici consigli.

Ricordati innanzitutto di fare molta attenzione al prompt di comandi, indicando informazioni che non stravolgano la foto originale o che non richiedano la generazione di soggetti e sfondi impossibili da vedere nella realtà.

È chiaro che se chiedi di generare un elefante che vola, sarà impossibile non pensare che dietro ci sia l’intelligenza artificiale. Discorso diverso se invece chiedi al bot di migliorare i colori, di aggiungere un soggetto, di ampliare le zone d’ombra e via dicendo.

Una volta aver generato la prima immagine, il chatbot te la mostrerà per chiederti cosa c’è da cambiare. Più che analizzare il risultato superficiale, cerca di dare un’occhiata ai particolari. Spesso ci sono dettagli poco visibili che sono fatti male, con errori o distorti.

Se una persona dovesse vederli, sicuramente capirà che non si tratta di un’immagine reale. Infine, fai attenzione al modo in cui vengono rappresentati i soggetti. Se i volti sono quasi “levigati” come effetto oppure sfuocati, chiedi al bot di migliorare questo aspetto.

Per le presentazioni

Un terzo e, forse, ultimo modo di usare l’intelligenza artificiale che può venire scoperto dall’essere umano o dai rilevatori è quello di generazione delle presentazioni. Hai bisogno di slide Powerpoint o Canva e non sai nemmeno da dove partire? L’AI può darti una grossa mano, ma occhio a non farti ingannare.

Sopratutto quando si tratta di creare dei mockup grafici da convertire per altri programmi, gli errori sono sempre facilmente visibili.

Se non vuoi farti scoprire, ti consigliamo di analizzare da vicino ciò che ti viene presentato e di intervenire dove serve. Potrebbero esserci errori ortografici, oppure di posizionamento delle grafiche e degli schemi.

Per evitare di venire beccato, potresti anche pensare di utilizzare quanto generato dal chatbot come semplice modello. Salva le slide, apri il tuo programma di riferimento per la creazione di presentazioni e riproduci quanto fatto dall’AI.

Quando bisognerebbe evitare l’uso dell’AI?

Di base, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale è ampiamente consentito. Ci sono però alcuni casi in cui sarebbe meglio evitare di avvalersene, non tanto per il rischio di venire scoperti, quanto per motivazioni di carattere etico.

L’AI è uno strumento potentissimo che aiuta nelle ricerche e nella creazione di contenuti. Se però ne hai bisogno per un testo che finirà sul web, con tutte le responsabilità e i rischi che ne conseguono, sarebbe meglio scriverlo di propria mano.

Lo stesso vale anche per le informazioni fornite. L’AI infatti spesso è imprecisa, con inesattezze (chiamate allucinazioni). Più che per una ricerca da zero, sarebbe meglio sfruttare i chatbot per ampliare un database preciso, concreto e già disponibile.

Tornando alle considerazioni etiche, se sei uno studente utilizzare l’intelligenza artificiale può portare alla sospensione o all’espulsione dalla scuola o dall’università. Se sei un lavoratore, invece, completare un’attività con l’ausilio dell’AI può metterti in guai seri, fino al licenziamento per progetti più importanti.

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