Scuola media bocciata: pochi insegnanti giovani e formati, calano gli apprendimenti. Lo studio

Teresa Maddonni

29 Settembre 2021 - 11:18

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Crisi nella scuola media: dal calo degli apprendimenti alla poca formazione degli insegnanti, al precariato. I numeri del disastro nel Rapporto della Fondazione Agnelli che dà anche soluzioni.

Scuola media bocciata: pochi insegnanti giovani e formati, calano gli apprendimenti. Lo studio

Bocciata la scuola media dal Rapporto della Fondazione Agnelli che dopo 10 anni torna ad analizzare la situazione della secondaria di primo grado.

Pochi insegnanti giovani e formati, l’età media supera i 50 anni, e un calo degli apprendimenti che non fa altro che acuire le differenze, anche territoriali.

Negli ultimi 10 anni, secondo la Fondazione Agnelli, la situazione della scuola media è peggiorata, con un contributo importante dato dal forte precariato.

Con il suo Rapporto la Fondazione fornisce anche interessanti spunti per uscire dalla crisi in cui è caduta la scuola media per il bene e il futuro delle giovani generazioni.

Scuola media bocciata: calano gli apprendimenti

La scuola media è peggiorata negli ultimi 10 anni e diversi sono i problemi riscontrati dalla Fondazione Agnelli, tra questi calo degli apprendimenti, ma anche il precariato, con gli insegnanti, per la maggiore over 50 e poco formati, che cambiano di continuo.

Poca innovazione e didattica non rinnovata come evidenzia il direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto.

Gli apprendimenti nella scuola media sono in calo e di livello inferiore agli altri Paesi europei e addirittura al percorso della primaria. Il divario territoriale peggiora la situazione come anche i risultati dei test Invalsi hanno dimostrato.

In Italia infatti, nei diversi territori, alla fine delle elementari gli studenti registrano risultati simili, ma questo non avviene al termine delle scuole medie dove il Sud arranca. Nel dettaglio:

  • Abruzzo, Molise, Campania e Puglia fanno registrare 17 punti in meno;
  • l’area Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna invece si attestano a 27 punti in meno.

La Fondazione nel suo Rapporto pone l’accento anche sull’orientamento, fondamentale durante la scuola media, con prove psicoattitudinali per evitare di essere bocciati al primo anno delle superiori per scelte errate. Chi fa buon orientamento alle medie infatti ha meno probabilità d’incorrere in problemi al grado successivo.

Scuola media: insegnanti over 50, poco formati e in fuga

A rendere ancora più drammatica la situazione della scuola media è la presenza di pochi giovani insegnanti, molti sono over 50. Ci sono insegnanti poco formati e spesso in fuga a causa del precariato imperante.

Il precariato infatti, con gli incarichi annuali, non favorisce la continuità didattica con ripercussioni sugli apprendimenti.

Nel dettaglio tra un anno e l’altro solo il 67% dei docenti della scuola media resta nello stesso istituto (87% alle elementari, 75% alle superiori). I dati confermano inoltre che la maggior gli insegnanti della secondaria di primo grado hanno un’età media di 52 anni. Nel dettaglio:

  • un insegnante su 6 è over 60;
  • un insegnante su 100 è under 30.

Inoltre, si legge nel rapporto, nella scuola media 8 docenti su 10 si sentono ben preparati nei contenuti disciplinari, mentre solo 4 su 10 si sentono adeguati nella didattica della propria materia e nella pratica d’aula, ma soltanto l’11% pensa di avere bisogno di ulteriore formazione didattica.

La Fondazione per superare la crisi della scuola media propone:

  • scuole aperte di pomeriggio;
  • una laurea ad hoc per insegnare;
  • lezioni che siano innovative;
  • attenzione all’orientamento.

“Nei prossimi mesi – se la pandemia darà tregua - sarà necessario riportare la secondaria di primo grado al centro dell’attenzione pubblica per farle ritrovare una missione che garantisca efficacia ed equità: consentire a tutti gli studenti di acquisire apprendimenti di qualità, fare crescere la loro
capacità di studiare in autonomia, orientare a scelte più consapevoli degli studi successivi”.

Queste le parole del direttore Gavosto che ha presentato il Rapporto. Lo stesso in conclusione ha posto l’accento sull’importanza degli apprendimenti:

“Il riscatto degli apprendimenti è allora ovviamente fondamentale nella scuola media, dove esplodono divari e disuguaglianze. Le politiche di cui si parla nel PNRR vanno per forza declinate nel grado scolastico più in difficoltà: in particolare, l’orientamento, la formazione e il reclutamento dei docenti, la didattica, proprio le aree di intervento che abbiamo indicato.”

E ha concluso:

“Oggi apprendimenti inadeguati nella secondaria di primo grado possono condizionare in modo decisivo il futuro di un ragazzo forse ancora di più che negli altri gradi scolastici, tenendo conto del momento focale di sviluppo cognitivo ed emotivo dei ragazzi a quell’età. Non si può lasciare la scuola media ancora indietro”.

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