Scritto abilitante in attesa di una riforma radicale: la proposta di COGITA

Isabella Policarpio

24/06/2020

24/06/2020 - 10:33

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Ancora incertezze sull’Esame di avvocato. Abbiamo chiesto a COGITA (Coordinamento giovani giuristi italiani) le loro proposte per quest’anno e per il futuro.

Scritto abilitante  in attesa di una riforma radicale: la proposta di COGITA

In questi mesi abbiamo assistito al susseguirsi di manifestazioni, proteste e proposte da parte dei praticanti avvocato e stavolta vogliamo dare voce all’associazione COGITA che raccoglie a livello nazionale laureati in Giurisprudenza, tirocinanti e giovani avvocati.

A fare da portavoce Francesco Contu che ci ha spiegato dettagliatamente la soluzione prospettata da COGITA per l’esame di avvocato di quest’anno e i progetti per il futuro.

Il fine di questa associazione, infatti, non è soltanto risolvere la questione della correzione degli scritti, ma promuovere una riforma radicale dell’esame di abilitazione alla professione forense, partendo dal percorso universitario.

Nel frattempo ricordiamo che il 27 giugno alle 16.00 in Piazza della Scala a Milano ci sarà una manifestazione contro l’inefficienza del Ministero della Giustizia nella gestione delle correzioni degli elaborati in seguito al coronavirus. Quello che i praticanti chiedono è l’attenzione - dovuta - da parte delle Autorità nei confronti di una professione spesso discriminata.

Scritto immediatamente abilitante per l’esame di avvocato 2019

La situazione emergenziale richiede una procedura “in deroga” per lo svolgimento dell’esame di abilitazione alla professione forense. Per questo COGITA propone una soluzione che mira ad evitare “la sovrapposizione degli orali con la nuova sessione scritta”, come ci dice il dottor Contu. La proposta è la seguente:

“scritto abilitante, che consentirebbe di eliminare la prova orale e di considerare abilitati tutti i candidati che avranno superato gli scritti.”

Una scelta che risponde all’esigenza pratica di scongiurare gli “scritti cautelativi” e il rischio di dover sostenere la prova orale (con modalità non ancora definite) a cavallo o in concomitanza con la nuova sessione d’esame 2020.

E riguardo alla correzione degli scritti?

Per Francesco Contu e gli altri aderenti a COGITA la correzione degli elaborati dello scorso dicembre è necessaria, anche per valorizzare l’impegno e la fatica dei candidati che hanno partecipato all’esame.

Purtroppo in sei mesi soltanto il 44,97% delle prove sono state corrette, una notizia che non stupisce - come afferma Contu - ma che “conferma la necessità di provvedimenti emergenziali, che di fatto sono già stati previsti per le altre professioni ordinistiche.”

Esame di avvocato: cosa e come dovrebbe cambiare

La situazione di quest’anno è senza dubbio un unicum, tuttavia ciò che COGITA (e non solo) chiede per il futuro è una riforma radicale della procedura di abilitazione che risale al 1934 e che, dati alla mano, si rivela ogni anno inadeguata.

A dirlo è stato anche il Ministro Bonafede: l’esame di avvocato “non risponde a criteri di razionalità e troppo spesso si presta ad esiti casuali”.

Secondo COGITA il problema di fondo è che negli ultimi anni l’esame di abilitazione si è trasformato in un meccanismo per “arginare il più possibile l’ingresso di nuovi professionisti nel mercato” anziché valorizzare “la tendenza spontanea e virtuosa dei più giovani verso la specializzazione”. Bisognerebbe partire dalla laurea professionalizzante e garantire una procedura di selezione “trasparente e al passo con i tempi”.

COGITA: proposta esame avvocato
Come e perché l’esame di abilitazione alla professione forense dovrebbe cambiare

Qualche cenno su COGITA

Dignità del lavoratore, principio di uguaglianza, razionalità nelle decisioni politiche ed equità generazionale sono i principi cardine di COGITA che, come si è anticipato, raccoglie giovani giuristi, tirocinanti e aspiranti alle professioni legali.

“Promuoviamo riforme per migliorare la condizione dei giovani giuristi presenti e futuri, monitoriamo l’aggiornamento normativo in materia di tirocini e praticantati e segnaliamo all’opinione pubblica i casi, purtroppo non rari, di vero e proprio abuso e sfruttamento lavorativo a danno dei giovani professionisti.”

La prima campagna associativa verrà avviata nei prossimi mesi.

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