Scambio sul posto fotovoltaico, ecco le nuove scadenze

Simone Micocci

27/11/2023

27/11/2023 - 10:43

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Scambio sul posto, ci sono importanti novità: incentivo anche per gli impianti installati nel 2024. E non è da escludere una proroga anche per il 2025.

Scambio sul posto fotovoltaico, ecco le nuove scadenze

Ci sono importanti novità per i possessori di un impianto fotovoltaico, come pure per chi ha in programma di acquistarlo: lo scambio sul posto resterà almeno per tutto il 2024.

Questo di fatto è l’incentivo più conveniente per coloro che decidono di installare un impianto fotovoltaico, il che in alcuni casi lo tende persino a preferire all’installazione di batterie per l’accumulo: con lo scambio sul posto, infatti, si viene rimborsati di tutta l’energia acquistata nei momenti della giornata in cui l’impianto non ha prodotto sufficiente energia, a patto ovviamente di averne immessa in rete almeno altrettanta. Un’operazione che in alcuni casi, potrebbe persino generare una plusvalenza per la famiglia (laddove il costo di acquisto dell’energia sia inferiore a quello di vendita al Gse).

A rendere lo scambio sul posto così conveniente c’è anche il fatto che il rimborso ottenuto (tra giugno e novembre, sotto forma di acconto e saldo) non è tassato, a differenza invece di quanto previsto per il Ritiro dedicato (dove le somme percepite sono considerate a tutti gli effetti come un reddito).

Tuttavia, per quanto conveniente lo scambio sul posto non durerà per sempre: la buona notizia è che molto probabilmente resterà per più tempo di quanto si potesse inizialmente immaginare, visto si andrà oltre alla scadenza del 31 dicembre 2023 (per i nuovi impianti).

Scambio sul posto, la decisione per il 2024

In questi giorni dall’Unione Europea è arrivato il via libera al decreto italiano che disciplina l’incentivo per le Comunità energetiche rinnovabili, quello che nei programmi dovrebbe rappresentare il futuro - insieme al Ritiro dedicato - degli impianti fotovoltaici.

Tuttavia, a mancare sono i decreti attuativi che dovranno ufficializzare l’addio allo scambio sul posto, per il quale appunto la scadenza era fissata al 31 dicembre 2023 per i nuovi impianti. L’addio non sarà però automatico: serviranno appunto le istruzioni del governo, alle quali poi il Gse (Gestore servizi energetici) dovrà adeguarsi.

Tuttavia, proprio dal Gse fanno sapere di non avere alcuna indicazione sulla fine dello scambio sul posto nel 2023, ragion per cui sembra ormai scontato che si procederà con una proroga tacita almeno per tutto il 2024.

Manca troppo poco alla fine dell’anno per poter pensare di definire i passaggi per un cambio che avrà un impatto non indifferente per quelle famiglie che nell’installare un fotovoltaico terranno sicuramente conto dei vantaggi dello scambio sul posto per valutare se acquistare o meno una batteria.

Ciò significa che coloro che installeranno un impianto fotovoltaico nel 2024 potranno ancora approfittare dello scambio sul posto, incentivo che come anticipato rappresenta una valida alternativa al sistema di accumulo (in quanto funziona come una sorta di batteria virtuale).

La scadenza per chi già percepisce dello scambio sul posto

Ricordiamo invece che la scadenza dello scambio sul posto per coloro che hanno installato un impianto entro il 2023 - e quindi stanno già godendo dell’incentivo - è invece fissata al 31 dicembre 2024.

Di fatto, vista la mancanza del decreto attuativo, ci troviamo nella situazione in cui la scadenza sarà fissata per tutti alla fine del prossimo anno, sia per i vecchi che per gli impianti installati nel 2024.

Ma attenzione, perché il futuro è tutt’altro che scritto: dal governo non sembra esserci tutta questa volontà di abbandonare quello che di fatto, venuta meno la possibilità di cessione del credito e sconto in fattura, è l’incentivo più importante per l’acquisto di un impianto fotovoltaico.

È quindi possibile che il decreto attuativo che segnerà la fine dello scambio sul posto e il passaggio al nuovo sistema, con spinta maggiore per le Comunità energetiche, tardi ancora ad arrivare, rappresentando così una spinta a quella transizione energetica che con la fine del superbonus rischia di subire un brusco stop.

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