Salasso contributi per chi ha pagato meno tasse

Patrizia Del Pidio

22 Luglio 2025 - 15:01

Amara sorpresa per chi ha aderito al concordato preventivo biennale e ha una cassa previdenziale privata, i contributi si versano sul reddito reale in molti casi.

Salasso contributi per chi ha pagato meno tasse

In arrivo un vero e proprio salasso di contributi per chi ha pagato meno tasse aderendo al concordato preventivo biennale. L’articolo 19 del decreto CPB prevede che una volta che il contribuente accetta la proposta del Fisco, i maggiori eventuali redditi effettivi non rilevano per la determinazione delle imposte sui redditi e dei contributi previdenziali. Il contribuente, in ogni caso, può decidere di versare i contributi anche sul reddito effettivo se lo desidera, a condizione che siano superiori al reddito concordato..

In ogni caso, quindi, la regola generale vuole che il reddito concordato, che è quello su cui si pagano effettivamente le tasse, porti anche alla determinazione dei contributi da versare. Ma non sempre è così.

Sconto anche sui contributi, ma non per tutti

Il concordato preventivo biennale ha permesso a molti contribuenti di pagare meno tasse del dovuto, accettando la proposta del Fisco. In questo caso, al di là di quello che poteva essere il reddito effettivo, le imposte andavano versate in base all’importo proposto dal Fisco. Lo stesso reddito concordato, poi, aveva effetto anche sulla determinazione dei contributi previdenziali da versare.

L’accordo dell’Agenzia delle Entrate con i contribuenti, valido per il biennio 2024/2025 prevede che sia per i soggetti ISA che per quelli in regime forfettario, gli obblighi contributivi siano determinati in base al reddito oggetto da accordo.

Se nessun dubbio sorge per chi versa i propri contributi all’Inps, e nello specifico artigiani, commercianti e iscritti alla Gestione Separata per i quali ai fini contributivi si prende in riferimento il reddito concordato, il problema si pone per i professionisti con cassa privata.

La norma in questione, potendo ledere l’autonomia delle casse private, è stata posta come non obbligatoria per esse. Avvocati, geometri, ingegneri, giornalisti e commercialisti, solo per citare alcuni dei professionisti coinvolti, devono versare i propri contributi in base a quanto deciso dalle singole casse previdenziali, e quasi nessuna ha abbracciato la possibilità di determinare il dovuto sul reddito concordato.

Stangata contributi per alcuni professionisti

L’autonomia delle casse previdenziali private è pienamente riconosciuta anche dalla disciplina giurisprudenziale e ogni ente, di fatto, può prendere una autonoma decisione per quanto riguarda i contributi che i propri iscritti devono versare.

La Cassa Forense, ad esempio, ha confermato che il concordato preventivo biennale non può produrre alcun effetto sugli obblighi contributivi e, di fatto, gli iscritti dovranno versare i contributi sul reddito effettivo. Lo stesso accade anche per la Cassa Commercialisti e gli iscritti all’INPGI (cassa dei giornalisti), anche questi professionisti dovranno versare i contributi sul reddito effettivamente prodotto.

Se da una parte, quindi, la base imponibile potrebbe essere calata grazie al concordato preventivo biennale, moltissimi professionisti saranno chiamati alla cassa entro fine anno per versare i contributi relativi al 2024 e avranno l’amara sorpresa di dover pagare contributi più alti di quelli preventivati.

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