Le stesse identiche auto a marchio Opel nel Regno Unito vengono vendute con lo stesso nome ma sotto il logo Vauxhall: ecco il motivo.
Se vi capita di viaggiare nel Regno Unito, potreste notare qualcosa di curioso per strada: automobili Opel, molto famose e diffuse in Europa, che circolano però con un altro logo, quello della casa automobilistica britannica Vauxhall. Ma come è possibile? Dietro questa singolare particolarità si nasconde un accordo storico che ha dato vita a una collaborazione unica nel suo genere. Ecco perché la stessa auto, per essere venduta oltremanica, deve presentarsi con un marchio diverso.
Perché Opel vende le sue auto nel Regno Unito con il marchio Vauxhall
La storia della cooperazione tra Opel e Vauxhall affonda le radici nel passato. Se il marchio tedesco è oggi conosciuto in tutta Europa, il nome Vauxhall risulta ignoto a molti. Eppure si tratta di una delle case automobilistiche più antiche del Regno Unito, fondata nel 1857, quando produceva motori e pompe navali nel quartiere londinese di Vauxhall, da cui prese il nome.
All’inizio del Novecento, nella sua prima fase industriale, Vauxhall produceva vetture di lusso destinate a una clientela d’élite, paragonabili per prestigio a Bentley e Rolls-Royce. Tuttavia, questa scelta di mercato non durò a lungo. La Prima guerra mondiale e la successiva recessione, accompagnata da un periodo di iperinflazione e da una crescente concorrenza nel settore automobilistico, misero in seria difficoltà l’azienda. I vertici furono quindi costretti, nel 1925, a vendere il marchio al gruppo americano General Motors.
Pochi anni dopo, nel 1929, General Motors acquisì anche Opel. Fino agli anni Sessanta i due marchi, pur sotto la stessa proprietà, operarono in modo indipendente. Nel 1963 iniziò la prima vera collaborazione con la produzione della Vauxhall Viva, una piccola auto familiare. Lo stesso modello venne commercializzato in Germania con il nome di Opel Kadett, segnando l’inizio di una cooperazione sempre più stretta.
Col tempo, i legami tra i due brand si consolidarono ulteriormente. Alcuni problemi riscontrati da Vauxhall, come la tendenza alla corrosione dei veicoli e la bassa produttività degli stabilimenti britannici, portarono a un maggiore controllo da parte di Opel, cui fu affidato lo sviluppo di una piattaforma globale. Nacquero così una serie di modelli identici nella struttura e differenti solo per piccoli dettagli estetici, come il logo o il nome commerciale.
Questa collaborazione influenzò profondamente anche la visibilità di Vauxhall al di fuori del Regno Unito. Poiché i suoi modelli erano sostanzialmente versioni rimarchiate delle Opel, già ben consolidate nei mercati europei, il marchio britannico non aveva alcun interesse a espandersi oltre i propri confini. Scelse quindi di concentrarsi esclusivamente sul mercato interno.
La strategia, tuttavia, appariva singolare. In quegli anni gli inglesi erano molto attenti a sostenere i marchi automobilistici nazionali, considerati un pilastro dell’occupazione e dell’identità industriale del Paese. Le auto straniere, in particolare quelle tedesche, venivano guardate con sospetto. Eppure, in modo curioso, un’auto costruita interamente in Germania risultava perfettamente accettabile ai consumatori britannici, purché sfoggiasse sul cofano un emblema «made in UK».
Oggi i due marchi sono di proprietà Stellantis
Negli anni Ottanta Vauxhall decise di ritirarsi dal mercato europeo, mentre Opel fece lo stesso nel Regno Unito, in modo da evitare una concorrenza diretta. Da quel momento General Motors eliminò anche le ultime differenze tra i due marchi: la stessa auto veniva venduta in Europa come Opel e nel Regno Unito come Vauxhall.
A seguito di difficoltà finanziarie, nel 2017 General Motors decise di vendere entrambi i brand al gruppo francese PSA. Successivamente, nel 2021, PSA si è fusa con Fiat Chrysler Automobiles, dando vita al nuovo colosso automobilistico Stellantis.
Oggi Opel e Vauxhall fanno parte di questo grande gruppo, lo stesso che controlla marchi come Fiat, Peugeot, Citroen e Alfa Romeo, continuando a condividere tecnologia, piattaforme e una storia industriale comune che unisce Germania e Regno Unito da quasi un secolo.
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