Ryanair chiude il servizio Prime (dopo soli 8 mesi). Ecco cosa non ha funzionato

P. F.

2 Dicembre 2025 - 18:02

Addio al servizio Prime di Ryanair. La compagnia aerea low-cost si è trovata costretta a chiudere il suo programma frequent flyer poiché troppo vantaggioso per i clienti.

Ryanair chiude il servizio Prime (dopo soli 8 mesi). Ecco cosa non ha funzionato

Errore di calcolo notevole per Ryanair. Dopo soli 8 mesi, la compagnia aerea low-cost si è vista costretta a chiudere Prime, il suo programma frequent flyer, poiché era troppo conveniente per i clienti.

Il servizio, che offriva vantaggi tra cui sconti sui voli, posti riservati gratuiti su un massimo di 12 voli all’anno e assicurazione di viaggio, ha raccolto le iscrizioni di circa 55.000 passeggeri, generando 4,4 milioni di euro in quote di abbonamento. Tuttavia, i benefici ricevuti dai clienti hanno superato i 6 milioni di euro, rendendo l’offerta una fonte di perdita per l’azienda.

Dara Brady, Chief Marketing Officer di Ryanair, ha dichiarato che il programma “è costato più soldi di quanti ne abbia generati”. “Questo livello di abbonamenti, o ricavi da abbonamento, non giustifica il tempo e gli sforzi necessari per lanciare la vendita mensile di posti Prime esclusivi per i nostri 55.000 membri Prime”.

Il dietrofront di Ryanair sul programma Prime

Lanciato ufficialmente a febbraio 2025, Prime consisteva in un abbonamento annuale da 79 euro per i clienti dell’Unione Europea e del Regno Unito. Secondo le stime di Ryanair, gli aderenti al programma avrebbero risparmiato fino a 420 euro (per chi volava 12 volte l’anno) e circa 105 euro (per chi effettuava almeno 3 voli).

Temendo un’affluenza esagerata, la low-cost aveva fissato un limite massimo di iscritti a 250.000. Ma se ne sono abbonati solo 55.000. Chi ha già aderito all’offerta, però, può tirare un sospiro di sollievo.

Il programma, chiuso ufficialmente dal 27 novembre 2025, rimarrà attivo per chi si è già abbonato fino a ottobre 2026: “Siamo grati ai 55.000 membri Prime che si sono iscritti a questa prova negli ultimi 8 mesi, e possono essere certi che continueranno a beneficiare di offerte esclusive su voli e posti per il resto dei loro 12 mesi di abbonamento”, ha rassicurato Brady.

Gli ambientalisti esultano

A godere della notizia sono stati, senza dubbio, gli ambientalisti. Nonostante siano convenienti per chi li acquista, i programmi fedeltà proposti dalle low-cost aumentano la frequenza dei voli e, di conseguenza, contribuiscono significativamente all’inquinamento provocato dalle emissioni di gas a effetto serra.

Per questo motivo, gli attivisti del movimento globale Stay Grounded chiedono da tempo all’Unione Europea di vietare questa tipologia di programma (adottato anche da altre low-cost di punta come WizzAir, EasyJet e Volotea), di applicare tasse per chi vola con frequenza e di investire nel trasporto terrestre per evitare un peggioramento estremo della crisi climatica.

All’inizio dell’anno, inoltre, un portavoce dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ha osservato che, nonostante molti Stati membri dell’Unione Europea abbiano introdotto politiche per ridurre le emissioni di CO₂, iniziative come i programmi di voli illimitati rischiano di produrre l’effetto contrario, alimentando anche altri fenomeni nocivi come l’overtourism.

Argomenti

# Aereo

Iscriviti a Money.it