Scatta l’allarme benzina in Russia. Alcune città hanno già esaurito completamente la benzina a 95 ottani e i prezzi stanno salendo alle stelle
Reduce dall’incontro in Alaska con il Presidente Statunitense Trump, Vladimir Putin si ritrova ad affrontare un problema che rischia di rivelarsi devastante: l’esaurimento delle scorte di benzina.
A causa dell’aumento del fabbisogno energetico per l’economia di guerra e degli attacchi dei droni ucraini alle principali raffinerie del Paese, le scorte di benzina iniziano a scarseggiare in molte regioni russe e il poco carburante rimasto ha raggiunto prezzi record.
In Russia manca la benzina
Quello che sembrava un problema di carattere regionale, si sta trasformando in una vera e propria emergenza nazionale. La Russia è a corto di benzina e in regioni come la Crimea e la Transbajkalia la vendita di carburanti è attualmente concessa solo ad aziende e organizzazioni che sono costrette a pagare esclusivamente con la carta di credito.
A denunciare il problema sui canali Telegram i residenti di queste stesse ragioni che sottolineano come la benzina a 95 ottani sia esaurita in quasi tutte le stazioni di servizio.
In Transbaikalia, la vendita gratuita di benzina a 95 ottani sarebbe terminata all’inizio di agosto. A Chita, la catena Neftemarket ha limitato le vendite a 10 litri per veicolo.
I prezzi salgono alle stelle
Come era facile da immaginare, la carenza di benzina ha fatto salire i prezzi a nuovi picchi storici. Secondo l’edizione russa di Kommersant, a inizio agosto la 95 ottani è salita dell’1,08%, arrivando a toccare la cifra di 77.001 rubli a tonnellata. Ovvero il 28% in più rispetto alla fine del 2024.
E la salita sembra ancora lontana dalla fine. L’agenzia statale Zabaikalkraistat di Chita parla di un +8% di crescita di prezzo rispetto a luglio 2024 e di un aumento, nel solo mese di agosto del 2025, di oltre il 2%.
Secondo una fonte industriale citata ancora una volta da Kommersant, l’impennata del costo della benzina è stata causata dagli attacchi ucraini alle principali raffinerie dello scorso 2 agosto che avrebbero ridotto la capacità di produzione di circa 40mila tonnellate al giorno.
E a rendere ancora più complesso il quadro è arrivata la segnalazione da parte dell’Unione Russa dei carburanti della partenza di una serie di riparazioni alle raffinerie che rischia di diminuire ulteriormente produzione e disponibilità.
Le contromisure del Governo Russo
Per affrontare la situazione il Governo Russo ha deciso, lo scorso 28 luglio, di vietare tutte le esportazioni di benzina per tutto agosto, adducendo come motivazione la necessità di mantenere la stabilità del mercato nazionale in un periodo di forte fabbisogno energetico nel settore agricolo.
Allo stesso tempo, però, il Servizio Federale Antimonopolio ha annunciato una serie di verifiche su oltre 10.000 stazioni di servizio per rilevare eventuali violazioni alle stringenti norme imposte dal governo centrale.
Un governo centrale che, tramite il Ministero dell’Energia, continua a predicare ottimismo, dichiarando che il mercato dei prodotti petroliferi è solido e che le compagnie hanno deciso di ridurre le esportazioni soltanto per esigenze di carattere interno.
Difficile capire se sia la verità o meno. Dal 2024 i dati su produzione e consumo di carburanti sono classificati come segreti di Stato.
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