La Russia chiede al Belgio €196 miliardi per i beni congelati. A rischio anche l’Italia?

Ilena D’Errico

15 Dicembre 2025 - 21:52

Il Belgio ha paura di ritorsioni e infatti gli vengono chiesti 196 miliardi di euro per le risorse congelate. Cosa rischiamo?

La Russia chiede al Belgio €196 miliardi per i beni congelati. A rischio anche l’Italia?

Mentre l’Europa cerca di capire come sfruttare i beni russi congelati senza esporsi a rischi, questi ultimi già si palesano a lettere capitali, confermando i timori del Belgio. Quest’ultimo si è infatti detto contrario all’uso, qualsiasi esso fosse, dei beni russi perché è la belga Euroclear a detenere buona parte delle risorse congelate (per un ammontare di circa 185 miliardi di euro). Di fatto la società è proprio l’ultimo avamposto contro l’accesso europeo ai beni di Mosca, convincendo lo stesso Stato belga a evitare posizioni scomode.

Ci ha pensato ora Putin a convincere il Belgio che è meglio sottrarsi alle intenzioni europee, chiedendo un risarcimento da ben 196 miliardi di euro (18,2 trilioni di rubli) all’istituzione di deposito europea. Una causa miliardaria appena annunciata dal tribunale di Mosca, nel tentativo di recuperare fondi e autonomia, che cominciano a scarseggiare, ma evidentemente anche per influenzare le trattative sull’uso delle risorse provenienti dalle sanzioni.

Di tutta risposta, peraltro, Euroclear chiede all’Ue un cuscinetto di salvataggio tutt’altro che simbolico. Per difendersi dalle minacce del Cremlino la società chiede liquidità aggiuntiva e una condivisione delle responsabilità, tra le varie modifiche al pacchetto europeo. Bisogna infatti ricordare che il Belgio non è l’unico Stato a detenere i beni russi per effetto delle sanzioni occidentali. Intanto, quindi, c’è da vedere dove andrà a parare l’azione legale della Russia, visto che l’Europa sembra frammentarsi.

La Russia chiede al Belgio €196 miliardi per i beni congelati

In base alle informazioni condivise dalle agenzie di stampa russe sappiamo che il tribunale arbitrale di Mosca potrebbe presto dirimere una controversia tra Euroclear e la Banca centrale russa. Quest’ultima ha infatti depositato un ricorso chiedendo alla società belga un risarcimento da 196 miliardi di euro per i beni russi congelati (ingiustamente a suo dire). Se l’arbitrato dovesse favorire Mosca quest’ultima potrebbe agire direttamente per recuperare i beni trattenuti da Euroclear anche fuori dai confini della Federazione.

Che questo sia l’esito probabile, però, è tutto dire. Il congelamento dei beni russi è lecito nell’ambito del contrasto ai Paesi che minacciano la sicurezza e la pace internazionale. Senza contare che il tribunale russo non ha giurisdizione per obbligare Euroclear alla restituzione (come nessun tribunale europeo può ordinare la confisca dei beni). In attesa di una soluzione condivisa, inoltre, l’Unione europea ha autorizzato il congelamento a tempo indeterminato (senza necessità di rinnovare le sanzioni su base semestrale, ma fino a nuova decisione) dei beni in questione, muovendosi comunque nei limiti del diritto internazionale.

L’uso dei beni russi è un altro conto, più facilmente motivo di controversie e difficile da giustificare. La questione è dibattuta nel diritto internazionale, sollevando forti preoccupazioni anche per la politica finanziaria ed economica dell’Eurozona. Non ci sono risposte certe, ma sicuramente il Cremlino potrà usare le azioni legali per dissuadere le sanzioni o costringere i Paesi occidentali a spese legali e squilibri diplomatici pericolosi.

È a rischio anche l’Italia?

Attualmente l’Italia detiene circa 2,3 miliardi di euro di beni russi congelati, su un totale di 210 miliardi di euro congelati dall’Unione europea. Più di 100 miliardi di euro sono inoltre negli Stati Uniti. In questo contesto è assai improbabile che Mosca possa tentare di rivalersi sul piccolo Belpaese, che conserva una parte minuscola dell’ammontare delle risorse congelate e soprattutto non si presterebbe all’invio di un messaggio politico.

L’azione contro Euroclear, a dirla tutta, sembra servire da sola a bacchettare chiunque abbia messo mano sui beni di Mosca. È infatti la società belga ad averne gran parte, ben 185 miliardi di euro, la parte più sostanziale delle sanzioni e così anche quella determinante nelle decisioni di Bruxelles. Ciò non significa che la Banca centrale russa sia impossibilita ad adire un’azione legale contro qualsiasi società europea, anche italiana, in possesso dei beni congelati.

Sembra uno scenario irrealistico, almeno nell’immediato periodo. D’altra parte, potrebbe tutto far parte della nuova strategia del Cremlino. Il commissario Ue all’Economia Valdis Dombrovskis, in particolare, ritiene che dovremmo “aspettarci che la Russia continui ad avviare procedimenti legali speculativi per impedire all’Ue di rispettare il diritto internazionale e per far valere l’obbligo legale della Russia di risarcire l’Ucraina per i danni causati loro”. Ecco perché la Commissione Ue prepara un materasso pronto ad alleggerire la caduta, anche se al momento non convince tutti.

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