Per i russi aumentano i nemici in Europa, soprattutto se una delle voci più influenti dello Stato invita a cancellare dalle mappe alcune città europee.
La Russia non ha accettato di buon grado le nuove sanzioni stabilite dall’Unione europea, che ha innalzato la pressione sul Cremlino per incentivare i negoziati con l’Ucraina. Non ci si poteva aspettare diversamente, anche perché la stessa linea dura europea trova corrispondenza negli Stati Uniti, alimentando le tensioni tra Putin e Trump. La narrazione in onda sulla tv russa, però, va ben oltre il disaccordo politico, risultando quantomeno inquietante e preoccupante. Le recenti dichiarazioni del giornalista Vladimir Solovyov, in particolare, suonano come aperte minacce ai cittadini europei, giudicati colpevoli per l’interferenza dell’Ue nella guerra in Ucraina.
Per questo, Solovyov chiede addirittura di cancellare due città europee dalla mappa, colpendo due delle capitali europee più rappresentative: Parigi e Berlino. Affermare in senso figurato di voler replicare alle sanzioni eliminando gli avversari non sarebbe nemmeno così allarmante se la protagonista non fosse la Russia, ma soprattutto se nelle presunte metafore del giornalista non ci fossero troppe menzioni all’attacco bellico contro obiettivi simbolici dei Paesi comunitari. Iperboli di cattivo gusto o presagi di un’escalation, che comunque non dipenderebbe dalle parole di Solovyov, è sotto gli occhi di tutti: i rapporti tra la Russa e l’Europa continuano a deteriorarsi progressivamente, sempre più vicini a un punto di non ritorno.
I russi contro nuovi obiettivi in Europa
Senza scadere in allarmismi, le recenti dichiarazioni di Vladimir Solovyov destano delle preoccupazioni difficili da ignorare. I rapporti con l’Occidente si sgretolano ogni giorno di più e la popolazione russa viene apertamente istigata all’odio nei confronti dell’Europa. Certo, non è il presidente Putin in persona a rendere queste dichiarazioni (per quanto non sia affatto nuovo a intimidazioni e provocazioni), né un portavoce del Cremlino. Solovyov è però una personalità molto influente in Russia, tanto dal punto di vista economico quanto (e forse in termini ancora maggiori) nella comunicazione con il pubblico.
Non a caso, la sua vicinanza al presidente russo gli ha fatto conquistare il soprannome di “falco” o “voce” di Putin. La sua opinione e le sue dichiarazioni riflettono le idee del Cremlino, con la capacità di influenzare l’opinione pubblica e incidere nel contesto geopolitico anche senza incontrare direttamente la politica. Le ennesime aspre dichiarazioni di Solovyov indirizzano i russi verso nemici ben precisi e identificati, facendo leva sulla disperazione di un popolo, in buona parte vittima incolpevole dell’autoritarismo del proprio governo. Che si tratti di questo o della ferma condivisione delle ideologie del Cremlino, la propaganda d’odio non può che peggiorare la situazione.
Solovyov vuole «cancellare due città europee dalla mappa»
Come anticipato, nel corso di una trasmissione televisiva Solovyov si è lasciato andare a durissime critiche contro l’Unione europea. Una vicenda che di per sé non lascia alcun senso di sorpresa: tanto l’antieuropeismo quanto i toni aggressivi di Solovyov sono ormai consolidati. Non passa occasione in cui il giornalista, ultra sovranista d’eccezione, non invochi attacchi contro l’Europa, gli Stati Uniti o altri avversari, peraltro senza farsi troppi problemi a scomodare missili e armi nucleari. Esternazioni colorite che comunque gli hanno fatto collezionare premi e riconoscimenti nella madrepatria (e sanzioni dall’Occidente).
Nell’ultimo di questi episodi, comunque, nel mirino del propagandista sono finite Berlino e Parigi. Secondo Solovyov, infatti, la Russia dovrebbe reagire contro le sanzioni europee (che come oligarca lo colpiscono direttamente). Ecco che, secondo il giornalista, così come l’Ue ha approvato nuove sanzioni la Russia potrebbe bombardare il Palazzo dell’Eliseo o la Cancelleria federale tedesca, cominciando a colpire i luoghi dell’Europa in cui si “prendono le decisioni”.
Attacchi inauditi alle massime cariche della Francia e della Germania, senza dubbio supportati anche dalle recenti tensioni con Mosca. Intanto, il conflitto continua ad allungare le morti (su entrambi i fronti), con conseguenze devastanti per tutti gli attori coinvolti.
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