Royalties e tassazione: come funziona nel 2022

Caterina Gastaldi

5 Agosto 2022 - 11:20

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Le royalty sono una formula di pagamento per lo sfruttamento di una proprietà intellettuale: scopriamo come funzionano.

Royalties e tassazione: come funziona nel 2022

Si sente molto spesso parlare di royalties in relazione ai contratti riguardanti la pubblicazione di romanzi, film o anche brevetti industriali. La cessione dei diritti su questi prodotti e la loro remunerazione viene infatti spesso gestita contrattualmente con formule di pagamento speciali.

Lo sfruttamento delle opere derivanti dall’ingegno, dall’utilizzo di un marchio o da progetti di innovazione viene spesso pagato con la formula delle royalties agli aventi diritto. Si tratta di una tipologia di pagamento più comune e utilizzata di quanto non si possa pensare. Ma come funzionano le royalties nel 2022, in che modo vengono tassate, è necessario aprire una partita Iva per questo tipo di introito?

Cosa sono le royalties

Le royalties sono una delle tante tipologie di remunerazione esistenti e solitamente vengono pagate agli artisti. Per esempio quando un autore affida la vendita di un suo libro ad una casa editrice riceverà solo una percentuale sulle vendite che dovrà essere definita durante il contratto preliminare. La casa editrice provvederà a fare i pagamenti dovuti alle scadenze prestabilite, riconoscendo le royalties previste all’autore.

Non sono, tuttavia, solo gli artisti a venire pagati in royalties, anche se si tratta solitamente della prima professione che viene in mente quando se ne parla. Anche le aziende hanno dei ricavi, così come i detentori di brevetti o licenze, quando queste vengono sfruttate da terzi.

Si possono definire, in generale, un compenso variabile poiché il loro ammontare dipende dalle vendite o dal successo del prodotto generato dal lavoro autonomo. Oltre agli artisti anche le aziende le percepiscono nel momento in cui viene ceduto lo sfruttamento del diritto d’autore, per esempio nel caso di un brevetto.

Si possono quindi definire un pagamento che viene fatto al proprietario di un diritto d’autore nel momento in cui questo concede lo sfruttamento delle sue opere.

Chi le percepisce

Le royalties possono essere percepite da:

  • persone fisiche;
  • aziende.

Tra le persone fisiche si possono inserire gli artisti, come gli autori, disegnatori, o musicisti, per esempio, che possono essere pagati in parte o completamente tramite l’utilizzo di questa modalità. In Italia l’ente pubblico adibito a occuparsi del pagamento per l’utilizzo delle opere di ingegno e la redistribuzione dei proventi è la Siae.

Il secondo gruppo, quello delle aziende, riceve i pagamenti delle royalties in relazione allo sfruttamento di brevetti e licenze.

In entrambi i casi non esiste una regola definita per la quantificazione delle royalties, ma solitamente viene decisa una percentuale sul valore dell’opera in sede di contratto. A volte sono una percentuale stabilita, mentre può anche accadere che aumentino al superamento di un certo numero di vendite.

Per quel che riguarda le aziende, per lo sfruttamento del marchio o del brevetto, di solito le opzioni possono essere:

  • una percentuale fissa sulle vendite;
  • un minimo garantito che può aumentare in proporzione alle vendite e ai ricavi;
  • una percentuale variabile sulle vendite.

Come vengono tassate

La tassazione delle royalties dipende da diversi fattori e proprio per questo il consiglio è quello di rivolgersi a un commercialista soprattutto nel caso si avessero dei dubbi. Prima di tutto, se si è una persona fisica, non è sempre necessario aprire una partita Iva, che deve essere aperta solo nel caso in cui i diritti vengano percepiti nell’ambito dell’attività d’impresa.

Per esempio se avete progettato una nuova invenzione e decidete di venderla senza avere un’impresa, guadagnerete dalle royalty e basta. In questo caso non si è strettamente obbligati ad aprire la partita Iva, ma i ricavi dal proprio marchio personale dovranno essere dichiarati come “redditi diversi”. Bisognerà quindi pagare l’Irpef sulle royalty, ma non l’Iva o gli eventuali contributi.

Nel caso in cui si fosse una persona fisica dotata di partita Iva e si guadagnasse dalla cessione del diritto d’autore, come accade spesso quando si lavora da articolista online, allora bisognerà pagare l’Irpef e calcolare la base imponibile per la ritenuta d’acconto, che varia a seconda dell’età dell’autore. La deduzione sarà al 40% per chi ha meno di 35 anni e al 25% per gli altri soggetti.

Per quel che riguarda la tassazione per coloro che ricadono sotto la definizione di persona giuridica le royalties sono reddito su cui bisogna pagare Irap e Ires. In questo caso, per poter accedere a una tassazione agevolata si può scegliere il regime di “patent box” nel 2022.

Differenza tra royalties e provvigione

Le royalties e le provvigioni sono due cose diverse, anche se può accadere di sentirne parlare in abbinamento, ma è importante sottolineare che le royalties sono una percentuale costante che l’interessato ricava sulle vendite.

La provvigione invece è un pagamento ricevuto al raggiungimento di una determinata tipologia di prestazione, come una specifica quantità di vendite. L’uno, in ogni caso, non esclude l’altro, e in entrambi i casi dipendono dal successo del prodotto o del marchio.

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