Spunta l’ipotesi di un ridimensionamento della rottamazione quinquies e la durata potrebbe scendere da 10 a 8 anni. Vediamo gli ultimi rumors e cosa potrebbe cambiare.
La rottamazione quinquies è una misura non ancora definita e proprio per questo, quasi di giorno in giorno, emergono nuove ipotesi di modifica alla proposta iniziale. Questo accade per conciliare la necessità di una pace fiscale con le poche risorse a disposizione per realizzarla, le modifiche servono, in parte, a contenere il costo della misura e, in parte, a escludere gli eventuali ‘furbetti’ dall’accesso.
Originariamente la rottamazione quinquies doveva essere la sanatoria definitiva, quella aperta a tutti e che consentiva di saldare i debiti con il Fisco in modo più facile, suddividendo i pagamenti in 120 rate, in 10 anni. Man mano che la misura viene approfondita, però, emergevano dei cambiamenti. In un primo momento non erano previste rate iniziali più alte, ma successivamente è stata avanzata l’ipotesi di un acconto del 5% per i debiti più alti.
Rottamazione in 96 rate
Una delle novità delle ultime ore è quella di voler realizzare una rottamazione ridimensionata. Non più le 120 rate in 10 anni promesse nell’ultimo anno, ma una rateizzazione in un massimo di 96 rate, ovvero 8 anni. Riducendo il piano di rientro, infatti, il Governo risparmia con le coperture da mettere a disposizione per la misura. In ogni caso le eventuali 96 rate della rottamazione quinquies rappresentano comunque un importante passo avanti rispetto alle 18 previste dalla quater.
La riduzione del numero di rate è accompagnata anche da un paletto: la rata minima da versare deve essere di almeno 50 euro. Se il debito è basso, quindi, la rateizzazione sarà rimodulata in base all’importo, che non potrà essere inferiore a 50 euro.
A confermare l’idea di ridurre il numero delle rate sono anche le parole del viceministro dell’Economia Maurizio Leo.
Rottamazione con sistema di pagamento differenziato
La pace fiscale a cui sta lavorando l’esecutivo, con l’aiuto dei tecnici, prevede un sistema di pagamento che cambi in base all’ammontare del debito per fare in modo che chi ha debiti più esigui riesca a chiudere i conti con il Fisco in tempi più brevi.
Proprio in tal senso si vuol prevedere un importo minimo per le rate, in questo modo si evita di avere costi di gestione sproporzionati rispetto al gettito. Le cartelle di importo contenuto, di fatto, non avranno un piano di rientro di 96 rate, ma un piano di rientro più breve.
L’anticipo obbligatorio, che sostituirebbe le maxi rate iniziali, pari al 5% dell’importo totale, dovrebbe essere previsto solo per i debiti superiori a 50.000 euro, mentre per tutti i debiti di importo più basso sarà previsto un piano di rientro con rate tutte dello stesso importo.
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