Rottamazione quinquies, nuovi limiti in arrivo dopo le bocciature di Bankitalia, Corte dei Conti e UPB?

Patrizia Del Pidio

9 Novembre 2025 - 08:42

Bocciata la rottamazione quinquies da tre istituzioni indipendenti che hanno esaminato la manovra, saranno richiesti nuovi limiti per l’accesso?

Rottamazione quinquies, nuovi limiti in arrivo dopo le bocciature di Bankitalia, Corte dei Conti e UPB?

La rottamazione quinquies, ormai, è una certezza. Non è certo ancora, invece, come sarà fatta, anche se quanto contenuto nel testo della Legge di Bilancio 2026 restituisce un’idea abbastanza concreta delle modalità di accesso, del numero delle rate, dei limiti, della decadenza e degli esclusi. Ovviamente tutto può ancora cambiare e fino alla pubblicazione della versione definitiva della manovra di fine anno ogni particolare della sanatoria fiscale 2026 potrebbe essere modificato.

Intanto, nell’audizione dello scorso giovedì in seduta congiunta della Commissione Bilancio di Camera e Senato, la Banca d’Italia, la Corte dei Conti e l’Ufficio parlamentare di bilancio hanno bocciato la rottamazione sostenendo che le continue sanatorie stanno mettendo a repentaglio la credibilità del sistema fiscale italiano e al tempo stesso alimentano l’evasione fiscale: non si paga in attesa della prossima sanatoria.

Le tre bocciature della rottamazione

La Corte dei Conti, da anni, non approva le sanatorie previste dallo Stato perché ogni volta il gettito atteso non viene soddisfatto. Inoltre prevedere periodicamente rottamazioni, sanatorie e stralci, vengono visti come una sorta di premio nei confronti di chi non paga, messo allo stesso livello di chi, onestamente, paga ogni cosa nei tempi stabiliti.

Anche Bankitalia boccia la rottamazione quinquies: presentata dal governo come una boccata d’ossigeno per i contribuenti in difficoltà economica e come una fonte di incasso rapido per le casse dello Stato, non assicura risultati efficaci sulla riscossione e mette a rischio la credibilità del sistema fiscale italiano.

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate le prime quattro rottamazioni hanno portato un gettito solo della metà delle reali somme dovute sottolineando come la sanatoria sortiscono effetti negativi sui conti pubblici con entrate previste mai realizzate.

La rottamazione mina la fiducia dei contribuenti

La reputazione del sistema tributario è messa a repentaglio da continue rottamazioni che trasmettono l’idea che tanto chi non paga potrà beneficiare, in futuro, di una nuova sanatoria. Allo stesso tempo, però, si mina anche la fiducia che i contribuenti che rispettano le scadenze hanno nel sistema tributario stesso portando a una riduzione della volontà di rimanere regolari nei pagamenti.

Quello che fa notare Bankitalia, inoltre, è che una rottamazione può dare un sollievo momentaneo ai debitori, ma al contempo non consente di risolvere strutturalmente il fenomeno dell’evasione fiscale. La soluzione dovrebbe essere quella di prevedere riforme organiche del sistema.

Secondo le stime della Banca d’Italia, la rottamazione quinquies comporta per le casse dello Stato una perdita di gettito di circa 1,5 miliardi di euro solo nel 2026 e di mezzo miliardo di euro per il 2027 e il 2028.

La rottamazione non è selettiva

Era stato annunciato dal Governo che la sanatoria era riservata solo ai contribuenti meritevoli, ma nel testo della Legge di Bilancio non è previsto nessun meccanismo selettivo che permetta di limitare l’accesso alla rottamazione solo a chi è meritevole e si trova in difficoltà economica.

Questo significa che durante l’iter parlamentare della manovra potrebbe essere inserito nella rottamazione anche qualche paletto che possa limitare ancora di più la platea dei beneficiari.

Nel frattempo, però, il vicepremier Matteo Salvini chiede un ampliamento della rottamazione quinquies, ma il ministro Giancarlo Giorgetti frena gli entusiasmi invitando alla cautela:

“Espandere la rottamazione richiede una copertura, voglio vedere la copertura che c’è”.

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