Roberto Colaninno, morto uno dei protagonisti della storia dell’economia italiana: ecco chi era e cosa ha fatto

Giorgia Bonamoneta

19 Agosto 2023 - 13:27

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È morto all’età di 80 anni Roberto Colaninno, imprenditore che ha percorso la storia dell’economia italiana. Chi è e cosa ha fatto?

Roberto Colaninno, morto uno dei protagonisti della storia dell’economia italiana: ecco chi era e cosa ha fatto

È morto Roberto Colaninno, uno dei protagonisti della storia dell’economia Italia. La sua storia imprenditoriale ha camminato insieme ad alcune delle più importanti aziende del Paese. Nato il 16 agosto del 1943, Colaninno aveva da poco spento 80 candeline.

Il suo nome è legato alla Piaggio, la società che ha aiutato a rilanciare diventandone presidente. La sua carriera però parte da molto più lontano. Chi è Roberto Colaninno? Ripercorriamo la sua storia imprenditoriale.

Chi è Roberto Colaninno? La biografia

Mantovano, ma di origini pugliesi, Roberto Colaninno è nato il 16 agosto 1943 in un Paese tutto da rifare. Per l’imprenditore la famiglia veniva prima di tutto e ha sempre avuto accanto i suoi due figli: il primogenito Matteo (deputo nelle file prima del Partito Democratico e dal 2019 in Italia Vita) e il secondogenito Michele, che è amministratore delegato e direttore generale di IMMSI.

Di Roberto Colaninno non si conosce tano la vita privata, quanto quella come imprenditore. Infatti non amava le interviste e raramente compariva in pubblico. Non si tirava però indietro dal condannare talune decisioni, anche in chiave estera, come quando attaccò Donald Trump per i dazi.

Chi è Roberto Colaninno? Origini da imprenditore

La sua carriera inizia come manager in FIAMM FILTER nel 1969. Si trattava di un’azienda, con sede a Mantova, di componenti per auto. Nel 1981 arriva a fondare SOGEFI, anche questa una società per componentistica meccanica con sede a Mantova. Scala velocemente le posizioni, fino a diventare nel 1995 amministratore delegato di Olivetti e lo fa nel momento peggiore per l’azienda, ovvero al massimo della crisi dopo essere stata trasformata da De Benedetti in un’azienda di elettronica e informativa.

Il lavoro di Colaninno, nel tentativo di risanare l’azienda, non funziona e nel 1998 vende anche Omnitel (secondo gestore nazionale dei cellulari) a una società tedesca che a sua volta verrà poi assorbita dall’inglese Vodafone.

Dalla comunicazione non si sposterà per diverso tempo, lanciando l’anno seguente un’offerta pubblica di acquisto per Telecom Italia e ne diventa presidente e amministratore delegato. Rinforza Telecom a livello internazionale e si allarga dal fisso al mobile, da internet alla televisione, fino alla comunicazione satellitare e ai sistemi informatici. Nel 2001 però si dimette perché in contrasto con uno degli azionisti.

Nel 2002, dopo aver ottenuto la liquidazione da Olivetti e Telecom (anche se in realtà venne pagato dai suoi soci bresciani con i quali aveva trattato la vendita del pacchetto della Olivetti alla Pirelli), acquista IMMSI e con quella l’azienda Piaggio.

Come ha realizzato le scalate? Successi e processi

Quali sono i meccanismi dietro la scalata di Roberto Colaninno nell’imprenditoria italiana? Sul libro La paga dei padroni si legge che Colannino è riuscito nella sua scalata (per esempio nell’acquisizione di Telecom Italia e Piaggio), perché i capitali utilizzati per l’acquisizione delle società venivano scaricati sulle aziende stesse sotto forma di debiti, aziende che si trovano a ripartire con uno zaino pesante. Inoltre i compensi, si legge nel libro di Gianni Dragoni e Giorgio Meletti, deriverebbero da speculazioni azionarie a danni dei risparmiatori. Le azioni gonfiate delle nuove aziende quotate in borsa vengono vendute a prezzi alti, per poi tornare al loro valore. A rimetterci sarebbero quindi solo gli investitori e i piccoli risparmiatori.

Roberto Colaninno non ha nessuna iscrizione a sua carico, ma venne condannato a 4 anni e 1 mese di reclusione per bancarotta nel crac Italcase-Bagaglino. Infine nel 2009 è stato assolto dai due capi di imputazione. Ancora nel 2016 viene assolto, unico tra 16 persone, riguardo alle indagini sulle morti per amianto della Olivetti.

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