Riunione Fed: tassi fermi, ma nuovi rialzi in vista. Powell teme ancora l’inflazione

Violetta Silvestri

14 Giugno 2023 - 21:37

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Nella riunione Fed di oggi i tassi di interesse sono rimasti invariati dopo 10 aumenti, ma nuovi rialzi sono all’orizzonte. Powell ha parlato in conferenza stampa: il focus è l’inflazione.

Riunione Fed: tassi fermi, ma nuovi rialzi in vista. Powell teme ancora l’inflazione

Riunione Fed oggi, 14 giugno: tassi di interesse restano invariati.

L’incontro odierno è stato tra i più attesi. Per la prima volta in 18 mesi la banca centrale statunitense ha scelto di mantenere il tasso stabile, nel range 5,00-5,25%.

La mossa era stata ampiamente prevista dagli analisti, soprattutto dopo la lettura dell’inflazione di maggio di martedì scorso, la quale aveva comunque mostrato un rallentamento.

Come si legge nel comunicato ufficiale, “il mantenimento costante della fascia obiettivo in questa riunione consente al Comitato di valutare ulteriori informazioni e le relative implicazioni per la politica monetaria”. Questo significa che si tratta di una pausa momentanea, che permetterà a Powell e agli altri di valutare gli effetti dell’inasprimento finora adottato sull’economia reale.

L’intenzione, come scritto nella nota, è di tenere sotto stretta osservazione ancora l’inflazione, che rimane elevata e fare le opportune valutazioni su un eventuale rialzo nelle prossime riunioni.

La decisione del Federal Open Market Committee di sospendere un aumento a questo incontro è arrivato con una proiezione secondo cui sono previsti altri movimenti di due quarti di punto percentuale prima della fine dell’anno. Inoltre, nulla cambia sulla strada intrapresa del quantitive tightening, ovvero la riduzione di partecipazioni Fed in titoli di Stato e di debito.

Durante la conferenza stampa, Powell è stato chiaro su alcuni punti cruciali: il mercato del lavoro ha stupito per la sua resilienza e resta forte; l’inflazione core è elevata e i rischi sono ancora al rialzo; probabili prossimi rialzi dei tassi saranno valutati nelle riunioni future, non decisi prima, ma “dal vivo”.

La pausa appena decisa, secondo il governatore, è in linea con la necessità di valutare quanto l’inasprimento impatterà su credito, famiglie, economia reale in generale. I tempi sono giusti per questo stop, considerando che la maggire stretta sui tassi è avvenuta l’estate scorsa e che ancora gli effetti non sono completamente visibili.

Massima attenzione è rivolta all’andamento dei prezzi, dei salari, del mercato immobiliare, soprattutto commerciale per possibili perdite finanziarie correlate. In ogni modo, Powell non vede una flessione drammatica dell’economia Usa, con l’atterraggio morbido che è possibile e auspicato.

Nella riunione del 14 maggio, la Fed ha quindi voluto prendere una pausa in quella che è stata la politica monetaria aggressiva degli ultimi mesi. Tuttavia, anche con il picco degli aumenti non lontano, il dot plot ha identificato altri rialzi nel 2023. Il costo del denaro comincerà a scendere nel 2024 e nel 2025, ma a un ritmo più blando di quanto precedentemente previsto. L’obiettivo sembrerebbe lasciare tassi alti più a lungo.

Economia Usa: quali previsioni dalla Fed?

Secondo le proiezioni pubblicate mercoledì, la maggior parte dei funzionari ora prevede che l’inflazione «core», basata sull’indice dei prezzi della spesa per consumi personali, scenderà al 3,9% quest’anno prima di rallentare ulteriormente al 2,6% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.

Ciò suggerisce che l’inflazione diminuirà più lentamente rispetto alle precedenti previsioni pubblicate a marzo, quando la stima mediana per il PCE core nel 2023 era del 3,6%. Attualmente si aggira intorno al 4,7%.

I funzionari hanno anche previsto una crescita molto più elevata quest’anno, con l’economia in espansione dell’1%. Questo è nettamente superiore alla stima dello 0,4% pubblicata a marzo.

Il tasso di disoccupazione dovrebbe raggiungere il picco del 4,5% nel 2024, appena al di sotto della precedente previsione del 4,6%.

Riunione Fed: tassi fermi e conferenza di Powell, i punti salienti

Fine conferenza stampa

La conferenza stampa di Powell è terminata.

Atterraggio morbido

Powell afferma di continuare a pensare che ci sia un percorso per riportare l’inflazione al 2% senza subire la brusca flessione e la perdita di posti di lavoro come si è visto in casi passati.

Inflazione sotto osservazione

Powell dice che l’inflazione all’inizio di questo ciclo riguardava la forte domanda di beni in un momento in cui le persone erano sedute a casa e avevano un sacco di soldi in banca. Non era realmente correlato al mercato del lavoro o ai salari.

Mentre le cose vanno avanti, però, molti analisti vedono la necessità che il mercato del lavoro si allenti per far scendere l’inflazione.

Perché la Fed ha messo in pausa i tassi

Powell spiega: “Il motivo per cui ci sentiamo a nostro agio nel mettere in pausa è che gran parte della stretta si è verificata la scorsa estate e penso sia ragionevole pensare che una parte di ciò possa entrare in vigore andando avanti. Quindi ci stiamo allungando a un ritmo più moderato, a seconda dei casi, per consentire la raccolta di più dati per vedere l’impatto”

Mercato del lavoro

Powell sottolinea che il mercato del lavoro “è davvero il motore che guida l’economia” e ha sorpreso per la sua resilienza.

Focus sull’inflazione

Powell ribadisce che l’aspettativa sul calo dell’inflazione deve essere intesa in tre ambiti:

  • Prezzi delle merci. Le condizioni di approvvigionamento sono notevolmente migliorate ma non sono ancora tornate al punto in cui erano;
  • Abitazione. I nuovi affitti stanno arrivando a «livelli bassi» e col tempo ciò abbasserà l’inflazione;
  • Servizi di base esclusi gli alloggi, dove «vediamo solo i primi segni di disinflazione».

Politica tassi in allentamento

Powell afferma che la decisione di mantenere fermi i tassi oggi è una continuazione del processo con cui la Fed ha mitigato l’entità degli aumenti dei tassi nel tempo, mentre si avvicinava alla fine del ciclo di inasprimento.

Previsioni inflazione

Sull’inflazione, la Fed ha alzato la proiezione collettiva al 3,9% per il core (esclusi cibo ed energia) e l’ha leggermente abbassata al 3,2% per l’indice generale. Quei numeri erano stati rispettivamente del 3,6% e del 3,3% per l’indice dei prezzi della spesa per consumi personali, l’indicatore di inflazione preferito dalla banca centrale.

Previsioni disoccupazione

Powell sottolinea che il FOMC prevede che il tasso di disoccupazione salirà al 4,5% nel 2024.

Quindi, mentre le previsioni sul tasso di disoccupazione sono state ridotte per quest’anno, il FOMC continua a vedere un indebolimento del mercato del lavoro in risposta agli aumenti della Fed - solo molto di questo accadrà l’anno prossimo.

Altri rialzi in vista

Gli effetti completi della nostra politica devono ancora essere percepiti. Quasi tutti i responsabili politici considerano opportuni ulteriori rialzi dei tassi quest’anno, specifica Powell.

Inflazione e lavoro

Powell sottolinea che Il mercato del lavoro rimane molto teso. L’inflazione si è leggermente moderata dalla metà dello scorso anno, ma ha ancora molta strada da fare.

Powell inizia la conferenza stampa

Powell ha iniziato a parlare in conferenza stampa, leggendo il comunicato sulla decisione odierna.

Euro dollaro

La coppia EUR/USD è scesa dopo l’annuncio della politica monetaria della Federal Reserve statunitense e si avvicina alla soglia di 1,0800. La banca centrale ha mantenuto la sua formulazione aggressiva nonostante l’allentamento dell’inflazione e i tassi fermi, poiché il dot-plot che suggerisce ulteriori aumenti dei tassi.

Dot Plot

Il dot plot (previsioni sull’andamento dei tassi) del FOMC mostra:

  • per il 2023 tasso mediano alla fine del 2023 al 5,6% rispetto al 5,1% di marzo 2023;
  • per il 2024, il tasso obiettivo mediano sui fondi federali è del 4,6% rispetto al 4,3% di marzo;
  • per il 2025, il tasso obiettivo mediano sui fondi federali è del 3,4% rispetto al 3,1% di marzo

Decisione tassi Fed

Indicatori recenti suggeriscono che l’attività economica ha continuato a espandersi a un ritmo modesto. Negli ultimi mesi i guadagni di posti di lavoro sono stati robusti e il tasso di disoccupazione è rimasto basso. L’inflazione rimane elevata.

Il sistema bancario statunitense è solido e resiliente. È probabile che condizioni di credito più restrittive per famiglie e imprese pesino sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione. La portata di questi effetti rimane incerta. Il Comitato rimane molto attento ai rischi di inflazione.

Il Comitato cerca di raggiungere la massima occupazione e inflazione al tasso del 2% nel lungo periodo. A sostegno di questi obiettivi, il Comitato ha deciso di mantenere l’intervallo obiettivo per il tasso sui fondi federali tra il 5 e il 5-1/4%. Il mantenimento costante della fascia obiettivo in questa riunione consente al Comitato di valutare ulteriori informazioni e le relative implicazioni per la politica monetaria. Nel determinare l’entità di un ulteriore rafforzamento della politica monetaria che potrebbe essere appropriato per riportare l’inflazione al 2 per cento nel tempo, il Comitato terrà conto dell’inasprimento cumulativo della politica monetaria, dei ritardi con cui la politica monetaria influisce sull’attività economica e sull’inflazione, e della politica economica e finanziaria sviluppi. Inoltre, il Comitato continuerà a ridurre le sue partecipazioni in titoli del Tesoro e titoli di debito di agenzie e titoli garantiti da ipoteca di agenzie, come descritto nei suoi piani precedentemente annunciati. Il Comitato è fortemente impegnato a riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2%.

Nel valutare l’orientamento appropriato della politica monetaria, il Comitato continuerà a monitorare le implicazioni delle informazioni in arrivo per le prospettive economiche. Il Comitato sarebbe disposto a modificare opportunamente l’orientamento della politica monetaria qualora emergano rischi che potrebbero ostacolare il conseguimento degli obiettivi del Comitato. Le valutazioni del Comitato terranno conto di un’ampia gamma di informazioni, comprese le letture sulle condizioni del mercato del lavoro, le pressioni inflazionistiche e le aspettative di inflazione, nonché gli sviluppi finanziari e internazionali.

Hanno votato per l’azione di politica monetaria Jerome H. Powell, presidente; John C. Williams, vicepresidente; Michael S.Barr; Michelle W. Arciere; Lisa D. Cook; Austan D. Goolsbee; PatrickHarker; Philip N. Jefferson; Neel Kashkari; Lorie K. Logan; e Christopher J. Waller.

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