Un ristorante a Mykonos ha fatto pagare uno scontrino di 1.000 euro per 3 piatti

Luna Luciano

4 Settembre 2025 - 19:50

Turisti sconvolti a Mykonos: al ristorante DK Oyster tre piatti costano 1.000 euro. Le recensioni parlano di conti esorbitanti e pratiche poco trasparenti.

Un ristorante a Mykonos ha fatto pagare uno scontrino di 1.000 euro per 3 piatti

Immaginate di essere in vacanza, di soggiornare in una delle più famose isole della Grecia e di starvi godendo una cena tra amici. Tutto sembra andare per il meglio, tranne che per il conto salatissimo: 1.000 euro per tre piatti.

Non è un racconto grottesco e fantasioso, ma è ciò che è accaduto a dei turisti a Mykonos. Il peggio? È che non sono stati gli unici ad aver lasciato il ristorante con l’amaro in bocca e un portafogli molto più leggero.

Negli ultimi mesi, il nome del ristorante DK Oyster, situato vicino alla spiaggia di Platys Gialos, a Mykonos, è tornato al centro delle polemiche. Diversi turisti, infatti, hanno raccontato online la loro esperienza amara: cene dal prezzo stellare, consumazioni non richieste e conti finali che hanno dell’incredibile. Una recensione in particolare, pubblicata su TripAdvisor da una cliente identificata come “Jessica L”, ha fatto scalpore: tre portate per un totale di 1.000 euro, con un singolo pesce intero pagato 350 euro. Per lei e i suoi amici si è trattato della “peggiore esperienza a Mykonos”.

Il problema non sembra isolato. Altri clienti denunciano episodi simili: un menù pubblicizzato a 14,99 euro a persona si è trasformato in un conto da 980 euro per quattro portate. In un altro caso, un gruppo ha ricevuto drink “offerti dalla casa”, salvo poi ritrovarli inseriti in fattura, con bibite come la Coca-Cola a 35 euro l’una. Ma è legale avere dei prezzi così alti? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla questione.

Mykonos, 1.000 euro per tre piatti: ecco di quale ristorante stiamo parlando

Il DK Oyster è diventato, suo malgrado, un simbolo della cattiva reputazione che un ristorante può guadagnarsi nel giro di pochi anni. Situato in una posizione privilegiata, vicino a una delle spiagge più famose di Mykonos, il locale offre un’atmosfera elegante, lettini in riva al mare e un menù apparentemente ricco di specialità a base di pesce fresco. Tuttavia, dietro questa immagine patinata, molti turisti raccontano una realtà molto diversa.

Secondo numerosi testimoni, il ristorante adotta una strategia precisa: attirare i clienti promettendo lettini gratuiti e bevande incluse, senza però fornire un menù chiaro con i prezzi. Solo al momento del conto, gli ospiti scoprono la verità, quando il totale raggiunge cifre impensabili. Un gruppo ha riferito di aver pagato quasi 400 euro per pochi drink, inclusi quelli che erano stati presentati come un “regalo”.

La reazione del web è stata durissima: accuse di truffa, parole come “ladri” riempiono le recensioni online. TripAdvisor, consapevole della gravità della situazione, ha deciso di pubblicare un avviso di sicurezza direttamente sulla pagina del locale, invitando i viaggiatori a informarsi meglio prima di prenotare. Questo è un fatto raro, che mostra quanto le denunce dei turisti abbiano avuto un peso. Eppure, nonostante la cattiva pubblicità, il DK Oyster continua a operare, attirando ogni estate nuovi clienti ignari.

Il caso di Mykonos: prezzi così alti sono una truffa?

Sorge spontanea la domanda: far pagare cifre così elevate equivale a una truffa? La risposta non è così semplice. In Grecia, infatti, non è illegale stabilire prezzi molto alti. Le normative europee, tuttavia, impongono ai ristoranti l’obbligo di comunicare in modo chiaro e trasparente il costo totale dei prodotti prima di richiedere il pagamento. È proprio su questo punto che si gioca la partita: molti turisti sostengono di non aver mai ricevuto un menù o di non aver compreso il metodo di calcolo, come nel caso del pesce venduto “a peso” senza specificare il prezzo complessivo.

Il proprietario del DK Oyster, Dimitrios Kalamaras, respinge le accuse. Secondo lui, i clienti dovrebbero chiedere chiarimenti sui prezzi prima di ordinare ed è “ridicolo” pensare che il personale debba spiegare ogni voce del menù a tutti gli avventori. Inoltre, punta il dito contro i cosiddetti “influencer”, accusandoli di cercare pasti gratuiti in cambio di visibilità e di screditare il ristorante quando le loro richieste non vengono accolte.

Certo è che la cattiva fama del locale non nasce oggi. Già nel 2019 un turista americano aveva denunciato un conto da oltre 800 euro per calamari e birre, definendo il locale una “trappola per turisti” da evitare a tutti i costi. Episodi analoghi si sono ripetuti negli anni, fino a casi recenti di scontrini da centinaia di euro per due drink.

Più che un singolo incidente, sembra dunque un fenomeno consolidato. Il caso DK Oyster diventa così l’emblema del lato oscuro del turismo di lusso a Mykonos: un paradiso naturale dove, tra spiagge incantevoli e locali di tendenza, si nascondono anche esperienze che rischiano di trasformare la vacanza da sogno in un ricordo amaro e costoso.

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# Grecia

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