Rischio di lockdown frequenti in futuro: l’allarme degli epidemiologi su Nature

Martino Grassi

8 Agosto 2020 - 10:55

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Nel prossimo futuro potrebbero verificarsi dei lockdown periodici, secondo quanto riportato da un gruppo di epidemiologici. Ecco perché.

Rischio di lockdown frequenti in futuro: l’allarme degli epidemiologi su Nature

I lockdown periodici potrebbero diventare la nuova normalità e ciclicamente potremmo trovarci chiusi nuovamente nelle nostre case. È questo il drammatico scenario prospettato da un gruppo di epidemiologi in un articolo pubblicato su Nature, una nota rivista scientifica.

Anche nel corso del 2021 infatti potremmo dover continuare a convivere con il virus, infatti fino a che non sarà trovato un antidoto in grado di immunizzare la popolazione, il coronavirus continuerà a essere una minaccia per tutto il mondo, con delle possibili nuove ondate scaglionate nel tempo.

Rischio lockdown periodici in futuro

L’andamento epidemiologico del virus continua a rimanere un incognita e non sappiamo come si comporterà in futuro fa sapere Rosalind Eggo della London School of Hygiene & Tropical Medicine. Per il momento la maggior parte degli esperti teme l’arrivo dell’inverno, infatti come era già stato ipotizzato in precedenza il virus potrebbe riacquistare forza con l’arrivo delle temperature più fredde e secche.

L’inverno infatti, sottolinea l’immunologa Akiko Iwasaki della Yale School of Medicine, è il momento ideale per la trasmissione del virus SarsCov2 poiché le condizioni meteorologiche sono più favorevoli per la proliferazione del virus e ne aumentano la stabilità e la capacità trasmissione.

Secondo gli esperti di Harvard potremmo trovarci costretti a convivere con il virus almeno fino al 2025 se venisse confermato che l’immunità del virus dura solamente 40 giorni come per altri tipi di virus. Yonatan Grad, un epidemiologo della Harvard T. H. Chan School of Public Health di Boston, precisa che: “I confinamenti stanno diminuendo in molti paesi e alcuni pensano la pandemia stia finendo ma non è così: ci aspetta un lungo viaggio.

Lo scenario prospettato tuttavia non tiene conto del possibile ritrovamento di un antidoto in grado di immunizzare le persone. Attualmente, rende noto l’OMS, esistono già 26 vaccini in sperimentazione sull’uomo, di questi il più quotato sembra essere quello di Oxford.

Fondamentali le norme di prevenzione

Qualora l’ipotesi di una convivenza ciclica del virus dovesse avverarsi sarà di fondamentale importanza continuare a rispettare le norme di prevenzione che stiamo continuando ad attuare ancora oggi, spiega uno dei ricercatori:

“I recenti dati suggeriscono che le limitazioni ai nostri comportamenti possono ridurre la diffusione della COVID-19 se la maggior parte delle persone le rispetta”.

Secondo Rosalind Eggo la miglior soluzione sarà quella di trovare un equilibrio tra le norme per contenere il virus e quelle che possono essere tollerate dalle persone.

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