Riscaldamento 2025/2026: regole, date, orari e sanzioni per chi accende i termosifoni

Nadia Pascale

2 Ottobre 2025 - 15:25

I primi freddi autunnali sono ormai alle porte e molti si chiedono quando sarà possibile accendere i termosifoni senza incorrere in sanzioni. Ecco date e fasce orarie per il prossimo inverno.

Riscaldamento 2025/2026: regole, date, orari e sanzioni per chi accende i termosifoni

I primi freddi sono in arrivo e molti si chiedono se è possibile accendere il riscaldamento in casa. Siamo in realtà lontani dalla fatidica data in cui si potranno accendere i termosifoni nella stagione 2025-2026 senza incorrere in sanzioni.

L’utilizzo del riscaldamento domestico non è del tutto libero poiché deve avvenire entro i limiti fissati dalla legge. Il decreto del Presidente della Repubblica n. 74 del 16 aprile 2013 delinea la gestione degli impianti termici e definisce (in particolare nell’articolo 4) le date di accensione e spegnimento dei riscaldamenti, insieme alle ore giornaliere, per ogni zona climatica.

Anche per l’inverno 2025-2026 sono confermate fasce climatiche e orari per l’accensione del riscaldamento previste dal DPR del 2013.

Naturalmente è possibile adottare comportamenti più virtuosi al fine di risparmiare, ma anche di ridurre l’impatto ambientale che hanno le emissioni inquinanti da riscaldamento.

Ecco quando è possibile accendere i termosifoni e le fasce orarie per le varie zone climatiche d’Italia.

Regolamento per l’accensione del riscaldamento 2025-2026

Il regolamento generale riguardante le fasce climatiche e temporali nelle quali è possibile accendere i termosifoni è previsto nel decreto del Presidente della Repubblica n. 74 del 16 aprile 2013.

Il regolamento prevede che la temperatura massima dei locali interni non debba superare i 20 gradi, con una tolleranza di 2 gradi. Per chi abita in condominio possono esservi regole più restrittive.
I Comuni possono derogare a tali regole e quindi consentire l’indicazione di temperature più elevate.

Fasce climatiche per il riscaldamento 2025-2026

Nel regolamento il territorio italiano è diviso in sei zone climatiche e in base alle stesse sono previsti limiti diversi per l’accensione del riscaldamento. Le regole ordinarie previste per l’accensione del riscaldamento sono contenute nel DPR 74/2013 e nel DPR n. 412/1993.

Zona climaticaDateFascia oraria
A 1 dicembre –15 marzo max 6 ore giornaliere
B 1 dicembre – 31 marzo max 8 ore giornaliere
C 15 novembre – 31 marzo max 10 ore giornaliere
D 1 novembre – 15 aprile max 12 ore giornaliere
E 15 ottobre –15 aprile max 14 ore giornaliere
F nessuna limitazione

Come sono divise le fasce climatiche?

Le zone climatiche per il riscaldamento sono determinate in base alla “funzione dei gradi giorno” che corrisponde alla differenza tra la temperatura dell’ambiente interno (fissato in via convenzionale in 20°C) e la temperatura esterna media. La zona climatica F è la più rigida e comprende zone tipicamente montuose, ad esempio le province di Trento e Belluno.

La zona E comprende le regioni del Nord Italia, ad esempio la Lombardia, il Piemonte, aree interne come alcune province dell’Abruzzo.

Nella zona D sono comprese aree con temperatura media, generalmente si tratta delle zone costiere e del Centro Italia. Come le province di Genova, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Massa Carrara, Siena, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Roma, Viterbo, Terni, Avellino, Chieti, Pescara, Foggia, Isernia, Matera, Caltanissetta, Nuoro, Teramo e Vibo Valentia.

Le zone interne del Sud Italia sono generalmente comprese nella fascia C, dove possiamo trovare Caserta, Latina, Napoli, Salerno, Bari, Lecce.
Nella Fascia B sono ricomprese zone abbastanza calde, ad esempio vi rientrano Reggio Calabria, Crotone, Trapani, Siracusa, Palermo, Messina, Catania e Agrigento.
La Fascia A, infine, comprende isole come Lampedusa, si tratta delle zone più calde.

Discrezionalità dei Comuni: deroghe per i termosifoni

In particolari situazioni, i Comuni possono derogare alle norme, ad esempio in caso di stagione particolarmente tiepida possono decidere di posticipare la data di accensione. Se, invece, le temperature sono troppo rigide, ci possono essere deroghe in senso contrario. Si può, inoltre, anticipare lo spegnimento nel caso in cui il clima sia particolarmente caldo.

Deve essere sottolineato che i Comuni possono anche ampliare le fasce orarie a fronte di comprovate esigenze, come periodi particolarmente freddi, e dandone comunicazione immediata.

Per quanto riguarda le fasce orarie in cui è possibile avviare il riscaldamento, la durata giornaliera comunque non può essere superiore alla metà di quella prevista a pieno regime. Al di fuori di tali date e fasce orarie non è possibile mettere in funzione gli impianti di riscaldamento neanche se trattasi di abitazione privata.

Sanzioni per chi accende i termosifoni senza rispettare le regole

Cosa succede a chi arbitrariamente decide di non rispettare le regole viste per l’accensione dei riscaldamenti?
Non è possibile scegliere arbitrariamente di venire meno a queste regole, perché si rischia una sanzione pecuniaria che va da un minimo di 500 euro a un massimo di 3.000 euro, come previsto dalla direttiva dell’Unione Europea di riferimento.

Bisogna, inoltre, considerare eventuali multe contemplate dal regolamento condominiale, per un massimo di 200 euro a violazione che salgono a 800 euro in caso di recidiva. Gli enti locali, come il Comune che emana l’ordinanza, potrebbero inoltre stabilire delle ulteriori sanzioni.

Riscaldamento 2025-2026: eccezioni

Le regole ora viste si applicano solo alle abitazioni private. Sono previste eccezioni e, quindi, una totale autonomia nell’accensione dei termosifoni per particolari tipologie di locali. Ad esempio, non vi sono limiti e restrizioni per ospedali, cliniche e case di cura. Sono previste deroghe anche per scuole materne e asili, saune e piscine e strutture assimilabili.

Infine, in caso di particolari esigenze tecniche e di produzione, possono accendere il riscaldamento senza restrizioni anche attività industriali e artigianali.

Obbligo manutenzione impianti e sanzioni

Tra gli obblighi previsti vi è quello di manutenzione della caldaia e degli impianti. Si ricorda che la manutenzione di un impianto di riscaldamento consente di preservarne il funzionamento e ridurre i consumi, inoltre aumenta la sicurezza.

La frequenza della manutenzione cambia in base all’ubicazione dell’impianto (se è in funzione per molte ore, ha bisogno di una periodicità più breve), alla tipologia di impianto, alle indicazioni dell’impresa costruttrice e alle normative UNI e CEI .

In caso di mancato rispetto delle norme, la sanzione prevista ha un importo compreso tra 500 euro e 3.000 euro. In aggiunta sono possibili multe comminate da enti locali, ad esempio il Comune, e previste da regolamenti condominiali. Vuol dire che accendere i riscaldamenti fuori dai termini temporali previsti può costare molto caro.

Questo controllo è disgiunto rispetto al controllo dei fumi della caldaia con rilascio del relativo bollino.

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