Riposi per allattamento al padre: quando spettano, per quanto tempo e come richiederli

Simone Micocci

9 Febbraio 2023 - 12:31

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I permessi per allattamento spettano anche al padre, persino quando la madre è casalinga. Di seguito una guida completa con tutto quello che serve sapere su durata, importi e invio della richiesta.

Riposi per allattamento al padre: quando spettano, per quanto tempo e come richiederli

Anche se il nome potrebbe far pensare che ne abbiano diritto solamente le madri, è l’Inps stesso a specificare che in determinate circostanze i riposi, o permessi, per allattamento spettano anche al padre lavoratore.

A tal proposito, la questione è stata recentemente oggetto di sentenza del Consiglio di Stato, dove è stata fatta chiarezza sul diritto per il padre lavoratore di godere dei riposi per allattamento anche quando la madre è casalinga.

Questo perché fino a oggi l’Inps ha riconosciuto il diritto al permesso per allattamento al padre solo quando la madre dipendente non ne usufruisce, non specificando quindi cosa succede qualora questa non ne abbia diritto in quanto non lavoratrice. Il Consiglio di Stato però non ne ha dubbi: anche in caso di madre casalinga è diritto del padre lavoratore fruire della riduzione giornaliera dell’orario di lavoro al fine di accudire il bambino.

Permessi per allattamento al padre

A oggi la normativa riconosce al padre la possibilità di richiedere il riposo giornaliero in alternativa alla madre lavoratrice dipendente che:

  • non se ne avvale per espressa rinuncia;
  • appartiene a una delle categorie non aventi diritto ai riposi stessi.

Non ne può fruire, invece, quando la madre lavoratrice dipendente si trova in astensione obbligatoria (congedo di maternità) o facoltativa (congedo parentale), oppure quando non beneficia dei suddetti riposi perché assente dal lavoro per aspettativa oppure perché ha richiesto un permesso non retribuito. Non spetta neppure nei periodi in cui la madre è in pausa per part-time verticale.

E se la madre è casalinga?

L’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato è recentemente intervenuta sulla questione del diritto al permesso per allattamento al padre nel caso in cui non spetti alla madre in quanto casalinga. A tal proposito, con la sentenza n. 17 del 28 dicembre 2022 il Consiglio ha spiegato che alla luce di quanto stabilito dall’articolo 30 della Costituzione, ossia che entrambi i genitori hanno in egual modo il diritto e dovere di “mantenere, istruire ed educare i figli, bisogna riconoscere gli stessi diritti a padre e madre.

Dunque, essendo ormai superato il concetto per cui i riposi in oggetto spettano solo in caso di “allattamento” (in quanto se ne ha diritto anche per il figlio già svezzato), il padre ne ha diritto anche quando la madre è casalinga.

Di fatto, il Consiglio di Stato ha fornito un’interpretazione estensiva di quanto stabilito nell’articolo 40 del Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, ossia laddove si legge che i permessi spettano al padre “nel caso in cui la madre non sia lavoratrice dipendente”: tale disposizione, specifica il Consiglio, riferisce infatti a “qualsiasi categoria di lavoratrici non dipendenti, e quindi anche alla donna che svolge attività lavorativa in ambito familiare, senza che sia necessario, a tal fine, che ella sia impegnata in attività che la distolgono dalla cura del neonato, ovvero sia affetta da infermità”.

Quante ore di permesso spettano al giorno?

Fatta chiarezza su quando spettano, soffermiamoci su cosa spetta al padre lavoratore in alternativa alla madre. Nel dettaglio, per questo valgono le stesse regole per durata e importi già previste per la lavoratrice.

Di conseguenza, fino al compimento del primo anno di vita del bambino, o comunque entro un anno dall’ingresso in famiglia del minore adottato o in affidamento, si ha diritto a:

  • 2 ore al giorno di riposo se l’orario di lavoro è di almeno 6 ore giornaliere;
  • 1 ora al giorno di riposo se l’orario di lavoro è inferiore alle 6 ore.

Tali limiti raddoppiano in caso di parto gemellare o plurimo, come pure per l’adozione o affidamento di almeno due bambini (anche se in date diverse e non necessariamente fratelli).

I limiti invece si riducono in caso di fruizione di asilo nido o di altra struttura idonea istituiti dal datore di lavoro nell’unità produttiva o nelle sue immediate vicinanze, diventando:

  • 1 ora al giorno di riposo se l’orario di lavoro è di almeno 6 ore giornaliere;
  • 1/2 ora al giorno di riposo se l’orario di lavoro è inferiore alle 6 ore.

È importante ricordare che la domanda che va presentata prima dell’inizio del periodo di riposo giornaliero richiesto, utilizzando l’apposita procedura telematica disponibile nell’area MyInps oppure chiamando il Contact center Inps o rivolgendosi a un patronato.

Quanto spetta

Il vantaggio dei riposi giornalieri per allattamento è che nonostante la riduzione dell’orario di lavoro lo stipendio percepito è lo stesso: tali permessi, infatti, sono retribuiti al 100%.

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