In presenza di cartelle scadute il Fisco può proporre la compensazione volontaria con i rimborsi fiscali compresi quelli da 730
Molti contribuenti che hanno presentato il modello 730-2025 stanno ancora aspettando di ricevere il rimborso IRPEF in busta paga.
Il motivo non è un errore di calcolo, ma potrebbe essere la presenza di cartelle esattoriali non saldate che bloccano la liquidazione automatica del rimborso.
Una situazione che genera dubbi e malumori, anche perché le nuove regole introdotte con la riforma della riscossione non sono ancora entrate in vigore.
Carichiamo di capire cosa può fare il contribuente che sta ancora aspettando di ricevere il rimborso che risulta dal 730.
Il blocco ai rimborsi. Cos’è la compensazione volontaria?
La normativa fiscale prevede da tempo che, prima di erogare un rimborso fiscale, l’Agenzia delle Entrate verifichi se il contribuente ha debiti iscritti a ruolo, cioè cartelle di pagamento notificate e non ancora pagate.
Laddove risultano cartelle scadute ossia non pagate nel termine dei 60 giorni per un importo superiore a 1.500 euro, scatta un alert.
Tale soglia è comprensiva di sanzioni, interessi e spese accessorie.
Si ponga attenzione al fatto che:
Al raggiungimento del limite di millecinquecento euro concorrono i ruoli formati dall’Agenzia delle entrate nonché dalle altre Agenzie fiscali e dagli enti previdenziali che abbiano sottoscritto una convezione con la stessa Agenzia delle entrate, in conformità a quanto indicato dall’articolo 20-bis del decreto legislativo n. 46 del 1999 che definisce l’ambito di applicazione dell’articolo 28-ter del dPR n. 602 (vedi provvedimento ADE del 24-02-2012).
In realtà con la vecchia norma rilevano anche eventuali iscrizioni a ruolo non ancora notificate.:
in sede di erogazione di un rimborso d’imposta, l’Agenzia delle entrate verifica se il beneficiario risulta iscritto a ruolo e, in caso affermativo, trasmette in via telematica apposita segnalazione all’agente della riscossione che ha in carico il ruolo (..).
Se emergono pendenze, l’importo a credito non viene versato al cittadino ma “girato” all’Agente della riscossione (ex Equitalia, oggi Agenzia Entrate-Riscossione) per coprire i debiti fiscali.
Questo meccanismo è regolato dall’articolo 28-ter del DPR 602/1973 ed è conosciuto come compensazione volontaria.
Il contribuente può accettare o meno.
Tuttavia c’è un provvedimento dell’Agenzia delle entrate il quale prevede che se il contribuente non accetta l’Agenzia delle entrate blocco il rimborso Irpef fino a concorrenza dell’importo della cartella.
Blocco ai rimborsi. Le novità della riforma
Fino a qui nulla di nuovo. Ma la riforma della riscossione, approvata con il D.Lgs. 110/2024, ha introdotto una modifica sostanziale: la compensazione dovrebbe scattare solo per i rimborsi superiori a 500 euro.
Inoltre concorreranno alla verifica solo le cartelle già notificate e non pagate nei 60 giorni.
In altre parole, chi ha un credito fino a 500 euro dovrebbe riceverlo comunque, anche in presenza di cartelle pendenti.
Il problema è che questa novità non è ancora operativa.
Manca infatti il regolamento attuativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), indispensabile per rendere effettive le nuove regole. Fino ad allora, l’Agenzia continua ad applicare le vecchie regole, cioè blocca i rimborsi anche se sono inferiori a 500 euro.
Ecco perché molti contribuenti, soprattutto quelli che aspettavano piccoli rimborsi dal 730, hanno visto l’accredito fermarsi o subire ritardi. Per questi contribuenti non verrà rispettato il calendario 2025 dei rimborsi da 730.
Rimborsi 730. Ritardi e rimedi per il contribuente
La situazione attuale dunque è solo transitoria. Una volta che il MEF avrà emanato il regolamento, scatteranno le nuove disposizioni.
Le regole saranno in parte più favorevoli per il contribuente. Anche se una volta verificate le soglie per bloccare il rimborso l’Agenzia delle entrate potrà per legge pignorare le somme oggetto di rimborso. Fino a oggi il blocco forzoso del rimborso era stato disposto solo per provvedimento.
Il che lasciava non pochi dubbi sulla liceità dell’intervento del Fisco. Infatti qualsiasi prestazione patrimoniale richiesta al cittadino può essere imposta solo in base ad una legge.
Detto ciò, una volta emanato il nuovo Regolamento previsto dalla riforma della riscossione:
- i rimborsi fino a 500 euro saranno sempre erogati, anche in presenza di cartelle esattoriali pendenti;
- la compensazione si attiverà solo per rimborsi superiori a 500 euro;
- come avviene già oggi non verranno presi in considerazione i debiti fino a 1.500 euro, cioè se il contribuente ha cartelle per importi complessivi inferiori a questa soglia, il rimborso non potrà essere bloccato.
Questo significa che chi ha piccoli debiti fiscali o aspetta rimborsi di modesta entità sarà tutelato. Solo nei casi più gravi, quando i debiti superano determinate soglie, l’Agenzia delle Entrate potrà fermare il rimborso e destinarlo alla riscossione.
Vale sempre la regola che un’eventuale cartella rateizzata fa passare indenni da eventuali controlli su ruoli scaduti.
Attenzione però ribadiamo che: il nuovo regolamento non è ancora stato approvato.
Una volta pubblicato, bisognerà comunque attendere 60 giorni perché le nuove regole diventino operative. Quindi i tempi non sono brevi, e nel frattempo continuano ad applicarsi le vecchie procedure.—
Conclusioni
Ad oggi, chi ha cartelle pendenti rischia di non ricevere il rimborso del 730 nei tempi previsti o di non riceverlo affatto, anche per importi modesti.
In pratica, il credito viene assorbito per compensare i debiti fiscali, con conseguente delusione per chi contava su quelle somme per far fronte a spese immediate.
È importante sottolineare che si tratta di un comportamento legittimo (fatto salvo quanto detto sulla previsione della compensazione in base ad un provvedimento e non in base alla legge): l’Agenzia delle Entrate agisce nel rispetto delle regole attualmente vigenti, in attesa che il MEF completi l’iter normativo.
Solo con l’approvazione del decreto ministeriale e il decorso dei 60 giorni, le cose cambieranno.
A quel punto, i contribuenti potranno contare su tutele maggiori e su regole più eque, che distinguono tra piccoli rimborsi e grandi debiti.
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