Riforma pensioni rinviata, la conferma di Calderone: perché superare la Fornero non è facile (e forse neanche conviene)

Patrizia Del Pidio

13 Aprile 2023 - 11:16

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Marina Calderone conferma che la riforma pensioni è rinviata, ma superare la Fornero resta comunque un ostacolo difficile e forse poco conveniente, scopriamo perché.

Riforma pensioni rinviata, la conferma di Calderone: perché superare la Fornero non è facile (e forse neanche conviene)

Le risorse non ci sono non ci sono, si intuiva ormai da tempo, ma oggi arriva la conferma che la riforma delle pensioni è rinviata e a darla è la stessa Marina Calderone, ministro del Lavoro a margine di un convegno sulla formazione continua di Fondimpresa.

Si pensa a interventi progressivi, precisa la Calderone, aggiungendo che

Abbiamo sempre detto che gli interventi sulle pensioni dovevano essere contemperati con le disponibilità di bilancio. E anche gli interventi devono essere progressivi. In questo momento abbiamo fatto un primo intervento (sul cuneo) ma confido che subito dopo l’estate ci sia la possibilità di aprire invece un primo approccio di una riforma che vedrà la luce in tempi più lunghi [...] Io ho già ricostituito il nucleo di valutazione della spesa previdenziale per portarci avanti e analizzare i conti della previdenza e dell’assistenza e individuare insieme alle parti sociali le misure e gli interventi prioritari per tenerci pronti a individuare i percorsi compatibilmente alle esigenze di bilancio.

Nessuna riforma, quindi, per il 2024 anche se, dalle parole della ministra si può sperare in qualche intervento già dal prossimo anno per una maggiore flessibilità in uscita.

Le promesse saltano

Il Governo aveva promesso una riforma pensioni per il 2024 con la quale superare definitivamente la Legge Fornero. In modo graduale, certamente, per arrivare alla Quota 41 per tutti senza paletti e limiti di età che i lavoratori, ormai, attendono, dal 2019.

Molto probabilmente per il 2024 ci dovremo aspettare una proroga della Quota 103 accompagnata, magari, da una nuova proroga dell’Ape sociale e dell’Opzione donna. Ma niente di più. L’obiettivo di superare la Legge Fornero è sicuramente ambizioso e ogni Governo che si è insediato lo ha posto come proprio obiettivo. Una riforma delle pensioni equa, che accontentasse sia i lavoratori che le parti sociali e che, magari, riuscisse e tenere sotto controllo anche la spesa pubblica.

Riforma pensioni, superare la Fornero non è semplice

C’è da dire, a discolpa dell’esecutivo, che superare la Legge Fornero non è così semplice come si potrebbe pensare. Si tratta di una Legge previdenziale sicuramente poco amata, ma che è stata studiata fin nei minimi particolari da un governo tecnico a tavolino per ridurre i costi previdenziali. E non solo per il periodo in cui è stata varata.

Si tratta di una riforma a lungo raggio con lo scopo principale di «restaurare» la previdenza italiana messa in ginocchio da baby pensioni, pensioni d’oro e assistenzialismo. Una riforma che, a suo tempo, fu definita «lacrime e sangue» perché, pur richiedendo un grosso sacrificio ai lavoratori, avrebbe portato una nuova stabilità al sistema previdenziale.

Si tratta, però, di una Legge che, pur dando i suoi frutti fin da subito, riuscirà a raggiungere i suo massimo potenziale solo con il trascorrere degli anni, ovvero al superamento definitivo del sistema retributivo (intorno al 2035).

Superare la Fornero conviene?

La Legge Fornero, quindi, con tutte le sue rigidità e tutti i suoi paletti, è rimasto un punto fermo della previdenza italiana. Anche se sempre accompagnato da misure in deroga. Basti ricordare che per superare il problema degli esodati sono servite 9 salvaguardie e che comunque i lavoratori italiani non hanno mai avuto le sole misure previste dall’attuale legge previdenziale per uscire dal mondo del lavoro.

Se ci si pensa bene, quindi, il superamento della Legge Fornero potrebbe non convenire né all’esecutivo, né, tanto meno ai lavoratori. Si parla tanto dell’età pensionabile in Italia, del fatto che sia troppo alta, ma se poi si guarda alle statistiche l’età media di uscita dei lavoratori italiani dal mondo del lavoro è di circa 62 anni. Segno che il sistema, in qualche modo, sta funzionando.

Conviene stravolgere una riforma previdenziale che sta cominciando a dare i suoi frutti quando basterebbe, ad esempio, rendere strutturale un’Ape sociale che tanto, ormai, viene prorogata senza modifiche da anni? Quello che serve ai lavoratori non è una Quota 41 per tutti senza vincoli di età ma una stabilità che permetta loro di poter pianificare il pensionamento senza doversi preoccupare di come cambieranno le misure da un anno all’altro.

Una riforma Fornero senza il meccanismo dell’adeguamento all’aspettativa di vita potrebbe essere una legge previdenziale più che accettabile se accompagnata da misure in deroga strutturali e non sperimentali. Proprio per questo cancellare la Fornero non conviene.

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