Riforma delle pensioni, novità: nuovi requisiti per le professioni gravose?

Antonio Cosenza

9 Novembre 2019 - 08:30

condividi

Riforma delle pensioni: si valuta una differenziazione dei requisiti in base alla gravosità delle professioni, oltre alla separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale.

Riforma delle pensioni, novità: nuovi requisiti per le professioni gravose?

Pensioni news: la Legge di Bilancio 2020 potrebbe essere il primo passo verso una nuova riforma con la quale saranno introdotti dei requisiti più vantaggiosi per alcune categorie di lavoratori.

Già oggi, d’altronde, per alcuni lavoratori si applicano delle regole di maggior favore per l’accesso alla pensione. Questo vale, ad esempio, per coloro che assistono un familiare disabile grave, oppure per gli addetti alle mansioni gravose i quali possono ricorrere a Quota 41 (se allo stesso tempo sono anche lavoratori precoci) oppure possono richiedere il riconoscimento dell’Ape Sociale.

Ebbene, è proprio sulla gravosità di alcune occupazioni che potrebbe intervenire il Governo nei prossimi anni, introducendo delle nuove regole per l’accesso alla pensione per coloro che sono impiegati in lavori che comportano un particolare dispendio di energie psico-fisiche. Lavori per i quali potrebbe essere autorizzata una diversificazione dell’età pensionabile, con requisiti più vantaggiosi per coloro che ne sono addetti.

Ma per quale motivo sarà la Legge di Bilancio 2020 a porre le basi per questa possibile diversificazione dei requisiti per la pensione? Scopriamolo.

Nuova riforma delle pensioni: requisiti differenti a seconda della professione svolta

Con la Legge di Bilancio 2020 si cercherà di avviare il lavoro delle due Commissioni parlamentari incaricate di valutare la fattibilità di una nuova riforma delle pensioni che si muova in due differenti direzioni: la diversificazione dei requisiti per l’accesso alla pensione a seconda della professione svolta e la separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale.

Queste valutazioni sono state affidate a due differenti Commissioni parlamentari, istituite dalla Legge di Bilancio 2018 ma mai diventate concretamente operative.

È per questo motivo che i sindacati hanno chiesto al Governo Conte di risolvere questa situazione di stallo prevedendo già con la manovra finanziaria per il 2020 l’avvio dei lavori di queste due commissioni.

Lavori che saranno utili per porre le basi per quella che sarà la prossima riforma delle pensioni, con la quale dovranno essere introdotti interventi più stabili e duraturi rispetto a Quota 100, in vigore per soli tre anni.

Nel dettaglio, la prima Commissione si occuperà di studiare la gravosità delle occupazioni, con la possibilità di ampliare l’attuale elenco che vede il riconoscimento delle attuali categorie di lavori gravosi (che potete consultare cliccando qui).

Uno studio che verrà effettuato tenendo conto anche della gravosità connessa all’età anagrafica del lavoratore, nonché delle condizioni soggettive in cui questi sono chiamati ad operare, comprese quelle derivanti dall’esposizione ambientale o diretta ad agenti patogeni.

Lo studio che verrà effettuato da questa Commissione sarà quindi la base sulla quale si muoveranno i prossimi provvedimenti sul tema pensionistico; d’altronde lo stesso Partito Democratico, così come anche Matteo Renzi (Italia Viva), non hanno mai nascosto di voler concedere la flessibilità in uscita alle sole categorie di lavoratori che necessitano di maggior tutela (come appunto gli addetti alle mansioni gravose) anziché a tutti come fatto con Quota 100.

Nuova riforma delle pensioni: divisione della spesa previdenziale da quella assistenziale

La seconda Commissione, invece, avrà il compito di acquisire elementi conoscitivi, così come metodologie scientifiche, per valutare la fattibilità della suddivisione della spesa assistenziale da quella previdenziale.

Un provvedimento su cui si sta riflettendo da tempo visto che nella maggior parte dei Paesi d’Europa la spesa previdenziale è divisa da quella assistenziale, diversamente da quanto accade in Italia. Questo progetto potrebbe entrare nel vivo una volta che la seconda Commissione completerà lo studio riguardo alla classificazione e comparazione della spesa pubblica nazionale per finalità previdenziali e assistenziali.

In ogni caso è bene specificare che sia per il primo che per il secondo punto i tempi si preannunciano piuttosto lunghi visto che per l’avvio dei lavori delle Commissioni bisognerà attendere l’apposito decreto che la Presidenza del Consiglio dei Ministro dovrà adottare entro il 30° giorno dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge di Bilancio per il 2020. I lavori delle stesse dovranno poi essere conclusi entro il 31 dicembre del prossimo anno.

Iscriviti a Money.it