Riforma Irpef 2026, confronto fra proposte. Come si risparmia di più?

Nadia Pascale

14 Ottobre 2025 - 08:57

Si susseguono le proposte per la riforma Irpef 2026, non solo quella del Governo, ma anche dal Movimento 5 Stelle e Renzi. Ecco le proposte a confronto.

Riforma Irpef 2026, confronto fra  proposte. Come si risparmia di più?

Quali sono le proposte per la riforma Irpef 2026? Ecco le tre principali misure a confronto.
La riforma Irpef 2026 prende sempre più forma e inizia a delinearsi in maniera netta. L’ipotesi più probabile resta il taglio dell’aliquota Irpef del secondo scaglione di reddito dal 35% al 33%.
Diventa, invece, sempre più improbabile l’estensione del secondo scaglione Irpef da 50.000 euro a 60.000 euro. Ma queste non sono le uniche proposte in campo, infatti, se il Governo annuncia che la riforma Irpef 2026 sarà in Legge di Bilancio 2026, il M5S ha già descritto l’emendamento che intende presentare e Matteo Renzi ha delineato una sua proposta. Ma quale dei diversi progetti porta a un maggiore risparmio per i contribuenti? Qual è la migliore soluzione? Ecco un confronto.

Riforma Irpef 2026 con scaglioni Irpef mobili contro il drenaggio fiscale

La prima proposta è quella del Movimento 5 Stelle che mira a eliminare l’effetto del fiscal drag o drenaggio fiscale.

L’allarme drenaggio fiscale è stato lanciato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, si tratta di un fenomeno legato alle imposte progressive, Irpef, con aliquote non indicizzate all’inflazione, ciò porta a un aumento del prelievo fiscale non giustificato da un effettivo aumento del reddito, della capacità contributiva e del potere di acquisto.

La proposta del Senatore Mario Turco prevede una revisione biennale delle soglie, scaglioni di reddito IRPEF, in modo che siano sempre adeguate all’inflazione. Ad esempio, se l’inflazione nel biennio si attesta al 4%, la No Tax Area viene spostata del 4% e così gli scaglioni Irpef, questo porta a un risparmio per la quasi totalità dei contribuenti che in questo modo riescono a non farsi erodere il potere d’acquisto dall’inflazione.

Un esempio pratico può aiutare: nel 2025 la No Tax Area per i lavoratori dipendenti è a 8.500 euro. Fino a tale importo non sono dovute imposte, se l’inflazione è al 4% la No Tax Area deve essere spostata a 8.840 euro, quindi, vi è un importo di 340 euro in cui normalmente dovrebbero essere pagate le tasse e che viene, invece, “protetto”. Considerando la prima aliquota al 23%, il risparmio è di 78,2 euro. Non cresce solo la No Tax Area, verrebbe infatti spostato anche il primo scaglione che attualmente è fermo a 28.000 euro e ipotizzando sempre un’inflazione al 4% verrebbe spostato a 29.120. I 1.120 euro in più dovrebbero scontare un’aliquota al 35% e quindi il risparmio sarebbe di 392 euro, ne scontano, invece, 369,6 (risparmio 23,60 euro). Il vantaggio in questo caso è per tutti i contribuenti che si trovano tra due scaglioni.

Start Tax per i giovani, la riforma Irpef 2026 di Renzi

La proposta di Renzi è del tutto diversa, infatti, mira a introdurre una riduzione Irpef particolarmente vantaggiosa solo per i giovani che fanno ingresso nel mondo del lavoro. L’obiettivo in questo caso è arginare il fenomeno della fuga dei cervelli.
Matteo Renzi ha parlato di una Start Tax e prevede una riduzione progressiva e per fasce d’età dell’Irpef dovuta, la proposta prevede:

  • 50% di riduzione per i contribuenti fino a 25 anni;
  • 30% di riduzione per i giovani tra i 26 e i 30 anni;
  • 20% di riduzione chi ha un’età compresa tra 31-35 anni.

Il risparmio sarebbe, quindi, solo per la fascia più giovane della popolazione.

Vantaggi Irpef solo per il ceto medio: la proposta irpef del Governo

Con la proposta del Governo, che probabilmente è quella che sarà approvata, il risparmio è solo per i contribuenti che guadagnano dai 28.000 ai 50.000 euro. L’obiettivo è salvare il potere di acquisto, ma solo del ceto medio. Il risparmio massimo è per chi ha un reddito di 50.000 euro. Consideriamo che la seconda aliquota Irpef si applica su 22.000 euro, cioè la differenza tra 50.000 e 28.000 euro, il primo scaglione è tassato al 23%. Con un’aliquota al 35% dovrebbero su tale fascia pagare 7.700 euro di Irpef, 7.260 euro con aliquota al 33% risparmiano, quindi, massimo 440 euro.

Diciamo che sono 3 diverse visioni del mondo in cui al centro dell’attenzione ci sono classi sociali differenti, nel caso del M5S la protezione soprattutto dei ceti più bassi, nella proposta di Renzi al centro dell’attenzione ci sono i giovani, c’è anche un contrasto all’invecchiamento della società cercando di trattenere in Italia i più giovani. La proposta del Governo punta a salvare il potere d’acquisto del ceto medio.

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