Riforma fiscale, è allarme fondi, a rischio Irpef e tredicesime

Nadia Pascale

26 Luglio 2023 - 12:33

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La Ragioneria dello Stato mette un freno alla riforma fiscale: attenzione, la delega fiscale prevede invarianza del gettito. È subito allarme fondi per la riduzione della pressione fiscale.

Riforma fiscale, è allarme fondi, a rischio Irpef e tredicesime

La riforma fiscale approda al Senato con la presentazione di 482 nuovi emendamenti, tra maggioranza e opposizione. Nel frattempo arriva l’alt della Ragioneria dello Stato che sottolinea come per molte misure non sia quantificabile la perdita per l’Erario e di conseguenza vi è il rischio di non avere fondi.

Più volte la Ragioneria dello Stato nella relazione inviata al Senato ribadisce che l’articolo 20 della legge di delega fiscale prevede l’invarianza di gettito. Ecco i punti critici della riforma che generano un vero allarme fondi.

Allarme fondi, la riforma fiscale prevede invarianza di gettito fiscale

Il Governo ha promesso con la riforma di ridurre la pressione fiscale sui contribuenti e in particolare sulle imprese, ha inoltre annunciato un Fisco amico senza comportamenti vessatori, ma la Ragioneria dello Stato nella relazione inviata al Senato fa il punto della situazione: nell’articolo 20 delle legge di delega non è prevista una variazione del gettito.
Ecco che arrivano dubbi e perplessità, o meglio, un vero allarme fondi derivante da alcune misure come l’eliminazione delle microtasse, tassazione agevolata su tredicesime e riduzione Iva.

Allarme fondi: dubbi su tredicesima, microtasse e rateizzazione Irpef

Uno dei punti sottolineati dalla Ragioneria riguarda la flat tax incrementale (tassazione agevolata sugli incrementi di reddito che in teoria non porta riduzione di entrate per il Fisco) che ha ceduto il posto ad un alleggerimento della tassazione su tredicesime, straordinari e premi di produttività. Il punto debole di questa parte è la impossibilità di quantificare la perdita di entrate fiscali per lo Stato e quindi un possibile buco nei bilanci.

Lo stesso potrebbe derivare anche dalla eliminazione delle microtasse che comunque rappresentano una perdita per l’Erario e di conseguenza resta necessario trovare fondi per coprire tale perdite.

Dubbi vi sono anche per la rateizzazione dell’Irpef, in particolare non vi sarebbero particolari problemi nel caso in cui la rateizzazione mensile prevedesse comunque il versamento entro l’anno, mentre potrebbero esservi problemi nel caso di rateizzazione dell’acconto di novembre con versamenti nell’anno seguente.

Perplessità vengono espresse anche sul nuovo emendamento previsto per le sanatorie fiscali. Vi sono infatti tre emendamenti identici presentati dai vari partiti che prevedono che nel caso in cui dovesse applicarsi una sanatoria fiscale, la stessa dovrebbe essere estesa anche alle somme che ancora non sono oggetto di cartelle di pagamento.

La sanatoria attualmente in vigore permette di “fare pace con il Fisco” per le cartelle esattoriali affidate all’agente di riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, versando le imposte dovute senza interessi, sanzioni e aggio. L’ipotesi di una nuova misura di pace fiscale così estesa potrebbe essere un deterrente al versamento “ordinario” delle imposte e non è possibile quantificare le perdite per lo Stato.
Perdite potrebbero esservi anche con l’approvazione dell’emendamento che permette la riduzione dell’Iva su pet food e spese veterinarie.

Riforma fiscale, le misure da cui potrebbero arrivare maggiori entrate

La Ragioneria dello Stato fa però notare che, sebbene non quantificabili, vi potrebbero essere maggiori entrate con la nuova Web Tax, tassa minima nazionale sulle multinazionali. Questo effetto sarebbe dovuto al fatto che attualmente vi è una bassa tassazione e quindi si possono prevedere incrementi delle entrate. Lo stesso potrebbe aversi con le misure di contrasto a ludopatie e gioco illegale.

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