Rifiuti radioattivi, le aree idonee per il nuovo deposito: perché l’Italia non può tirarsi indietro

Antonio Cosenza

8 Gennaio 2021 - 10:08

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Rifiuti radioattivi: via libera alla mappa che individua 67 aree idonee ad ospitare il nuovo deposito per la conservazione degli stessi. L’Italia è obbligata, ce lo chiede l’Unione Europea.

Rifiuti radioattivi, le aree idonee per il nuovo deposito: perché l’Italia non può tirarsi indietro

Rifiuti radioattivi: dopo ben sei anni dalla realizzazione è finalmente arrivato il via libera dei Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente rispetto alla pubblicazione del documento CNAPI realizzato dalla Sogin (la società pubblica che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi) nel quale vengono individuate 67 aree idonee ad ospitare il nuovo deposito nazionale per i rifiuti radioattivi di media e bassa attività.

Ebbene sì, l’Italia dovrà dotarsi presto di un proprio deposito per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. L’articolo 4 della Direttiva 2011/70, infatti, prevede che la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi avvenga nello Stato membro in cui questi sono stati generati. L’Italia è indietro ed è per questo che è al centro di una procedura d’infrazione europea: al momento, infatti, i rifiuti radioattivi non sono sistemati in maniera sicura, in quanto sono stoccati in una ventina di siti provvisori che non sono considerati idonei ai fini dello smaltimento definitivo.

Il nostro Paese, quindi, non può tirarsi indietro e presto dovrà dotarsi di un deposito nazionale dei rifiuti radioattivi al quale si affiancherà un parco tecnologico.

Ma dove? È questa la domanda a cui la Sogin ha provato a rispondere, individuando 67 ampie aree potenzialmente idonee ad ospitare il primo deposito di smaltimento dei rifiuti radioattivi. Deposito che dovrebbe essere in funzione entro il 2025, ma prima bisognerà definire l’area che lo ospiterà: a tal proposito, con la pubblicazione del dossier di Sogin si apre una fase di consultazione pubblica - della durata di 60 giorni - in cui le Regioni, gli enti locali, nonché tutti i soggetti portatori di interesse, possono formulare osservazioni e proposte tecniche. Successivamente ci saranno altri 4 mesi di tempo per organizzare il seminario nazionale, con l’intento di definire l’area migliore per ospitare il nuovo deposito.

Quali sono le 67 aree indicate dal Sogin? Scopriamolo, ma non prima di aver fatto chiarezza sul perché l’Italia non potrà tirarsi indietro rispetto alla realizzazione di un deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e sulle motivazioni per cui non c’è da preoccuparsi a riguardo.

Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi: tutta la verità

Entro il 2025, quindi, l’Italia conta di avere un deposito nazionale idoneo ad ospitare i rifiuti radioattivi prodotti nel nostro Paese. Una notizia che molti ignoravano, anche perché i precedenti Governi non hanno avuto interesse a pubblicizzarla.

Anzi, come spiegato da Umberto Minopoli - presidente dell’Associazione italiana nucleare - in un lungo post pubblicato su Facebook, in questi anni c’è stato il timore di rendere pubblica la mappa realizzata dalla Sogin. Il termine “rifiuti nucleari”, infatti, spaventa la popolazione ed è probabilmente per non risultare impopolari che i precedenti Governi non hanno mai dato il via libera alla pubblicazione della mappa, rinviando la realizzazione di un’opera da cui il nostro Paese non potrà esimersi.

Come anticipato, erano ben sei anni che la mappa del Sogin era pronta e attendeva il via libera per la pubblicazione; da allora sono quattro i Governi che si sono succeduti, nessuno dei quali ha deciso di concedere l’autorizzazione.

Adesso potrà partire la competizione aperta tra i territori riconosciuti come idonei ad ospitare il nuovo Deposito. Una vera e propria competizione sì, in quanto i vantaggi, anche economici, di ospitare questo nuovo centro di smaltimento per i rifiuti nucleari sono consistenti.

E non c’è da temere per la nostra salute, o comunque non più di adesso visto che - come detto in precedenza - i rifiuti nucleari al momento sono conservati in centri non riconosciuti idonei. Un’opera obbligata che si aggiungerà ai 30 centri già presenti in Europa, nessuno dei quali è stato luogo di incidenti.

Il deposito, quindi, sarà assolutamente sicuro e va detto che il costo per la sua realizzazione è stato già finanziato (viene pagato, infatti, con una quota di oneri speciali sulle bollette elettriche). Senza dimenticare poi i vantaggi sull’occupazione: questo, infatti, garantirà un posto di lavoro per circa 700 persone (una volta che sarà operativo), ai quali si aggiungono le assunzioni nel Parco tecnologico che verrà realizzato nella stessa area.

E prima di vedere quali sono le aree idonee ad ospitare questo deposito, è bene chiarire una fake news: questo non servirà solamente per ospitare il materiale raccolto dallo smantellamento degli impianti nucleari. Sarà così solamente per il 60% dei rifiuti radioattivi - circa 95 mila metri cubi - che saranno conferiti al deposito, in quanto il restante 40% deriverà dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca.

Nuovo deposito per la raccolta dei rifiuti nucleari: i 67 luoghi potenzialmente idonei

È bene precisare che la mappa della Sigon individua non dei luoghi specifici ma delle aree piuttosto ampie (raccolte in sei tavole che potete scaricare di seguito). 67 aree che tuttavia non sono considerate tutte uguali in quanto suddivise in categorie: aree molto buone, buone, insulari e aree in zona sismica.

In particolare sono 12 i luoghi in assoluto più idonei per ospitare il deposito nazionale, di cui 2 si trovano in Provincia di Torino, 5 nella Provincia di Alessandria e altre 5 in quella di Viterbo. La scelta si concentrerà su queste aree oppure ci saranno sorprese? L’iter è appena cominciato quindi per avere una risposta dovremo attendere. Nel frattempo, ecco la mappa con tutti i siti candidati ad ospitare il nuovo centro per la conservazione dei rifiuti nucleari.

CNAPI: Proposta di carta nazionale delle aree potenzialmente idonee
Nuovo deposito per la conservazione dei rifiuti nucleari prodotti nel nostro Paese: ecco le 67 aree riconosciute come idonee per ospitare il centro.

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