Nel 2024 la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane supera i 6.000 miliardi, ma 1.800 restano in liquidità: tra paura, ignoranza finanziaria e zero strategia.
Nel 2024, secondo l’ultimo rapporto della Banca d’Italia, la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane ha sfondato quota 6.069 miliardi di euro. Avete letto bene: sei trilioni, con la “T” maiuscola. Una montagna di soldi che supera ampiamente il debito pubblico nazionale. Roba da far impallidire qualsiasi ministro dell’Economia, e da far venire l’acquolina in bocca a banche, promotori, fondi e chiunque abbia un prodotto finanziario da piazzare.
Negli ultimi 15 anni questa ricchezza è cresciuta del 57%, e viene naturale pensare: “Beh, allora siamo messi bene!”. Peccato che essere ricchi non voglia dire automaticamente essere protetti, né tantomeno consapevoli nella gestione del proprio denaro. Perché una buona parte di questa ricchezza (1.800 miliardi di euro) — udite udite — dorme beata sotto forma di liquidità parcheggiata nei conti correnti e nei depositi bancari, come se bastasse tenere i soldi fermi in banca per mettersi al riparo dalle tempeste.
E mentre l’inflazione rosicchia silenziosamente il potere d’acquisto, e i mercati offrono opportunità per chi sa guardare oltre l’orizzonte di un bancomat, noi italiani continuiamo a coccolarci con la vecchia favola del “meglio pochi interessi ma sicuri”. Sicuri? Forse. Pochi? Di questo passo, sempre di più.
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