Regime forfettario, ecco chi dovrà uscire nel 2025

Andrea Amantea

12 Ottobre 2025 - 15:04

Comprendere la differenza tra ragguaglio a giorni o per mesi è fondamentale per gestire correttamente i ricavi e rimanere nel regime di favore

Regime forfettario, ecco chi dovrà uscire nel 2025

Quando si parla di regime forfettario, uno degli aspetti più delicati riguarda il limite di ricavi o compensi annui. Il tetto massimo di ricavi/compensi è fissato a 85.000 euro, ma non è ancora chiaro se, in caso di apertura o cessazione dell’attività in corso d’anno, il ragguaglio del limite debba essere fatto su base mensile o giornaliera.

La normativa non fornisce indicazioni precise in merito, e di conseguenza il calcolo può cambiare in maniera sostanziale a seconda del metodo utilizzato.

Nel corso di questo articolo faremo un cenno ai requisiti per entrare nel regime forfettario e poi faremo un esempio pratico per chiarire come funziona il ragguaglio a giorni e a mesi, mostrando quale reddito determina l’uscita dal regime.

Il regime forfettario. Limite ricavi/compensi a 85.000 euro

Il regime forfettario disciplinato dalla Legge n. 190/2014, articolo 1, commi 54-89, costituisce un regime fiscale naturale per i contribuenti persone fisiche che rispettano specifici requisiti quantitativi e qualitativi.

Il primo requisito riguarda i limiti di ricavi o compensi annui.

Per il 2025, il tetto massimo è fissato a 85.000 euro. . Superando tale soglia, il contribuente perde il diritto al regime forfettario a partire dal periodo d’imposta in cui il limite viene oltrepassato.

Nel 2026 il limite della flat tax potrebbe salire a 100.00 euro.

Altri requisiti fondamentali riguardano la struttura dell’attività: non devono essere sostenute spese per lavoro dipendente o collaboratori superiori a 20.000 euro lordi annui.

La normativa prevede che il limite dei ricavi/compensi vada ragguagliato in caso di attività non esercitata per l’intero anno.

Questo ragguaglio potrebbe essere effettuato a giorni, considerando i giorni effettivi di attività, oppure a mesi, anche se la legge non stabilisce quale metodo sia vincolante.

Regime forfettario. Rischio uscita con ragguaglio limite a giorni

Per capire meglio l’impatto delle differenze tra ragguaglio a giorni o a mesi, consideriamo un esempio pratico.

Supponiamo di aprire un’attività in regime forfettario dal 16 ottobre 2025. Da tale data fino al 31 dicembre, si contano 76 giorni.

Se il ragguaglio viene fatto a giorni, dividiamo il limite annuo di 85.000 euro per 365 giorni, ottenendo circa 232,88 euro al giorno. Moltiplicando questo valore per i 76 giorni di attività, il reddito massimo consentito per rimanere nel regime è di circa 17.698.

Superando questa cifra, il contribuente uscirebbe dal regime forfettario.

Se invece si applica il ragguaglio mensile, dividendo 85.000 euro per 12 mesi, otteniamo circa 7.083 euro al mese. Considerando i 3 mesi di attività (ottobre, novembre e dicembre), il limite ragguagliato sale a circa 21.250 euro, superiore rispetto al ragguaglio giornaliero.

Comprendere questa differenza è fondamentale per gestire correttamente i ricavi e rimanere nel regime senza rischiare di superare la soglia prevista dalla legge.

A ogni modo servirebbero chiarimenti ufficiali da parte dell’Agenzia delle entrate anche se il ragguaglio giornaliero sembra il metodo più corretto e ragionevole.

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