Referendum contro le armi all’Ucraina, come e dove votare

Chiara Esposito

23 Aprile 2023 - 21:05

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Al via la raccolta firme per i referendum abrogativi delle leggi che hanno stabilito l’invio di armi in Ucraina. Chi sono e cosa chiedono i promotori.

Referendum contro le armi all’Ucraina, come e dove votare

Sabato 22 aprile è iniziata la raccolta firme per i nuovi referendum abrogativi su due temi caldi dell’attualità nazionale: la sanità privata e l’invio di armi all’Ucraina.

I comitati che hanno lanciato la campagna referendaria sono «Ripudia la guerra» e «Generazioni future» e i tre quesiti proposti, pubblicati in Gazzetta Ufficiale a marzo, riassumono posizioni di contrarietà all’inclusione di strutture private in alcuni piani sanitari territoriali e all’invio di forniture belliche a Kiev da parte dell’Italia.

Quest’ultima proposta in particolare vorrebbe un intervento di modifica sulla legge che permette al Governo di deliberare in materia di export bellico con il supporto del Parlamento. Ecco di cosa si tratta.

Cosa contengono i quesiti referendari

Il 3 marzo scorso in Gazzetta sono state pubblicate due richieste di referendum abrogativo a nome del “Comitato referendario Generazioni future”.

La prima mira all’abrogazione di una parte di un decreto-legge contenente la proroga fino a fine 2023 dell’autorizzazione «alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari» all’Ucraina. In particolare ad essere contestata è la modalità con cui l’Italia può decidere di esportare materiale militare nelle zone di guerra. Uno dei quesiti quindi chiede l’abrogazione di una parte (art.1, comma 6, lettera a) della legge del 1990 sul controllo «dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento».

La seconda proposta richiede invece l’abrogazione di una parte di un decreto legislativo del 1992 che include le «strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale» all’interno del Piano sanitario regionale, ossia il piano strategico ed economico di gestione della sanità regionale.

L’affiancarsi di queste due tematiche non è casuale, anzi, secondo i promotori dell’iniziativa si tratta di una commistione «evidente». Nelle dichiarazioni rilasciate viene sottolineata come paradossale «l’assenza di soldi pubblici da destinare al sistema sanitario» da un lato a l’impegno a «devolvere denaro a scopi militari» dall’altro. Il principio del binomio sarebbe questo: «si ritaglia una somma spendibile per la salute di tutti i cittadini» per fomentare una guerra profittevole per «pochi privati».

Si arriva così all’inizio della raccolta firme che si svolgerà in tutte le piazze delle principali città italiane individuabili tramite la mappa del sito generazionifuture.org. Il comitato promotore avrà 90 giorni di tempo per raccogliere 500 mila firme da parte degli elettori e presentare ufficialmente il referendum.

I nomi dei promotori

Tra i promotori dell’iniziativa ci sono figure note nel panorama dell’informazione italiana come Ugo Mattei, Pasquale De Sena, Guido Viale, Vladimiro Giacchè, Carlo Freccero, Vauro Senesi e Franco Cardini.

Il primo comitato, Generazioni future, si definisce una «società cooperativa di mutuo soccorso ecologico intergenerazionale» ed è noto per l’adesione dei filosofi Massimo Cacciari e Giorgio Agamben ma anche per le sue posizioni estremamente critiche riguardo la gestione della pandemia da Covid-19, in particolare sul tema delle vaccinazioni e del Green Pass. Altro aspetto più volte commentato in queste ore è il collegamento del comitato con la piattaforma media antisistema Byoblu che in passato ha promosso campagne di disinformazione sui vaccini.

Il comitato Ripudia la guerra invece è meno noto e vede come suo portavoce il blogger e autore Enzo Pennetta. Vicini a lui il medico no vax Daniele Giovanardi, il professore dell’Università di Milano Andrea Zhok e i giornalisti Fulvio Grimaldi e Franco Fracassi, tutti candidati alle elezioni del 25 settembre 2022 con la lista Italia sovrana e popolare guidata dall’ex segretario del Partito comunista Marco Rizzo.

Sempre dal mondo della politica, il sostegno al referendum è arrivato dall’ex sindaca di Roma Virginia Raggi.

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# Guerra

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