La guida al referendum cittadinanza 2025: il quesito, i pro e i contro di questa proposta referendaria e quanti voti servono per essere valido.
Referendum Cittadinanza, tutto quello che c’è da sapere: si avvicina sempre di più il momento di questa tornata referendaria che si terrà in data domenica 8 e lunedì 9 giugno, in concomitanza con i - pochi - ballottaggi delle elezioni amministrative 2025.
In totale saranno cinque i referendum 2025 sottoposti al parere degli italiani, oltre a quello sula cittadinanza proposto da +Europa ci sono i quattro sul lavoro voluti invece dalla Cgil.
Durante i tre mesi della raccolta firme il referendum cittadinanza è stato sottoscritto da 637.487 cittadini, con la Consulta che poi a gennaio ha dichiarato ammissibile il quesito.
Vediamo allora nel dettaglio qual è il quesito, quali sono i pro e i contro del referendum cittadinanza e cosa cambia se dovesse passare.
Referendum cittadinanza 2025: data e orari
Il Consiglio dei ministri ha stabilito che i referendum 2025 si terranno in data 8 e 9 giugno, con questi che saranno gli orari del voto:
- domenica 8 giugno dalle ore 7 alle ore 23;
- lunedì 9 giugno dalle ore 7 alle ore 15.
Lo spoglio prenderà alle ore 15 di lunedì 9 giugno come termineranno le operazioni di voto, con la precedenza rispetto ai concomitanti ballottaggi delle elezioni amministrative 2025.
Quanti voti servono al referendum cittadinanza
Ai referendum 2025 hanno diritto di partecipare tutti i cittadini chiamati a eleggere la Camera dei Deputati, ovvero tutte le persone in possesso della cittadinanza italiana che hanno compiuto diciotto anni.
Essendo un referendum abrogativo, per la validità della consultazione referendaria popolare è necessario che si rechino alle urne metà degli aventi diritto al voto più uno, pena la non validità del referendum a prescindere dall’esito.
Considerando che il corpo elettorale in Italia è formato da circa 50 milioni di persone, per superare il quorum occorrerà che 25 milioni di italiani si rechino alle urne il prossimo 8 e 9 giugno.
Stando ai sondaggi il Sì dovrebbe vincere nettamente rispetto al No, ma se non verrà raggiunto il quorum tutto sarà inutile e il referendum verrà invalidato.
Il quesito del referendum Cittadinanza
Il referendum Cittadinanza è stato presentato lo scorso 4 settembre da +Europa, venendo poi sottoscritto da diversi altri partiti e associazioni. Questo è il quesito che sarà sottoposto agli italiani.
Volete voi abrogare l’art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: «f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.», della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza?
A lanciare il referendum cittadinanza è stata +Europa, con il quesito che poi è stato sottoscritto anche da Pd, Possibile, Radicali Italiani, Partito Socialista Italiano e Rifondazione Comunista, oltre ad associazione come Italiani senza Cittadinanza, CoNNGI, Idem Network, Libera, Gruppo Abele, Società della Ragione, A Buon Diritto, ARCI, ActionAid, Oxfam Italia, Cittadinanza Attiva, Open Arms e Forum Disuguaglianze Diversità.
Referendum Cittadinanza, per cosa si vota?
Nel dettaglio si legge che la normativa in vigore stabilisce che la cittadinanza italiana possa essere concessa al cittadino straniero legalmente residente nel territorio della Repubblica da almeno 10 anni.
Il presente quesito invece propone di dimezzare tale termine, riportandolo a 5 anni, com’era previsto dalla legislazione prima del 1992 e com’è stabilito in diversi altri Stati dell’Unione europea.
Questa proposta è diversa dallo ius scholae o dallo ius soli, due argomenti da tempo dibattuti dalla politica senza però - nel concreto - grandi risultati.
Cosa cambia se il referendum Cittadinanza passa
Ai fini della concessione della cittadinanza, oltre alla residenza ininterrotta in Italia (che questo Referendum propone di ridurre a 5 anni) resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza, quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.
Secondo le stime dei promotori, l’approvazione del referendum potrebbe interessare tra 2,3 e 2,5 milioni di cittadini di origine straniera, a cui si aggiungerebbero circa 500.000 figli minorenni dei richiedenti che acquisirebbero automaticamente la cittadinanza insieme ai genitori.
I pro del referendum cittadinanza
I promotori del referendum Cittadinanza hanno spiegato che in Italia le persone in possesso di questi requisiti che potrebbero beneficiare - direttamente o indirettamente (figli minori conviventi) - dell’intervento proposto sono circa 2,5 milioni.
La concessione della cittadinanza comunque non sarebbe un automatismo. Oltre alla residenza ininterrotta in Italia (che questo Referendum propone di ridurre a 5 anni) resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza, quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un consistente reddito, l’incensuratezza penale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.
Inoltre il referendum Cittadinanza andrebbe ad allineare l’Italia alla maggioranza delle normative europee. Per esempio la Germania all’inizio del 2024 ha approvato una legge che coincide con le richieste di questo referendum e che ha stabilito il termine di 5 anni di residenza per l’ottenimento della cittadinanza.
I contro del referendum cittadinanza
Contro il referendum si è schierata invece la Lega, con Matteo Salvini che ha spiegato di star lavorando “alla revoca della cittadinanza per gli stranieri che commettono reati gravi”.
Sarebbe contraria anche l’associazione Mamme per la Pelle: “Ciò che stiamo firmando in questi giorni non cambierebbe di molto la legge che già abbiamo e che rimarrebbe in vigore con tutti i suoi limiti. Rimarrebbe quindi una legge rivolta agli adulti, ai maggiorenni, e non la bramata legge di cittadinanza per i bambini figli di persone straniere. Non è altro che una riduzione del termine per fare la richiesta di cittadinanza da 10 anni a 5 anni di residenza. Oltretutto lo Stato, nell’esaminare la sussistenza degli innumerevoli requisiti richiesti, impiega anche diversi anni per ciascuna pratica, vanificando la riduzione del termine”.
In generale chi si oppone al referendum ritiene che il periodo di 10 anni sia necessario per valutare adeguatamente l’integrazione dello straniero e che una riduzione potrebbe compromettere la coesione sociale.
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