Referendum 8-9 giugno 2025, per cosa si vota? Quesiti e quorum

Alessandro Cipolla

13 Maggio 2025 - 15:54

La guida ai referendum 2025: la data per capire quando si vota, qual è il quorum da dover superare e quali sono i cinque quesiti inerenti cittadinanze e lavoro.

Referendum 8-9 giugno 2025, per cosa si vota? Quesiti e quorum

Referendum 2025: si avvicina sempre più il momento dell’apertura dei seggi con la data della consultazione referendaria che per volontà del Consiglio dei ministri è stata accorpata al ballottaggio delle elezioni amministrative 2025.

In totale sono cinque i referendum che lo scorso gennaio hanno ottenuto il via libera da parte della Corte costituzionale, uno sulla Cittadinanza promosso da +Europa e ben quattro sul Lavoro voluti dalla Cgil.

Essendo dei referendum abrogativi, per essere validi occorrerà il raggiungimento del quorum che - negli ultimi anni - solo una volta è stato raggiunto in occasione di un appuntamento referendario.

Anche se l’accorpamento con i ballottaggi potrebbe dare una mano in ottica di raggiungimento del quorum - in questo 2025 si voterà solo in pochi Comuni, ovvero tutti quelli che di recente hanno visto il proprio sindaco cadere o dimettersi -, i promotori di recente hanno denunciato una sorta di boicottaggio da parte dei media - Rai in primis -, rei di aver fatto calare il sostanziale silenzio sui cinque referendum.

Vediamo allora quando si vota per i referendum 2025, dando uno sguardo nel dettaglio alla data e agli orari del voto, a quali sono i cinque quesiti e ai dettami del regolamento sul quorum.

La data dei referendum 2025

Il Consiglio dei ministri ha stabilito che i referendum 2025 si terranno domenica 8 e lunedì 9 giugno, una data che non dovrebbe dare grossi problemi alle scuole che fungeranno da seggio elettorale.

Nella stessa data si terranno i ballottaggi delle elezioni amministrative 2025, ma questa tornata riguarderà solo pochi Comuni che potrebbero eleggere il sindaco già al primo turno.

I Comuni che si sono recati alle urne nel 2020 in autunno - a causa della pandemia - grazie a una speciale deroga voteranno per eleggere il proprio sindaco direttamente a primavera 2026, una decisione questa del Viminale dettata dalla necessità di riallineare queste amministrazioni al classico calendario delle amministrative.

Orari referendum 2025

Vista la data, diamo uno sguardo ora a quelli che sono gli orari referendum 2025:

  • domenica 8 giugno dalle ore 7 alle ore 23;
  • lunedì 9 giugno dalle ore 7 alle ore 15.

Lo spoglio prenderà il via alle ore 15 di lunedì 9 giugno come termineranno le operazioni di voto, con la precedenza rispetto ai concomitanti ballottaggi delle elezioni amministrative 2025.

Ricordiamo che per votare ai referendum è necessario presentarsi al proprio seggio muniti di tessera elettorale e di un documento d’identità in corso di validità.

Quesiti referendum 2025

A gennaio la Corte costituzionale ha dichiarato ammissibili cinque referendum, bocciando invece quello sull’Autonomia delle Regioni ovvero la cosiddetta legge Calderoli fortemente voluta dalla Lega.

Sono stati dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale invece i quattro referendum sul lavoro promossi dalla Cgil e il referendum sulla cittadinanza voluto da +Europa.

Vediamo allora nel dettaglio i quesiti dei cinque referendum ammessi dalla Consulta, con una breve spiegazione su cosa gli italiani presto saranno chiamati a esprimersi.

Referendum Cittadinanza

Il referendum cittadinanza è stato presentato lo scorso 4 settembre da +Europa, venendo poi sottoscritto da diversi altri partiti e associazioni. Questo è il quesito che è stato consegnato presso il ministero di Giustizia.

Volete voi abrogare l’art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: «f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.», della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza?

Nel dettaglio si legge che la normativa in vigore stabilisce che la cittadinanza italiana possa essere concessa al cittadino straniero legalmente residente nel territorio della Repubblica da almeno 10 anni. Il presente quesito invece propone di dimezzare tale termine, riportandolo a 5 anni, com’era previsto dalla legislazione prima del 1992 e com’è stabilito in diversi altri Stati dell’Unione europea.

Ai fini della concessione della cittadinanza, oltre alla residenza ininterrotta in Italia (che questo Referendum propone di ridurre a 5 anni) resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza, quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari e l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.

Referendum Lavoro

Il 25 aprile 2024 la Cgil ha lanciato la raccolta firme - poi superata - di quattro referendum sul lavoro, con l’intenzione di andare a modificare radicalmente quelli che sono i dettami del Jobs Act. I quesiti sono stati sottoscritti da diversi partiti e associazioni, con anche Elly Schlein che ha firmato ai gazebo provocando il disappunto di parte del Pd, visto che la legge è stata voluta dai dem quando a Palazzo Chigi c’era Matteo Renzi.

Referendum Jobs Act

Quesito 1 - Abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi: si chiede di abrogare il Decreto Legislativo n. 23/2015, cioè uno dei decreti attuativi del cosiddetto Jobs Act, per abolire il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti.

Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?

Lo scopo del referendum è quello di ripristinare la possibilità per i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 di essere reintegrati nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo, come era previsto prima del Jobs Act.

Referendum licenziamenti piccole imprese

Quesito 2 - Abrogazione delle norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese: si chiede di abrogare le norme che pongono un tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento illegittimo per i lavoratori delle piccole imprese.

Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: “compreso tra un”, alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro.”?

Con questo referendum i promotori vogliono consentire a un giudice di determinare l’indennità in base a criteri equi, senza limiti predefiniti, considerando fattori come l’età del lavoratore, l’anzianità di servizio e la situazione economica dell’azienda.

Referendum lavoro a tempo determinato

Quesito 3 - Abrogazione delle norme che hanno liberalizzato l’utilizzo del lavoro a termine: si chiede di porre un limite all’uso dei contratti a termine, abrogando alcune parti dell’articolo 19 del Decreto Legislativo 81/2015 (anche questo è uno dei decreti attuativi del Jobs Act) e un articolo del Decreto Lavoro varato nel 2023 dal governo Meloni.

Volete voi l’abrogazione dell’articolo 19 del d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81 recante “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183”, comma 1, limitatamente alle parole “non superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque”, alle parole “in presenza di almeno una delle seguenti condizioni”, alle parole “in assenza delle previsioni di cui alla lettera a), nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2024, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;” e alle parole “b bis)”; comma 1 -bis , limitatamente alle parole “di durata superiore a dodici mesi” e alle parole “dalla data di superamento del termine di dodici mesi”; comma 4, limitatamente alle parole “,in caso di rinnovo,” e alle parole “solo quando il termine complessivo eccede i dodici mesi”; articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole “liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente,”?

la volontà referendaria è quella di reintrodurre l’obbligo per i datori di lavoro di indicare una motivazione specifica per l’assunzione a termine - anche per contratti inferiori a 12 mesi -, al fine di contrastare l’abuso del lavoro precario.

Referendum infortuni sul lavoro

Quesito 4 - Abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante: si chiede di eliminare la norma che, in presenza di appalti o subappalti, esclude la responsabilità solidale dell’impresa committente in caso di infortunio o malattia della lavoratrice o del lavoratore.

Volete voi l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” come modificato dall’art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106, dall’art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonché dall’art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole “Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.”?

Il referendum in questione vuole rendere il committente solidalmente responsabile per gli infortuni sul lavoro occorsi ai dipendenti delle imprese appaltatrici o subappaltatrici, anche quando derivanti da rischi specifici dell’attività svolta, rafforzando così la tutela della sicurezza sul lavoro.

Quorum referendum 2025

Ai referendum 2025 hanno diritto di partecipare tutti i cittadini chiamati a eleggere la Camera dei Deputati, ovvero tutte le persone in possesso della citadinanza italiana che hanno compiuto diciotto anni.

I referendum - eccezion fatta per quelli costituzionali - però devono superare un quorum per poter risultare validi; si tratta di una quota minima, calcolata numericamente oppure in percentuale, dei voti espressi o dei votanti, richiesta perchè una delibera, una elezione, una consultazione referendaria, sia considerata valida.

Per la validità della consultazione referendaria popolare è necessario che si rechino alle urne metà degli aventi diritto al voto più uno. Questo è quanto stabilisce l’articolo 75, IV comma della Costituzione che testualmente recita: “La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi”.

In sostanza a prescindere dallla vittoria del Sì o del No, i referendum per essere validi dovranno essere votati dal 50% più uno degli aventi diritto. Nel 2022, l’ultima volta che in Italia si è votato per i referendum - in quell’occasione quelli sulla giustizia voluti dal centrodestra -, l’affluenza è stata del 21%, la più bassa di sempre.

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