La ministra del Lavoro, Marina Calderone, spiega all’evento “Il lavoro al centro” di Fondimpresa come sarà strutturata la riforma del Reddito di cittadinanza, con alcune novità sulla formazione.
“Siamo in chiusura, nelle prossime settimane avremo la presentazione del decreto”. La ministra del lavoro, Marina Calderone, a margine dell’evento “Il lavoro al centro” di Fondimpresa a Roma annuncia il prossimo arrivo della riforma del Reddito di cittadinanza, che introdurrà una nuova Misura di inclusione attiva, anche detta Mia.
L’obiettivo del governo Meloni è accelerare sulla transizione verso il nuovo strumento, da cui verranno almeno parzialmente esclusi coloro che vengono ritenuti occupabili e che perderanno il Reddito il prossimo agosto (mentre il 1° gennaio 2024 il sussidio scomparirà del tutto). Gli occupabili sono coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e i 65 anni (non compiuti) e non hanno in famiglia persone anziane, fragili o disabili.
Con il decreto in arrivo a maggio o al massimo a giugno, quindi, già a partire dalla fine dell’estate si conoscerà quale sarà il percorso di accompagnamento degli attuali percettori del sussidio verso il nuovo Mia.
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Il punto principale da affrontare, però, rimane quello della formazione. L’obbligo di seguire dei corsi introdotto dalla legge di Bilancio 2023 per 440mila nuclei familiari (che corrispondono a oltre 800mila persone) per ora è rimasto sulla carta e quanto previsto dal Pnrr (il cosiddetto programma Gol per il lavoro) risulta insufficiente. Per questo la ministra ha annunciato alcuni interventi.
La possibile modifica del Pnrr sulla formazione dei disoccupati
Dal palco di Fondimpresa la ministra propone innanzitutto una modifica del Pnrr, per rendere più efficace il programma Gol, pensato per formare i cittadini senza lavoro e portarli ad avere un’occupazione.
“Entro il 2025 - spiega Calderone - dobbiamo riportare al lavoro 3 milioni di persone, formarne 800mila soprattutto giovani e donne, mentre a 300mila soggetti dobbiamo dare competenze digitali. La modifica che propongo è che tutti debbano avere competenze digitali, con una spinta sulle nuove tecnologie senza discriminazioni che un domani possono portare a emarginazione dal mercato del lavoro”.
Per Calderone con la riforma del Reddito, poi, il governo “si prenderà cura di chi non è in grado di lavorare, ma mettendo in condizione di lavorare chi può farlo, con interventi per regole più chiare, semplici e applicabili”. Accanto all’arrivo di Mia, secondo la ministra, il governo accelererà sui corsi di formazione collaborando con sindacati, associazioni datoriali, fondi interprofessionali e Regioni.
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“Il sistema di relazioni industriali - aggiunge - è maturo, ci sono organismi che funzionano e danno risposte ai bisogni dei territori: bisogna valorizzare questo sistema e nelle formazione c’è necessità di guardare al territorio e alle esigenze degli stabilimenti produttivi”.
Riforma del Reddito di cittadinanza, tutte le novità
In tal senso, per il futuro, la ministra invita le famiglie italiane a una riflessione. “Per far incontrare le reali esigenze del mondo del lavoro e la formazione - spiega Calderone - dobbiamo dire ai nostri figli che il mondo del lavoro ha bisogno di alcune figure e che altre hanno difficoltà maggiori di inserimento, anche se non è detto non ce ne sia bisogno in assoluto”.
Quanto all’importo di Mia per il momento la cifra base dovrebbe restare quella garantita dal Reddito di cittadinanza, almeno per quelle famiglie in cui ci sono poveri senza possibilità d’inserimento nel mercato del lavoro. Quindi, si parte da una base di 500 euro al mese, con maggiorazioni in base alla presenza di altri componenti. Laddove ci fossero occupabili, però, l’assegno sarebbe più basso: la base di partenza, infatti, dovrebbe di 375 euro e con una durata limitata e non rinnovabile, a differenza dello strumento per gli “inoccupabili”.
Il governo poi sta valutando se mantenere o meno il rimborso della quota affitto (oggi fino a 280 euro al mese); molto dipenderà dalla valutazione operata dal ministero dell’Economia, il quale dovrà far luce sulle risorse effettivamente a disposizione per passare da Reddito di cittadinanza a Misura d’inclusione.
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La polemica sul presunto conflitto di interessi
La ministra, poi, risponde alle accuse di conflitto di interessi mosse dai sindacati e dal leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.
L’ispettorato nazionale del lavoro ha infatti firmato nelle scorse settimane due protocolli con il Consiglio nazionale dei consulenti (da cui proviene la ministra) che prevedono che le aziende con il “bollino dei consulenti” non siano tra le priorità degli ispettori. Inoltre Calderone pensava a una riforma per far sì che gli ispettori del lavoro fossero sollecitati a condurre le visite ispettive per la sicurezza alla presenza di un consulente del lavoro.
“Non c’è nessun conflitto di interessi - risponde Calderone - D’altronde se ho potuto assumere l’incarico è perché non ho alcun ruolo di conflitto e questo lo hanno controllato le autorità che fanno questa specifica attività. La riforma di Anpal e ispettorato del lavoro al mio punto di vista si trattava di un’opportunità se fosse stata condivisa da tutti gli attori in campo. Non si fanno percorsi se servono ulteriori approfondimenti, non abbiamo fretta: si può affrontare il tema in un altro momento. Le riforme del governo non serviranno mai a depotenziare i servizi pubblici”.
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