Reddito di cittadinanza, fare i furbetti non è più reato: arriva l’assoluzione del giudice

Alessandro Nuzzo

09/04/2023

09/04/2023 - 09:45

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Protagonista un cittadino che non aveva comunicato all’Inps di essere stato arrestato continuando a percepire il sussidio: il giudice lo ha assolto.

Reddito di cittadinanza, fare i furbetti non è più reato: arriva l’assoluzione del giudice

Come tutti sappiamo il Reddito di cittadinanza ha i mesi contati e a fine anno andrà definitivamente in soffitta. Questa le decisione del governo Meloni che ha trasformato in realtà uno dei punti cardini della campagna elettorale che prevedeva una lotta al sussidio inaugurato nel 2019 dal governo gialloverde. Al suo posto entrerà in vigore la Mia, misura inclusione attiva destinata però ad una platea inferiore di percettori.

Il problema però creato dal Governo è che nell’abrogare le norme che prevedevano il Rdc ha abrogato anche le relative sanzioni, anche quelle contestate precedentemente alla fine della misura. E nei giorni scorsi un giudice di Asti ha applicato per la prima volta la Legge assolvendo un cittadino che si era dimenticato di avvisare l’Inps di esser stato arrestato, condizione questa che faceva decadere automaticamente il diritto al sussidio.

Assolto perché il fatto non costituisce più reato

La vicenda arriva dal Tribunale di Asti dove era imputato un cittadino pregiudicato di 40 anni residente a Carmagnola che il giudice ha assolto perché il fatto non costituisce reato. Il capo d’imputazione era la violazione di una delle norme che impone ai beneficiari di comunicare ogni variazione della propria condizione personale indicata come rilevante per l’ottenimento della provvidenza pubblica.

In pratica non aveva comunicato all’Inps di esser stato arrestato nel maggio 2020 e recluso nella casa circondariale di Lorusso e Cotugno di Torino per scontare una condanna definitiva ad un anno per lesioni e porto abusivo di oggetti atti ad offendere. La carcerazione è una delle tante cause che fanno perdere il diritto al sussidio. Non comunicando la nuova condizione all’Istituto nazionale per la previdenza sociale, la tessera del Reddito di cittadinanza era rimasta nelle mani dei familiari che per altri 5 mesi hanno continuato a percepire il sussidio illegalmente.

La Procura contestava al pregiudicato il reato di indebita percezione. Il problema però è che il Parlamento abrogando le norme sul reddito ha abrogato anche quelle con le relative sanzioni. Così anche in fase dibattimentale gli avvocati difensori si sono chiesti se fosse stato possibile pronunciare una condanna per un fatto non più previsto dalla Legge come reato, anche se in modo posticipato.

A mettere la parola fine alla vicenda ci ha pensato il giudice che ha emesso una sentenza di assoluzione ancora prima della richiesta di pena da parte della Procura perché il fatto non costituisce reato. Gli avvocati avevano proposto anche l’assoluzione per mancanza di dolo: trovandosi in carcere, il detenuto era concretamente impossibilitato a contattate l’Inps e doveva essere quindi l’amministrazione penitenziaria ad occuparsi di questa incombenza.

Si resta in attesa delle motivazioni del giudice che arriveranno entro 60 giorni ma sembra chiaro che si è deciso di applicare la legge del 2022 che ha abrogato reddito e sanzioni. Potrebbe aprirsi così un precedente giudiziario che potrebbe portare all’assoluzione tantissimi cittadini imputati per appropriazione indebita del reddito, assolti per mancanza della norma.

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