Reddito di cittadinanza, più soldi a chi lavora nei campi: istruzioni INPS

Antonio Cosenza

12 Giugno 2020 - 16:28

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Reddito di cittadinanza cumulabile con lo stipendio per lavoro nei campi: la novità del Decreto Rilancio spiegata dall’INPS.

Reddito di cittadinanza, più soldi a chi lavora nei campi: istruzioni INPS

Reddito di cittadinanza: il reddito derivante dal lavoro nei campi può, entro un certo limite, essere cumulato con il sostegno economico erogato con la misura. In questo modo chi prende il reddito di cittadinanza può avere più soldi, in quanto lo stipendio percepito eccezionalmente non comporta una riduzione della misura.

Questo merito della novità introdotta dall’articolo 94 del Decreto Rilancio, finalizzato alla promozione del lavoro nei campi. Qui, infatti, si legge che “in relazione all’emergenza epidemiologica i percettori di ammortizzatori sociali [...] di Naspi, DIS-COLL e del reddito di cittadinanza, possono stipulare con i datori di lavoro del settore agricolo dei contratti a termine non superiori a 30 giorni, rinnovabili per ulteriori 30 giorni, senza subire la perdita o la riduzione dei benefici previsti”.

A tal proposito, con il messaggio 2423/2020 l’INPS ha fatto chiarezza su cosa cambia con l’entrata in vigore del Decreto Rilancio (provvedimento che ha esteso per altre due mensilità la sospensione degli obblighi previsti dalla misura) per i beneficiari che decidono di andare a lavorare nei campi.

Reddito di cittadinanza: più soldi per chi lavora nei campi, ecco perché

Come noto, il reddito di cittadinanza è una misura che consiste in un’integrazione al reddito; questo significa che l’importo è mensilmente correlato al valore del reddito familiare nel nucleo familiare che lo percepisce. Questa informazione viene resa nota all’INPS con l’ISEE aggiornato e previo il modulo Esteso (SR181) con cui i beneficiari del reddito di cittadinanza hanno l’obbligo di comunicare l’inizio di un’attività lavorativa entro 30 giorni dall’evento, in modo che l’INPS possa rimodulare l’importo in base alla nuova entrata.

Per questo motivo, l’inizio di un nuovo lavoro comporta la riduzione del reddito di cittadinanza e in alcuni casi persino la perdita del beneficio.

A tal proposito, per incentivare i percettori del reddito di cittadinanza ad andare a lavorare nei campi, uno dei settori dove al momento c’è la maggiore offerta di lavoro, è stato deciso con il Decreto Rilancio di permettere loro di incrementare il reddito familiare permettendo di cumulare quanto percepito dalla misura e lo stipendio erogato per la prestazione agricola.

Quindi chi prende il reddito di cittadinanza potrebbe aumentare il proprio reddito familiare accettando di essere avviato per un lavoro nei campi; in questo modo, oltre al sostegno economico - il cui importo non subirà alcuna variazione - potrà beneficiare dello stipendio previsto per la suddetta prestazione lavorativa.

Come anticipato, però, la possibilità di cumulare il reddito di cittadinanza con lo stipendio per il lavoro nei campi presenta dei limiti; vediamo di cosa si tratta.

Reddito di cittadinanza e lavoro nei campi: fino a quando sono cumulabili?

Il lavoro nei campi non va comunicato all’INPS tramite modulo COM-Esteso (SR181) qualora rimanga all’interno di determinati limiti, visto che in tal caso le due prestazioni possono essere cumulate.

Nel dettaglio, i limiti fissati dalla normativa vigente sono:

  • contratto a termine della durata di 30 giorni, prorogabile per altri 30 giorni;
  • limite di 2.000,00€ annui.

Ad esempio, chi prende il reddito di cittadinanza e nel frattempo sottoscrive un contratto da 800,00€ per un lavoro di 30 giorni nei campi non deve darne alcuna comunicazione all’INPS visto che l’importo della misura comunque non viene rimodulato. Lo stesso vale in caso di rinnovo per altri 30 giorni e retribuiti dello stesso importo.

L’obbligo scatta al terzo rinnovo, o comunque in ogni caso al superamento del limite dei 2.000,00€; sopra quella cifra, infatti, il reddito di cittadinanza non potrà essere più cumulato con lo stipendio percepito e l’INPS provvederà alla rimodulazione dell’importo in base alla retribuzione percepita.

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