Reddito di cittadinanza, in Campania non si sblocca la situazione relativa all’assunzione dei 471 navigator selezionati da Anpal Servizi: nel frattempo gli operatori dei centri per l’impiego hanno difficoltà nel gestire da soli la situazione.
Reddito di cittadinanza: non si sblocca la trattativa che porterà al reclutamento nella Regione Campania dei 471 navigator vincitori del concorso che si è tenuto nella Capitale nel mese di giugno.
Come noto da parte del Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, non c’è l’intenzione di far partire la collaborazione - finanziata interamente dallo Stato - degli oltre 400 navigator, i quali in questi giorni hanno avviato uno sciopero della fame che purtroppo non ha prodotto i risultati sperati.
Neppure il cambio di maggioranza al Governo (ricordiamo che De Luca fa parte del Partito Democratico) è servito per sbloccare una situazione che ha dell’assurdo: nonostante abbia posto la firma sull’accordo raggiunto alla Conferenza Stato Regioni, infatti, il Governatore della Regione Campania si è rifiutato poi di firmare la convenzione con Anpal che avrebbe fatto sì che i navigator potessero partire nel dare agli operatori dei centri per l’impiego il supporto tecnico di cui avrebbero bisogno.
Ebbene sì, perché in questi giorni ascoltando le testimonianze di alcuni beneficiari del RdC colloquiati dagli operatori dei centri per l’impiego campani siamo venuti a conoscenza di alcune inesattezze che penalizzano direttamente i beneficiari della misura.
Patto per il lavoro negato per carichi di cura: l’errore dei CpI campani
Prima di andare avanti è bene sottolineare che quanto segue non vuole andare a sminuire il lavoro degli operatori dei CpI campani, anzi: questi, infatti, si trovano a dover profilare la più ampia platea di beneficiari del RdC presente in Italia (la Campania è stata la Regione con il maggior numero di richieste) senza il sostegno che i navigator - adeguatamente formati da Anpal Servizi sulle varie casistiche che si potrebbero presentare - ed è ovvio che qualche errore può capitare.
Semmai questa testimonianza dovrebbe servire per far capire che i navigator in alcuni casi possono aiutare a non cadere in errore, e sarebbe ora che il Governatore De Luca mettesse da parte i suoi risentimenti personali per far sì che i centri per l’impiego campani possano avere il supporto che meritano.
Basti pensare che qualche giorno fa una mamma beneficiaria del RdC (convocata regolarmente dall’Inps per la sottoscrizione del Patto per il Lavoro) è stata esclusa, nonostante il suo parere contrario, per carichi di cura.
Nel dettaglio, scrive “Tizia” su Facebook:
“Stamattina sono stata convocata al CPI.
Mi hanno chiesto qualifica e referenze lavorative. Hanno visto che mia figlia ha due anni e mi hanno detto lei è esonerata. Ho chiesto di non esserlo perché mia figlia va al nido comunale e che io vorrei un lavoro mi hanno detto che la legge prevede così!”
Ebbene, in questo caso la giovane mamma ha ragione: chi ha carichi di cura nei confronti del figlio di età inferiore ai 3 anni può chiedere di essere esonerato dalla firma del Patto per il Lavoro, ma è la persona interessata a dover decidere se farlo oppure no.
Nel caso di specie la mamma - residente in un piccolo Comune della provincia di Salerno - avrebbe voluto comunque sottoscrivere il Patto per il Lavoro, consapevole della grande opportunità che questo offre.
Ed effettivamente ne avrebbe avuto tutto il diritto.
Gli operatori del centro per l’impiego però hanno erroneamente ritenuto che questa si trovasse in una situazione di incompatibilità con la firma del Patto; un errore che ha tolto alla donna la possibilità di beneficiare dell’assegno di ricollocazione e che probabilmente in caso di assistenza di un navigator si sarebbe potuto evitare.
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