La recessione non spaventa Draghi: “Possiamo continuare a crescere, ci sono soldi per nuovo intervento contro caro bollette”

Stefano Rizzuti

16 Settembre 2022 - 17:47

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Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, rassicura chi arriverà al governo dopo di lui: nessun sintomo di recessione e le risorse per intervenire contro il caro bollette ci sono, a suo giudizio.

La recessione non spaventa Draghi: “Possiamo continuare a crescere, ci sono soldi per nuovo intervento contro caro bollette”

L’Italia può evitare la recessione: il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il ministro dell’Economia, Daniele Franco, sono ottimisti per il futuro dell’economia italiana. E sono convinti che il prossimo governo possa trovare i fondi necessari per intervenire, in caso di necessità, contro il caro bollette e per mitigare gli effetti della crisi energetica.

Durante la conferenza stampa di presentazione del decreto Aiuti ter, Draghi e Franco hanno risposto a chi chiedeva se il prossimo esecutivo avrà davvero i fondi sufficienti per intervenire contro il caro energia, spiegando che quest’intervento - messo in campo a pochi giorni dalle elezioni - era necessario e non toglierà risorse al prossimo esecutivo.

Il presidente del Consiglio, inoltre, si sofferma sulle stime di crescita per l’Italia e si dice ottimista rispetto alle previsioni per il futuro, ritenendo che al momento non ci sia un reale rischio di recessione nei prossimi mesi. Vediamo cosa hanno detto Draghi e Franco e quali sono, a loro giudizio, le prospettive per l’economia italiana.

Le stime sul Pil italiano

Draghi cita durante la conferenza stampa due stime recenti. Una è quella di Fitch: l’agenzia di rating sostiene che il Pil italiano subirà una contrazione dello 0,7% nel 2023, con tutta l’Eurozona in recessione già a fine anno. L’Italia tornerebbe a crescere del 2,6% nel 2024, secondo queste previsioni.

L’altra stima citata da Draghi è quella del Fondo monetario internazionale, che aveva alzato le stime per il 2022 ma tagliato quelle del 2023: si prevedeva una crescita del 3% per quest’anno (con uno 0,7% in più del previsto) e una crescita dello 0,7% per il 2023 (un punto in meno rispetto alle precedenti previsioni).

Le risorse a disposizione del prossimo governo

Le elezioni politiche del 25 settembre consegneranno un nuovo governo all’Italia. Esecutivo che potrebbe avere poche risorse a disposizione per un nuovo intervento contro il caro bollette, soprattutto dopo il nuovo stanziamento previsto dal decreto Aiuti ter. Per Draghi però non c’è da preoccuparsi.

Innanzitutto perché le previsioni internazionali prevedono una crescita del 3% che, in realtà, sarebbe già superata con un “3,5% acquisito”. Poi il presidente del Consiglio spiega che qualcuno parla di una mezza recessione, ma anche che il Fondo monetario internazionale prevede una crescita dello 0,7%: “C’è un rallentamento della crescita ma non si possano ancora vedere i sintomi della recessione”.

Inoltre secondo Draghi è fondamentale continuare con determinazione sul Pnrr, che è una grande parte degli investimenti pubblici dei prossimi anni. E bisogna “assicurare un ambiente in cui non c’è insicurezza economica”: una ricetta che per il presidente del Consiglio può mettere al sicuro il prossimo governo.

Le previsioni per l’economia italiana

Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, si sofferma sui dati spiegando che la prima parte dell’anno è andata bene, meglio delle attese. Per il terzo trimestre, invece, parla di evidenti segnali negativi per l’industria, ma positivi per i servizi. In ogni caso non sarà un trimestre di recessione, assicura.

I dati saranno sicuramente legati all’andamento dell’economia europea e internazionale e al momento l’obiettivo dell’Italia è quello di mantenere un tasso di crescita superiore ai nostri partner europei: “Lo abbiamo già fatto l’anno scorso e nella prima parte di quest’anno”.

Le risorse per i prossimi decreti sul caro bollette

Infine, tornando sulle risorse finora utilizzate e disponibili in futuro per intervenire contro il caro bollette, Franco rassicura chi dopo di lui sarà al ministero dell’Economia. Da una parte c’è stato e ci sarà ancora un forte aumento del gettito, “dovuto in parte anche all’inflazione”. Dall’altra “se ci sarà un adeguato tasso di crescita allora credo che la politica economica possa essere positiva in termini di sostegno alla crescita”.

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