Rapporti di codatorialità: cosa sono e regolamentazione

Caterina Gastaldi

24/06/2022

24/06/2022 - 09:59

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Cosa si intende per regime di lavoro con rapporto di codatorialità e come funzionano le regole al riguardo? Tutte le informazioni.

Rapporti di codatorialità: cosa sono e regolamentazione

Può accadere che due o più aziende, attraverso determinati contratti chiamati contratti di rete, usufruiscano dello stesso lavoratore dipendente. In questo caso questo tipo di rapporto viene definito “rapporto di codatorialità”.

I rapporti di codatorialità devono seguire specifiche regole e adempimenti, e le aziende si trovano di fronte ad alcuni obblighi che, in una situazione differente, non avrebbero.

Nell’articolo seguente vengono quindi spiegato il funzionamento di questa tipologia di rapporti e gli obblighi delle aziende coinvolte, e saranno presentate anche le ultime modifiche al riguardo.

Cosa si intende per rapporti di codatorialità

Come accennato anche poco prima, per rapporto di codatorialità si intende quella situazione in cui un dipendente lavora per aziende unite tra loro da un contratto di rete. Non si tratta, come si potrebbe pensare, di un dipendente che viene passato da un’azienda A a una B, ma rimane comunque assunto per la A.

Al contrario il dipendente in questione lavora contemporaneamente per tutte le realtà coinvolte, infatti un contratto di rete può anche prevedere più di due aziende. I rapporti a regime di codatorialità si formano proprio come conseguenza della nascita di un rapporto di rete, con contratto, tra due o più imprenditori che si impegnano a collaborare tra loro.

Lo scopo dei rapporti di codatorialità è quindi sia quello di mettere in comune le abilità dei dipendenti già assunti dalle singole aziende, se il contratto viene modificato, sia quello di assumere specifiche personalità per il sostegno della rete, e non solo di una o un’altra impresa.

Per fare un esempio, nel caso in cui non ci fosse una situazione del genere e due o più realtà volessero usufruire tutte delle abilità di uno stesso lavoratore, utilizzando anche l’esperienza acquisita negli altri ambienti, e per uno scopo che possa favorire tutte le aziende coinvolte, si dovrebbe andare a utilizzare un part-time, oppure dei contratti da lavoratore autonomo. Entrambe le situazioni però porterebbero svantaggi diversi, anche nella collaborazione tra le aziende.

Cos’è un contratto di rete

I contratti di rete sono, appunto, i contratti che vengono stipulati tra le aziende che desiderano creare una rete. Tuttavia non basta che le aziende siano desiderose di collaborare tra loro. Infatti quando si parla di contratti di rete, ci si riferisce alla creazione di piani d’azione che devono necessariamente essere volti ad accrescere la competitività e migliorare la capacità innovativa.

Le attività possono essere quindi di tre tipologie differenti:

  • collaborazione, tra tutte le parti coinvolte, e che sia in ambiti attinenti l’esercizio delle imprese;
  • scambio, tra le varie parti coinvolte, che sia di informazioni o prestazioni di qualsiasi natura;
  • esercizio in comune, che può essere tra le parti di una o più attività, a patto che rientri sempre nell’oggetto delle rispettive imprese.

Possono poi avvenire dei casi particolari, come quello dovuto al decreto Rilancio del 2020-2021. In questa situazione, infatti, era stato previsto che le imprese stipulassero contratti di rete e rapporti di codatorialità con lo scopo di favorire il mantenimento dei livelli di occupazione, tagliando sui costi per le aziende singole.

Modelli unirete: cosa sono

Il rapporto di codatorialità non è un’assunzione condivisa, bensì un collegamento fra un contratto commerciale, ovvero il contratto di rete, e il contratto di lavoro che lega i dipendenti alle singole aziende facenti parte della rete. Ma in che modo si gestiscono le varie comunicazioni legate a questo tipo di assunzione e rapporto?

La risposta è: utilizzando i modelli messi a disposizione attraverso il Sistema Informatico per le Comunicazioni Obbligatorie. I modelli in questione si chiamano modelli Unirete, e ne esistono di diverse tipologie a seconda del tipo di comunicazione da inviare.

Questi modelli si suddividono, per esempio, in:

  • modello unirete assunzioni;
  • modello unirete trasformazione (per trasformazione del rapporto di lavoro, distacco, o trasferimento);
  • modello unirete proroga;
  • modello unirete cessazione;
  • modello unirete per distacco. Riguardo a quest’ultimo, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha chiarito che il modello in questione va utilizzato sia se un lavoratore viene distaccato presso un’impresa appartenente alla rete (non il co-datore), sia per una che non ne fa parte.

Come funzionano le comunicazioni?

Nel momento in cui viene stipulato un rapporto di codatorialità è necessario che all’interno venga inserita un’azienda che si occuperà delle comunicazioni attraverso i modelli Unirete.

L’azienda d’origine, infatti, non è per forza obbligata a gestire le comunicazioni con dipendente in codatorialità. È invece necessario indicare un’azienda referente.

In generale, invece, per altre situazioni, l’adempimento degli obblighi connessi al rapporto di lavoro potrà essere richiesto a ciascuno dei co-datori, a meno che non siano presenti, nei rapporti interni, accordi volti a limitare gli effetti del regime di solidarietà.

Previdenza e assicurazione

Un lavoratore in rapporto di codatorialità deve comunque essere adibito, in ogni azienda facente parte della rete, a mansioni che:

  • siano quelle per cui è stato assunto;
  • corrispondano all’inquadramento superiore che ha acquisito;
  • siano sempre riconducibili al livello e alla categoria dell’inquadramento.

Inoltre, pur essendo in rapporto di codatorialità, deve comunque venire identificato un Ccnl. Il Ccnl in questione viene quindi identificato in quello che presenta i requisiti di maggiore rappresentatività comparativa.

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