Una sanzione penale senza precedenti. Si passa dai complici (anche involontari) per fermare truffe e riciclaggio.
Contrastare i reati finanziari è molto difficile per lo Stato, che si trova ogni giorno a fronteggiare innumerevoli illeciti, sempre più numerosi e diffusi. La disinformazione della cittadinanza non aiuta, perché le vittime alimentano meccanismi di elusione che impediscono le indagini, se non vere e proprie complicità involontarie. Proprio su questo punto, di recente un Paese ha introdotto un nuovo tipo di sanzione penale senza precedenti. Si tratta del Kazakistan, che si avvicina all’approvazione definitiva delle modifiche al Codice penale.
Una sanzione penale senza precedenti
Per comprendere meglio la nuova legge kazaka e soprattutto quali fattispecie punibili vengono individuate bisogna conoscere alcune tecniche di truffa e riciclaggio molto in voga. Si tratta peraltro di situazione ben note in Italia, dove si parla di “truffa del bonifico”, per esempio. Il meccanismo è di fatto quello. Una persona riceve una somma di denaro senza averne diritto, proprio come se si trattasse di un errore, venendo poi invitata a restituirla. Il rimborso, tuttavia, non avviene sul conto corrente da cui è partita la prima transazione, bensì viene richiesto di eseguirlo altrove o anche con i contanti. Nell’ambito delle truffe, ad esempio, si crea così un meccanismo a catena finanziato di volta in volta dalla vittima di turno.
Lo stesso metodo trova talvolta applicazione anche a scopi di riciclaggio, ma le modalità restano le stesse. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di truffe in tutto e per tutto, in cui la vittima partecipa inconsapevolmente e anzi viene danneggiata (spesso “solo” con il furto dei dati personali, ma in alcune ipotesi anche economicamente a seconda della procedura utilizzata). Accade però, soprattutto nell’ambito del riciclaggio, che a ricevere i soldi e fare da tramite sia un complice, con tanto di diritto a una commissione (fissa o in percentuale sull’importo delle transazioni). È proprio a questi mediatori che si riferisce il nuovo Codice penale del Kazakistan, dove si parla in proposito di dropperlick (traslitterazione di “дропперлік”), con una sanzione senza precedenti per la nazione.
La stretta al riciclaggio e alle frodi
Il Kazakistan sta lottando con fatica contro i reati finanziari, le truffe e il riciclaggio. Secondo quanto riportato dalle autorità, la mediazione inconsapevole di numerosi cittadini è un enorme ostacolo alla repressione di questi illeciti. Ecco perché le forze dell’ordine hanno ribadito la necessità di contattare la propria banca prima di restituire denaro ricevuto inspiegabilmente e di essere diffidenti soprattutto quando viene chiesta la restituzione su un conto corrente diverso. In queste situazioni è bene rivolgersi agli organi competenti ed evitare scelte affrettate per evitare conseguenze spiacevoli.
La polizia di Astana ha infatti spiegato che oltre a incrementare i reati le vittime subiscono spesso una violazione dei propri dati, utilizzati per intestare loro carte di credito e vari proventi illegali. Una realtà spesso attenzionata durante le indagini, nelle quali però è difficile approfondire la posizione dei mediatori, a meno che ci siano prove certe che abbiano ricevuto un compenso. In questo caso, infatti, le autorità del Kazakistan possono procedere per un’accusa di concorso in truffa. Adesso, con la possibilità di indagare direttamente sui tramiti, tutto dovrebbe essere più semplice. Allo stesso tempo, i complici rischiano pene più severe e soprattutto certe, mentre le vittime dovranno essere in grado di dimostrare la propria estraneità al reato.
Le sanzioni sono commisurate alla gravità della violazione e all’importo. Si va dalla multa di circa 1.000 euro (o l’arresto fino a 50 giorni) fino a quasi 20.000 euro o 1.000 ore di lavori pubblici o reclusione fino a 2 anni. Le sanzioni possono essere ancora più gravi quando c’è un’importante rete di transazioni o comunque un’organizzazione criminale alla base. Sotto il mirino del nuovo Codice penale del Kazakistan ci sono anche i dipendenti di banche e istituti di credito, sempre relativamente alle accuse di complicità, e gli abbonamenti telefonici. Questi ultimi, infatti, vengono usati in alternativa alle carte di credito o prepagate per alcune truffe con il metodo che abbiamo già spiegato.
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