Tempo, rischio, rendimento e capitale al “minimo” per chi antepone la sicurezza a tutte le altre considerazioni
Districarsi al meglio sui mercati finanziari tra migliaia di strumenti di investimento potenzialmente disponibili è a dir poco un’impresa. Scadenze, emittenti, strutture dei rendimenti, asset class, sottostante, costi, garanzie, valute ed altro bastano e avanzano a far venire il mal di testa.
In fin dei conti, però, forse è giusto sia così. La vita non è solo bianco e nero ma una miriadi di colori per cui anche i mercati finanziari riflettono la molteplicità dell’essere investitori.
Prendiamo a riferimento una casistica molto semplice nella struttura e, oseremmo dire, quasi estrema. Bene, prevede un rendimento totale del 5,094% questo buono postale e il taglio minimo è di € 50.
Il buono fruttifero postale 4 anni Plus
Tra le soluzioni di investimento della scuderia Cassa Depositi e Prestiti, ecco il buono 4 anni Plus. Un prodotto semplice nella struttura, adatto a chi antepone le valutazioni sul rischio a tutto il resto.
Molti suoi elementi sono comuni a tutti gli altri buoni fruttiferi postali, per cui non sono affatto una prerogativa del Plus. Ad esempio è emesso da CDP e gode della garanzia dello Stato Italiano, mentre è distribuito da Poste Italiane. Ancora, non prevede spese di gestione (eccettuo le spese fiscali), dura 4 anni a partire dalla data di sottoscrizione ma è rimborsabile anche prima del termine. Poi c’è che il taglio minimo di sottoscrizione di 50 € e relativi multipli è alla portata di tutte le tasche.
Vediamo ora i macro tratti specifici del titolo. Uno riguarda il suo acquisto, che può avvenire tanto allo sportello quanto online. L’altro concerne la struttura dei rendimenti, fissi e costanti data la breve durata complessiva del titolo. A scadenza, l’emittente riconosce un rendimento annuo lordo dell’1,25%, pari all’1,10% annuo netto. Invece i coefficienti finali utili per determinare il montante lordo e netto (di sola ricevuta fiscale) a scadenza sono pari, nell’ordine, a 1,05094534 e 1,04457717.
Pro e contro del buono Plus distribuito da Poste Italiane
Molti pro dello strumento sono stati già esposti e rimandano ai fattori chiave di ogni investimento, al netto di qualcuno che ne resta escluso.
La durata complessiva, per esempio, è media, mentre l’emittente da modo di uscire dall’investimento in qualunque momento prima dei 4 anni. Il regime dei costi (Fisco) è agevolato, il rendimento è già noto a priori e si accede al prodotto anche con capitali modestissimi. Infine ecco la garanzia dello Stato Italiano e la facilità di acquisto data anche dalla diffusione territoriale dell’intermediario.
I contro sono almeno tre. Il primo è che prima del termine CDP non paga gli interessi di periodo nel frattempo maturati. Anzi (secondo “difetto”) la chiusura anticipata del deposito porta alla perdita integrale di quanto fino ad allora maturato con il capitale oggetto di svincolo. Infine c’è il rendimento in sé, di cui tutto si può dire tranne che sia ricco.
Rendimento totale del 5,094% per questo buono postale e taglio minimo di € 50
Vediamo quanto rendono due classici prodotti concorrenti del reddito fisso, i BTP con durata residua 4 anni e il conto deposito sullo stesso timeframe.
I primi sono di emissione sovrana e quindi garantiti dallo Stato Italiano al pari dei buoni, di cui condividono lo stesso regime fiscale. Ad esempio il BTP 2,8% con ISIN IT0005495731 e scadenza 15/06/’29 (anni residui: 4,1), prezza al momento 101,55 (credito d’imposta: 0,2%). Il rendimento effettivo a scadenza si aggira quindi sul 2,4%, mentre quello totale netto sull’8,5%.
Sui conti deposito (matrice bancaria) del tipo vincolato a 4 anni, invece, le migliori offerte al momento sul mercato si attestano tra il 2,80 e il 3,45% annuo lordo. Al netto della maggiore aliquota (26%) si arriva al 2,07–2,55%. In compenso la garanzia FITD è solo fino a 100mila €, mentre bisogna vedere se la banca di turno consente o meno lo svincolo anticipato. In caso negativo i soldi non si riavranno prima dei 4 anni. Infine va appurato se l’intermediario consultato prevede o meno un associato c/c. In caso affermativo bisogna prima aprire un nuovo c/c (con le associate spese di gestione) e poi accedere a quei tassi.
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