Il governo irlandese prepara la rimozione del limite di passeggeri all’aeroporto di Dublino: tra crescita economica e timori ambientali, il dibattito si infiamma.
Chi ha la priorità nel decidere se cambiare le regole o meno per gli aeroporti: l’ambiente o gli interessi economici?
Chi si sta ponendo questo dubbio “amletico” sono gli irlandesi, poiché ben presto una nuova legge cambierà una regola fondamentale per l’aeroporto di Dublino: il limite dei passeggeri che in un anno possono atterrare all’aeroporto nazionale. Una decisione per cui gli addetti al settore del turismo si sfregano le mani, vedendo l’opportunità di aumentare gli introiti, dall’altra parte però gli ambientalisti affermano di essere pronti a dare battaglia per proteggere l’ambiente.
Il governo guidato dal ministro dei trasporti Darragh O’Brien ha infatti deciso di avviare un percorso legislativo per eliminare il tetto massimo dei 32 milioni di passeggeri annui, fissato nel 2007 per contenere congestione e inquinamento. La mossa, attesa da tempo dalle compagnie aeree e dall’Autorità aeroportuale di Dublino, viene vista come un volano per l’economia, soprattutto in un momento in cui il traffico aereo è tornato ai livelli pre-pandemici e continua a crescere.
Ma non tutti accolgono con favore la novità. Residenti delle zone limitrofe e associazioni ambientaliste denunciano un ulteriore aumento dell’inquinamento atmosferico e acustico, sottolineando l’incoerenza della misura con gli impegni climatici presi dall’Irlanda. Tra chi vede opportunità e chi vede rischi, il dibattito è destinato ad accendersi: ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Aeroporto di Dublino, nuova legge rimuove il limite dei passeggeri: ecco perché
La rimozione del limite di passeggeri rappresenta un passo cruciale per l’espansione del settore aereo e turistico irlandese. Fissato nel 2007, il tetto dei 32 milioni di viaggiatori era stato pensato per regolare il traffico e ridurre l’impatto ambientale. Tuttavia, negli ultimi anni, tale restrizione è stata percepita come un freno allo sviluppo economico.
Le compagnie aeree, in particolare Ryanair guidata da Michael O’Leary, hanno più volte criticato il governo per i ritardi nel rimuovere il limite, definendolo un ostacolo alla competitività del Paese. Secondo i vettori, l’aeroporto di Dublino è uno snodo strategico per i collegamenti europei e transatlantici: permettere una crescita del numero di passeggeri significa attrarre più voli, più rotte e maggiori investimenti. I benefici non riguarderebbero soltanto le compagnie aeree, ma anche l’intera filiera economica legata al turismo:
- hotel;
- ristorazione;
- trasporti interni;
- commercio.
Ogni milione di passeggeri in più genererebbe infatti migliaia di posti di lavoro e un incremento significativo delle entrate fiscali per lo Stato. Gli addetti ai lavori sottolineano che, senza questa riforma, l’Irlanda rischierebbe di perdere terreno rispetto ad altri hub europei come Londra, Amsterdam o Francoforte, che continuano a investire nell’ampliamento delle capacità aeroportuali. Inoltre, secondo l’Autorità aeroportuale di Dublino, eliminare il limite permetterebbe di pianificare con maggiore chiarezza infrastrutture e servizi futuri, dando così una prospettiva di lungo termine alla crescita del settore. Per i sostenitori della misura, si tratta quindi di una scelta pragmatica, necessaria per mantenere l’Irlanda competitiva e attrattiva a livello internazionale.
leggi anche
I 5 Paesi più sicuri al mondo nel 2025

Nuove regole per l’aeroporto di Dublino: quale sarà l’impatto ambientale
Se da un lato la rimozione del limite appare come un’opportunità economica, dall’altro suscita forti preoccupazioni ambientali. Secondo una proiezione presentata dalla DAA, portare la capacità da 32-40 milioni di passeggeri significherebbe un incremento del +24% delle emissioni di gas serra, pari a circa 580.000 tonnellate di CO₂ in più entro il 2034. Un dato che, seppur ridotto nei decenni successivi grazie a carburanti sostenibili e tecnologie più efficienti, resta significativo.
I gruppi ambientalisti e i residenti della zona non hanno nascosto la loro contrarietà. Il St Margaret’s The Ward Residents Group ha espresso timori per l’aumento dei voli notturni e dei livelli di rumore, mentre associazioni come Children’s Rights over Flights hanno definito la proposta “scioccante”, accusando il governo di contraddire i propri impegni nella lotta al cambiamento climatico.
Il dibattito non è solo tecnico, ma profondamente politico: fino a che punto è legittimo sacrificare gli obiettivi climatici per incentivare la crescita economica? I critici sottolineano che l’Irlanda ha già difficoltà a rispettare i target di riduzione delle emissioni fissati dall’Unione Europea, e che aumentare ulteriormente il traffico aereo rischia di compromettere la credibilità del Paese a livello internazionale.
Al tempo stesso, le compagnie aeree cercano di rassicurare sottolineando l’impegno nell’adozione di carburanti sostenibili (SAF) e nella modernizzazione della flotta con aerei a basso consumo. Tuttavia, gli ambientalisti sostengono che queste misure, pur importanti, non saranno sufficienti a neutralizzare l’impatto di milioni di passeggeri in più. Il destino della nuova legge, dunque, dipenderà dall’equilibrio tra esigenze economiche e sostenibilità ambientale, un compromesso che al momento sembra lontano dall’essere trovato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA