Questi lavoratori guadagnano 1.000 euro al giorno in Italia. Ma è un problema serio

Simone Micocci

30 Luglio 2025 - 17:50

Alcuni lavoratori guadagnano 1.000 euro al giorno in Italia, con costi sempre più pesanti per lo Stato. È un problema serio, ma non ci sono soluzioni in vista.

Questi lavoratori guadagnano 1.000 euro al giorno in Italia. Ma è un problema serio

Guadagnare 1.000 euro al giorno sembra un sogno per la maggior parte dei lavoratori, ma ben pochi possono sperare di raggiungere questo obiettivo.

Se qualcuno ci riesce è anche giusto che siano i medici di pronto soccorso, spesso sottoposti a turni massacranti e logoranti. Senza contare il lungo e continuo impegno e il fondamentale servizio dato.

Eppure, questi guadagni stellari rappresentano un problema serio per il Paese. Questi compensi, infatti, sono riservati ai turnisti, che come liberi professionisti o tramite cooperativa colmano le carenze degli ospedali.

I medici assunti direttamente non arrivano neanche lontanamente a queste cifre, nemmeno i primari. Questi ultimi arrivano a circa 4.000-5.000 euro netti al mese, una retribuzione di tutto rispetto, se non fosse che i cosiddetti gettonisti possono superarla in appena 6 turni di lavoro.

1.000 euro al giorno per i “gettonisti”

Il fenomeno dei cosiddetti “gettonisti”, medici esterni che prestano servizio in pronto soccorso, è sintomo di un grave problema della sanità italiana. Le polemiche e le accuse di speculazione a danno dei medici che prestano questo servizio sono interminabili, ma il vero problema è che siano indispensabili per garantire il servizio ospedaliero. La mancanza di medici, in particolare per alcune specializzazioni, impedisce infatti di garantire il servizio pubblico senza ricorrere a professionisti esterni.

Medici qualificati e con anni di esperienza alle spalle che hanno scelto una strada diversa rispetto all’assunzione ospedaliera, rinunciando in parte alla stabilità in favore dell’autonomia. I compensi, ovviamente, giocano a favore di questa scelta, ma non sono l’unico elemento che muove i turnisti, come raccontano le numerose testimonianze degli stessi. Proprio la dedizione e la passione per il lavoro, come pure la necessità di assicurare l’assistenza, spingono i professionisti a prestare servizio presso gli ospedali pubblici su turni. I “gettonisti” stessi hanno spesso necessità di implementare i propri guadagni, soprattutto quando si tratta di ricercatori.

C’è poi anche chi ha uno studio medico privato, ma vuole comunque prestare servizio in pronto soccorso. Indubbiamente si tratta di una strada molto remunerativa, con compensi intorno ai 1.000 euro netti o poco meno per ogni turno di 12 ore.

Si tratta così di circa 80 euro l’ora, una media stabile nonostante le molteplici variabili in campo. I gettonisti tramite cooperativa percepiscono un compenso lordo maggiore, intorno a 100 euro l’ora, ma la cooperativa ne trattiene una percentuale.

Bisogna in ogni caso sottrarre tasse e costi assicurativi, a carico anche dei turnisti liberi professionisti. In quest’ultimo caso, l’importo netto percepito dal medico dipende anche dal regime fiscale, ma il costo pubblico del turno rimane lo stesso.

Il compenso dei turnisti è un problema di tutti

Tutte le testimonianze sull’argomento raccontano di questi esorbitanti compensi per i turnisti. Non sarebbe un grande problema se la retribuzione non fosse così sproporzionata rispetto ai colleghi interni e soprattutto se i turnisti non fossero indispensabili, peraltro in grande numero, per il funzionamento del sistema sanitario.

Più che chiedersi perché i turnisti scelgono questa strada, bisognerebbe piuttosto risolvere il problema alla radice, intanto colmando la carenza di professionisti. Certo, bisognerebbe comunque mettere in campo uno sforzo economico non indifferente per incentivare gli specialisti, ma vantaggio della stabilità e della sicurezza del servizio ospedaliero.

Non soltanto, c’è anche da considerare che molti lavoratori apprezzano l’ordine e l’equilibrio garantito dall’assunzione diretta, anche a dispetto di un compenso leggermente inferiore. Intanto, i “gettonisti” sono largamente richiesti e pagati circa 1.000 euro a turno: pertanto è evidente che sono non soltanto necessari ma addirittura indispensabili.

Questa soluzione emergenziale, però, sta diventando un’abitudine nella stragrande maggioranza degli ospedali italiani. Le casse pubbliche devono così farsi carico di oneri sempre più pesanti, pur di non valorizzare diversamente il lavoro in pronto soccorso, che non viene differenziato coerentemente con il maggiore stress e impegno richiesto.

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