Questi autovelox non sono legittimi (e le multe possono essere annullate)

Ilena D’Errico

19/09/2023

19/09/2023 - 20:23

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Secondo la Cassazione questi autovelox non sono legittimi e le relative multe possono essere annullate, ecco a cosa fare attenzione e quando presentare ricorso.

Questi autovelox non sono legittimi (e le multe possono essere annullate)

Gli autovelox servono a verificare il rispetto dei limiti di velocità, ma anch’essi devono sottostare alla normativa imposta dal Codice della strada, altrimenti non assolvono alla loro funzione in modo idoneo. A confermare l’assoluta perentorietà di questi limiti è la recente sentenza della Corte di cassazione, che ha ribadito la nullità delle multe comminate tramite autovelox non legittimi.

Autovelox non legittimi, quando le multe possono essere annullate

L’ordinanza n. 25544/2023 della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Unione dei comuni, la quale rivendicava la validità della multa comminata a un automobilista e ritenuta nulla dal giudice dell’appello. Il motivo per cui quest’ultimo ha accolto l’opposizione dell’automobilista è stato il mancato rispetto della distanza minima tra autovelox e segnaletica stradale.

In particolare, tra il cartello che segnala il limite di velocità e l’autovelox deve intercorrere almeno 1 km di strada, non meno. Gli autovelox posizionati a ridosso dei cartelli, o comunque più vicini di quanto previsto, non sono legittimi e le relative multe possono essere annullate.

La legge n. 210/2010 sulla sicurezza stradale, poi inglobata dal Codice della strada, impone infatti che fuori dai centri abitati ci sia almeno 1 km di distanza tra i dispositivi di controllo e la relativa segnaletica. La ragione è che le norme sulla velocità e di conseguenza gli autovelox non hanno la funzione primaria di sanzionare gli automobilisti, bensì servono a disincentivare le violazioni. In altre parole, la priorità e che i mezzi viaggino a una velocità consona rispetto al tratto stradale e non l’irrogazione di multe.

Dalla visione del cartello con il limite i conducenti devono quindi avere il tempo e lo spazio necessario per rallentare e adeguarsi. La normativa ha quindi imposto il limite minimo di 1 km, considerato come il compromesso più efficace rispetto all’utilità della sanzione.

Autovelox e limiti di velocità dopo un’intersezione

L’ordinanza della Corte di Cassazione citata evidenzia anche un secondo punto, di fondamentale importanza, che riguarda strettamente la distanza fra l’autovelox e il cartello con il limite di velocità. In particolare, i giudici hanno trattato dell’interpretazione del decreto n. 282/2017 del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti in merito all’immissione in un altro tratto stradale.

Il decreto stabilisce che:

Nel caso di diverso limite massimo di velocità anche lungo un solo ramo della intersezione, sia maggiore che minore rispetto a quello ripetuto dopo l’intersezione, la distanza minima di un chilometro si computa dopo quest’ultimo in modo da garantire a tutti gli utenti della strada in approccio alla postazione lo stesso trattamento.

Questa norma serve a regolamentare la distanza corretta tra autovelox e cartello nel caso in cui quest’ultimo sia relativo a un nuovo tratto viario. Il chilometro di distanza tra la segnaletica e l’autovelox deve essere calcolato a partire dal cartello relativo al nuovo tratto stradale, cosicché non ci siano differenze di trattamento tra chi proviene da tratti con limiti diversi.

Nel caso di specie, l’Unione dei Comuni ha opposto che il limite relativo al tratto di immissione fosse uguale a quello valido sul tratto precedente. Molto semplicemente, dato che i conducenti sono chiamati a rispettare lo stesso limite su entrambe le strade si presuppone che non vadano oltre in nessuno dei due tratti.

Si potrebbe anche facilmente ipotizzare che arrivando l’automobilista dell’ordinanza a una velocità di 70 km/h la violazione sia comunque presente, dato che anche sul tratto da cui proveniva il limite era di 50 km/h.

Questa interpretazione che può apparire del tutto logica è stata in realtà smentita dalla Cassazione, secondo cui i cartelli stradali segnalano un’imposizione indipendente da altri eventuali limiti e dalla loro entità. In sintesi, non sono legittimi gli autovelox posizionati a meno di 1 km di distanza dai cartelli del limite di velocità al di fuori dei centri abitati, a prescindere dai limiti precedenti. Così, per le multe comminate in base a questi autovelox è possibile presentare ricorso.

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