Questa nota catena di arredamento ha dichiarato bancarotta

Luna Luciano

19 Settembre 2025 - 21:20

Casa Piocheur, nota catena di arredamento e decorazione, dichiara bancarotta: chiusi 13 negozi in Portogallo e avviata la liquidazione internazionale.

Questa nota catena di arredamento ha dichiarato bancarotta

Il gruppo Casa Piocheur Italia, meglio conosciuto come Casa, ha chiuso definitivamente i battenti. La concorrenza con case di produzione come IKEA non ha lasciato scampo al famoso brand di origine belga in Portogallo.

Con una lunga storia alle spalle e una consolidata presenza in diversi Paesi europei, Casa era diventato un punto di riferimento per chi cercava soluzioni d’arredo accessibili, oggetti decorativi e articoli per la casa e il giardino. Tuttavia, negli ultimi anni, il gruppo ha visto progressivamente erodere le proprie quote di mercato a causa della crescente competizione di colossi internazionali, ma anche per l’ascesa delle piattaforme digitali low-cost, in grado di offrire una gamma sterminata di prodotti a prezzi imbattibili.

La crisi si è resa evidente nei numeri: il 2024 si è chiuso con una perdita netta di 1,6 milioni di euro e un fatturato ridotto a soli nove milioni. A pesare sono stati i debiti verso almeno 110 creditori, la chiusura di negozi in Francia e Lussemburgo e, infine, la dichiarazione di insolvenza della sede centrale belga. La decisione finale di chiudere i 13 punti vendita portoghesi è arrivata dal Tribunale di Sintra, sancendo la fine di un marchio che per anni aveva arredato le case di migliaia di consumatori. Ora, il futuro dell’azienda è nelle mani dei curatori fallimentari, impegnati a liquidare i beni rimasti.

Portogallo, chiude Casa Piocheur: ecco le ragioni della crisi finanziaria

Casa Piocheur, fondata in Belgio negli anni ’70, si era imposta come una delle catene di arredamento più diffuse in Europa grazie a un modello basato su design accessibile, vasta scelta di articoli per la casa e prezzi competitivi. Nel tempo, l’azienda aveva saputo consolidare la propria presenza con negozi in diversi Paesi, conquistando clienti alla ricerca di soluzioni pratiche e decorative. L’arrivo in Portogallo aveva rappresentato una tappa significativa per l’espansione internazionale, con punti vendita situati nelle principali città e centri commerciali.

Nonostante la popolarità iniziale, la catena ha cominciato a registrare segnali di difficoltà negli ultimi anni. Da un lato, la trasformazione delle abitudini dei consumatori, sempre più orientati agli acquisti online, ha ridotto la redditività dei negozi fisici. Dall’altro, la concorrenza diretta con giganti come IKEA e con marchi emergenti come Hôma e Gato Preto ha eroso quote di mercato. A peggiorare la situazione, si è aggiunta la pressione delle piattaforme digitali internazionali, tra cui Temu e AliExpress, capaci di proporre articoli a prezzi spesso imbattibili.

Sul piano finanziario, Casa si è trovata ad affrontare una spirale negativa: perdite crescenti, calo delle vendite e indebitamento progressivo. Nel 2024 il gruppo ha chiuso l’anno con 98 dipendenti e debiti verso almeno 110 creditori, senza riuscire a invertire la rotta. L’istanza di fallimento, presentata il 2 luglio e dichiarata il 14, ha sancito ufficialmente la crisi. Il 12 settembre, il Tribunale di Sintra ha deciso la chiusura dei tredici negozi portoghesi, segnando un epilogo amaro per un brand che aveva fatto dell’arredamento accessibile la sua bandiera.

Casa Piocheur sulla bancarotta: ecco cosa accadrà adesso

La dichiarazione di bancarotta di Casa Piocheur non riguarda solo il Portogallo, ma si inserisce in un quadro di difficoltà molto più ampio. La sede centrale in Belgio aveva già presentato istanza di insolvenza il 5 marzo, con conseguente sospensione delle attività e chiusura progressiva dei punti vendita in Francia e Lussemburgo. Oggi l’azienda si avvia a una liquidazione totale, con aste e vendite straordinarie che coinvolgono i suoi beni logistici e lo stock di prodotti.

In Portogallo, fino al 30 settembre, sono stati messi all’asta scaffalature, sistemi di videosorveglianza, monitor e lettori di codici a barre provenienti dai negozi. Gli arredi decorativi e alcuni mobili sono stati resi disponibili al pubblico in punti vendita selezionati come Guimarães, Matosinhos, Aveiro, Lisbona, Portimão e Loulé, nel tentativo di smaltire le scorte residue. A livello internazionale, i curatori fallimentari hanno organizzato vendite straordinarie in dieci negozi belgi con sconti fino al 50%, attirando un forte interesse da parte dei consumatori.

Un ruolo chiave è giocato anche dalle aste digitali: sotto la supervisione della società VH Auctions, gli stock stagionali sono stati digitalizzati e raccolti in una dataroom virtuale per consentire agli investitori di tutto il mondo di partecipare. Questo testimonia come, nonostante la crisi, il marchio mantenga un certo appeal sul mercato internazionale. Tuttavia, per Casa Piocheur il futuro appare ormai segnato: la liquidazione in corso rappresenta non solo la fine di un’epoca, ma anche un monito sulle difficoltà delle catene tradizionali a fronteggiare la rivoluzione digitale e la globalizzazione dei consumi.

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