Questa multinazionale italo-giapponese sarà acquisita dagli indiani

Giorgia Paccione

26 Maggio 2025 - 15:20

Lo storico gruppo della componentistica auto Marelli si prepara a un passaggio di mano con il colosso indiano Motherson pronto all’acquisizione.

Questa multinazionale italo-giapponese sarà acquisita dagli indiani

Il settore automotive si prepara a un nuovo possibile scossone: Marelli Holdings, la multinazionale italo-giapponese specializzata in componentistica per auto, è al centro di una trattativa di acquisizione che potrebbe cambiarne le sorti.

Secondo quanto riportato dal quotidiano economico Nikkei, la società indiana Motherson Group è infatti in fase avanzata di negoziazione con il fondo statunitense KKR, attuale proprietario di Marelli, per rilevare la totalità delle azioni e farsi carico dei debiti del gruppo.

L’operazione, che potrebbe essere formalizzata già nei primi giorni di giugno, rappresenta una delle più importanti acquisizioni recenti nel settore e potrebbe segnare un nuovo capitolo per una delle aziende simbolo dell’industria automobilistica europea e asiatica.

Dalla crisi al rilancio: l’acquisizione di Marelli da parte di Motherson

Marelli nasce nel 2019 dall’integrazione tra la storica Magneti Marelli, fondata in Italia nel 1919 e per decenni parte del gruppo Fiat, e la giapponese Calsonic Kansei, entrambe acquisite dal fondo KKR.

Il gruppo, con una presenza globale e una clientela che include nomi del calibro di Stellantis e Nissan, ha vissuto negli ultimi anni una fase di grande difficoltà finanziaria. La pandemia, il calo della domanda da parte di clienti chiave e la crescente pressione competitiva hanno infatti portato Marelli ad accumulare debiti per circa 650 miliardi di yen (circa 4 miliardi di euro). Nel 2022 l’azienda aveva già tentato una ristrutturazione, ma la mancanza di unanimità tra i creditori, soprattutto per le perplessità di alcune banche asiatiche, aveva impedito una soluzione rapida e definitiva.

Il piano attualmente sul tavolo prevede che KKR trasferisca a Motherson le proprie azioni Marelli per un valore simbolico di zero dollari, mentre il gruppo indiano si impegnerebbe ad acquistare nuove azioni per 100 miliardi di yen, assumersi il debito esistente e fornire ulteriori finanziamenti per 280 miliardi di yen.

Si tratta di un’operazione complessa, che richiede il consenso di tutti i principali creditori – tra cui Mizuho Bank e la Japan Bank for International Cooperation – e che sarà sottoposta a un periodo di valutazione di almeno dieci giorni lavorativi prima della decisione finale, attesa per l’inizio di giugno.

L’interesse del gruppo indiano e la reazione dei dipendenti

Per Motherson Group, l’acquisizione di Marelli rappresenterebbe non solo la più grande operazione della sua storia, ma anche un passo decisivo per consolidare la propria posizione tra i maggiori fornitori mondiali di componentistica automobilistica. Con sede a Noida, in India, e un fatturato che nel 2023-2024 ha superato i 20 miliardi di dollari, Motherson è già tra i primi 15 player globali del settore, con una presenza in oltre 41 Paesi e una lunga tradizione di acquisizioni strategiche.

Negli ultimi anni il gruppo ha portato a termine 29 acquisizioni tra Cina, Messico, Turchia e altri mercati chiave, puntando a rafforzare la propria capacità produttiva e la gamma di soluzioni offerte ai costruttori auto di tutto il mondo.

L’interesse per Marelli non è nuovo: le due aziende avevano già collaborato in passato su progetti legati all’illuminazione e ai sistemi di climatizzazione per veicoli, e Motherson aveva già manifestato la volontà di espandersi in Europa attraverso acquisizioni di realtà storiche e tecnologicamente avanzate.

L’operazione attuale, se andrà a buon fine, consentirà al gruppo indiano di acquisire competenze, portafoglio clienti e capacità produttive fondamentali per competere su scala globale.

L’annuncio delle trattative ha inevitabilmente suscitato preoccupazione tra i circa 50.000 dipendenti Marelli, in particolare negli stabilimenti italiani come quello di Sulmona, dove i sindacati hanno già chiesto incontri urgenti con la dirigenza per avere garanzie sul futuro occupazionale. L’acquisizione da parte del gruppo indiano potrebbe però rappresentare una svolta positiva, portando nuove risorse finanziarie, investimenti e opportunità di sviluppo, a patto che il nuovo management sappia valorizzare le competenze e la storia industriale del gruppo.

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