Dopo i recenti sviluppi sul delitto di Garlasco, Alberto Stasi che dal 2015 è in carcere potrebbe avere un corposo risarcimento se riconosciuto innocente: ecco quanti soldi potrebbe ottenere.
Quanti soldi riceverà Alberto Stasi come risarcimento se dovesse essere dichiarato innocente? Una domanda questa di colpo diventata di grande attualità visto gli ultimi sviluppi del delitto di Garlasco.
Alberto Stasi dal dicembre 2015 è in carcere per il delitto di Chiara Poggi, la sua ex fidanzata uccisa il 13 agosto 2007 con un corpo contundente mentre si trovava da sola all’interno della propria abitazione.
Dopo assoluzioni e ribaltamenti del giudizio, a fine 2015 Stasi è stato ritenuto colpevole in via definitiva dalla Cassazione della morte della fidanzata, venendo condannato a 16 anni di carcere nonostante l’assenza di un chiaro movente.
Alberto Stasi si è sempre dichiarato innocente e la fine della sua detenzione è prevista per il 2030, ma dal 2023 il ragazzo beneficia del regime di semilibertà che gli consente di uscire quotidianamente dal carcere per lavorare come contabile, rientrando poi in carcere ogni sera.
Adesso però la Procura di Pavia ha riaperto le indagini sul delitto di Garlasco, notificando ad Andrea Sempio un avviso di garanzia per omicidio in concorso il tutto in base a nuove analisi del DNA e altri elementi investigativi. Stando a quanto reso noto dal Tg1, un’impronta di quest’amico del fratello di Chiara Poggi sarebbe stata rinvenuta vicino al corpo della vittima.
Da sempre l’Italia si è divisa tra colpevolisti e innocentisti nei riguardi di Alberto Stasi che, nel caso in cui dovesse essere ritenuto innocente dopo anni passati in carcere, potrebbe ottenere un cospicuo risarcimento.
Quanti soldi potrebbe ottenere Alberto Stasi come risarcimento
Il risarcimento per ingiusta detenzione è una forma di indennizzo economico riconosciuto a una persona che è stata privata della libertà personale - carcere o custodia cautelare - in modo ingiusto.
Può essere richiesto perché la persona coinvolta è stata assolta al termine del processo - con sentenza definitiva di assoluzione o archiviazione -, oppure perché la misura restrittiva era illegittima come nel caso di errore giudiziario o di carenza dei presupposti.
Per calcolare il risarcimento si deve considerare che mediamente vengono riconosciuti 235 per ogni giorno di ingiusta detenzione, ma si deve tenere conto anche dei danni morali e della gravità della restrizione.
Alberto Stasi per essere dichiarato innocente ha bisogno di una revisione del suo processo, una fattispecie che può avvenire soltanto di fronte a eclatanti nuovi elementi come quelli che starebbero spuntando fuori in questi giorni in merito al delitto di Garlasco.
Se questa eventualità dovesse palesarsi e se Stasi alla fine dovesse essere dichiarato innocente, entro due anni dalla sentenza definitiva di proscioglimento il ragazzo potrebbe fare richiesta di risarcimento che non dovrebbe sottostare al tetto dei 516.456,90 euro.
Facendo un rapido calcolo, se Alberto Stasi dovesse essere dichiarato innocente dell’omicidio di Chiara Poggi, solo per il periodo passato in carcere potrebbe ottenere un risarcimento superiore agli 800.000 euro.
Considerando anche i danni morali, psicologici e di immagine, in virtù del clamore mediatico di questa vicenda il risarcimento complessivo potrebbe arrivare a 3 milioni di euro o anche più.
Dopo la sua condanna definitiva per la morte della fidanzata, come si legge sui giornali Alberto Stasi - indebitandosi - ha pagato un risarcimento alla famiglia Poggi da 850.000 euro; secondo Fabrizio Corona in caso di assoluzione del ragazzo i parenti della vittima dovrebbero restituire questi soldi, ma questo potrebbe non essere automatico e la vicenda diventerebbe molto ingarbugliata.
“La famiglia Poggi, che ha ricevuto un risarcimento dopo la condanna, dovrebbe restituire i soldi? Sì, in teoria potrebbe. Ma la realtà è più complessa - scrive a riguardo Mowmag - Attenzione, però: non è automatico. La famiglia Poggi potrebbe opporsi, aprendo un contenzioso civile. Servirebbe una nuova causa, con tutte le implicazioni del caso. Non solo legali, ma anche, e forse soprattutto, morali. Soprattutto non è detto che debbano restituire l’intera somma. In molti casi simili, i giudici stabiliscono che solo una parte del risarcimento va restituita, escludendo le somme coperte da assicurazione o riconoscendo comunque un “danno da perdita” a prescindere dalla colpevolezza dell’imputato”.
Prima di pensare a eventuali risarcimenti però resta da capire come andranno a evolversi le nuove indagini in merito al delitto di Garlasco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA